martedì 29 dicembre 2009

Lez face it



Cos' hanno in comune tutte le persone nella foto? (Nell'ordine: Gianna Nannini,Valeria Solarino, La Roux, Shane, Lisbeth Salander e the_ frog). Ma è ovvio! Un'inequivocabile faccia da lesbica!
Facciamo un passo indietro: la mia strategia per sopravvivere alla casa invasa dai parenti è accumulare riviste e libri, da leggersi sul divano mentre loro continuano a mangiare per ore e ore. Su A di questa settimana c'è una sorta di intervista alla Solarino, intervista assolutamente iniqua. La foto (perduta sul camino insieme al giornale), però parla chiaro: la Solarino ha proprio una faccia da lesbica. Mi spiace, Valeria. E fai bene a rifiutare i ruoli gay, ora. Altresì l'etichetta non te la levi più davvero. Mi spiace, cantante dei La Roux, a cui le fan tirano i reggiseni: anche tu hai proprio quella faccia lì. Mi spiace, attrice che fa Shane, ormai la lettera scarlatta ti perseguiterà per tutta la tua carriera! Mi spiace, fidanzata che non passa mai in incognito!
Insomma, la faccia da lesbica si compone di: faccia piccola con tratti affilati, naso piccolo, zigomi pronunciati, bocca non eccesivamente carnosa. Completano il quadro (molto spesso) capelli lisci, sfilati e scalati, decisamente corti. Non importa il tuo orientamento sessuale: se sei detentrice di quella faccia lì, non c'è via di scampo. La gente ti guarda e pensa: lesbica! (Lo so perchè mia mamma, ogni volta che vede Gianna Nannini esclama "sarà...ma con quella faccia lì sembra davvero lesbica!" (NB: grande fan di Gianna, mia madre. )
La faccia da lesbica fa la sua entrata in scena verso l'adolescenza, e ha i suoi innegabili vantaggi: uno, attrae le varie fan di L Word che vogliono fare una capatina nell' L World.Due, ti consente di rimorchiare tranquillamente nei locali, nessuna si porrà il problema boh, magari è etero, è solo qui per accompagnare un'amica... Tre: puoi diventare un idolo delle folle! Quattro, assomigli a Lisbeth Salander (sempre sia lodata) e la cosa può diventare molto comoda verso carnevale. E la faccia da lesbica, fra le altre cose, invecchia pure bene!
Certo, la vita non è tutta rosa e fiori: con quella faccia lì ottieni un ruolo di successo in un telefilm di successo, e poi quando c'è bisogno di una lesbica per un film, pensa un po' chiamano te. Con quella faccia lì non avrai pace, le fan assatanate dopo il tuo noisetto film a tema scandaglieranno tutte le tuo foto, per capire se fra te e la Ragonese è ammmore vero nella vita vera. Con quella faccia lì ti ritrovi nel camerino di una nota marca d'abiti svedese, con la tua ragazza che sbuffa e cerca di convircerti che no, non sembri un uomo in gonnella. Compra quella dannata gonna e andiamocene a casa. Per non parlare delle fan che ti lanciano i reggiseni (disgusto!)
Resta solo da capire: si diventa lesbiche in seguito alla faccia da lesbica, o i connotati si plasmano in base all'orientamento sessuale? E se si, quand' è che i miei zigomi si decidono ad affilarsi? Su, zigomi, sono un bel po' di anni ormai, me lo merito!

E un'altra cosa: Alitalia, vaffanculo. Piuttosto che prendere uno dei tuoi aerei, la prossima volta che devo andare a Cagliari prendo la nave. Ryanair perdonali se ti han fatto arrabbiare e ridacci le tratte nazionali, grazie.

giovedì 24 dicembre 2009

Wives of Bath


A quanto pare, l'espressione "tratto da" ha un significato ben più ampio di quanto pensassi io.
Ho iniziato la lettura di Wives of Bath, da cui, ufficialmente, è stato tratto Lost & Delirious, credendo di trovarci bene o male la stessa trama, pur con tutte le differenze del caso, e invece no. In comune, romanzo e film, hanno i nomi delle protagoniste e l'ambientazione, il collegio femminile Bath, ben poco d'altro. Il che nel mio caso è stato un bene, perchè mi sono goduta il libro con la freschezza di un testo nuovo e non conosciuto, che mi è piaciuto più del film per il tono impietoso della narrazione, l'ambientazione temporale negli anni '50, la maggiore coesione della trama e della psicologia dei personaggi. Anche se, ripeto, i due hanno così poco in comune che un paragone si fa con difficoltà.
(Avvertenza #1: il testo si trova solo in lingua originale, in inglese.)
(Avvertenza #2: la differenza di trama non necessariamente evita l'effetto poiana.)

mercoledì 23 dicembre 2009

Patate al forno


Come ben sapete in questi giorni Milano si è trasformata nella versione brutta e disorganizzata di Stoccolma, e le strade sono impraticabili. Giusto il tempo di uscire a tagliare (troppo) i capelli, aspetto fiduciosa ed ingenua che il postino mi porti i miei autoregali, e nel frattempo cucino. Cerco di battere un po' la mia pigrizia, se no finisce che mangio caramelle per pranzo come ieri, amo le caramelle, ma non sono sicura che apportino al mio organismo la giusta quantità di proteine e sali minerali.
Patate al forno, un classico. Non saranno forbite come la zuppa a la francaise dell'altro giorno, ma sono incredibilmente buone. Diciamo che vanno bene per l'appuntamento numero due o tre, quando volete dimostrare quanto siete brave anche in versione più understatement, sceglimi e allieterò le tue domeniche piovose dul divano. (Lo so Silvia che te l'ho cucinate la prima volta in assoluto che siamo "ufficialmente uscite insieme", ma la nostra situazione era un po' diversa...)
Ricetta vecchissima, me la porto dietro dalle scuole medie. Ingredienti:
3 o 4 patate di media grossezza, possibilmente a pasta gialla (non ho idea di quanti grammi siano, media grossezza per me quanto un pugno chiuso, anche qualcosa di più)
un limone
olio
sale
vino bianco, sempre quello in cartone stile tavernello , un bicchiere bello pieno(sempre, sempre avere del vino bianco per cucinare!)
rosmarino
salvia

La ricetta è piuttosto lunghetta, soprattutto con quei nuovi antipatici forni ventilati che si, non bruciano, ma nemmeno cuociono tanto in fretta. La prima cosa, quindi, accedere il forno. 150/200 gradi, dipende da quanto è lento. Mettersi a pelare le patate, e farle tutte a cubetti. Cubetti piccini, di circa 2 cm l'uno. Versare l'olio (a occhio uno, due cucchiai) in un'insalatiera, aggiungerci un po' di sale (qualcosa come 2 cucchiaini scarsi), rosmarino (non il rametto, solo gli aghi) e salvia spezzettata.Bene: ora vi rinboccate le maniche, mettete le manine dentro l'insalatiera, e rimestate: ogni cubetto di patate deve ricoprirsi di olio, rosmarino, salvia e sale. Poi passate alla teglia: unta con un po' d'olio, e poi ci riversate dentro le patate. Livellatele a fate un unico strato, e buttateci sopra ancora un po' di rosmarino. Poi, nell'ordine: il succo di un limone, il bicchiere di vino, sale (poco, o saranno davvero immangiabili) pepe nero. Le patate, insomma, saranno sommerse da un sacco di roba. In forno per 40/50 minuti, controllatele ogni decina di minuti, io le tolgo dal forno quando hanno fatto una bella crosticina e del vino e del limone non c'è più traccia. Sono buonissime, davvero. Valgono tutto il tempo passato a prepararle.
Ecco, magari questo è un piatto la cui preparazione non è l'attività più eccitante da osservare (in particolare quando dopo che avete rimescolato le patate nell'olio e rosmarino avete tutte le mani unte), per cui fatelo in anticipo. Calcolate i tempi in modo che la vostra lesbica arrivi ta-daan! proprio mentre leggiadre, guanto da forno alla mano (proprio come per i grembiuli, ne esistono di non imbarazzanti), poggiate la teglia in tavola, affianco alla bottiglia di vino già stappata.Altro momento da tenervi per voi: le imprecazioni al tappo di sughero che minaccia di rompersi e rovinare il vino.
Io ti aspetto, oh postino!


martedì 22 dicembre 2009

In the quicksand


Visto che per natale ho ricevuto tutto quello che volevo, e ancora qualcosa, (si, conosco già i miei regali di natale), mi sono regalata il biglietto per vedere La Roux, questo marzo. Non ce le facciamo scappare, queste ragazzine inglesi dai capelli rossi e la musica eletroclash, proprio no.
La povera ragazza, probabilmente per via del viso androgino, della scelta di indossare un abito maschile in uno dei suoi video più famosi (I'm not your toy) e un paio di testi ambigui, è anche ritenuta universalmente lesbica, tanto che le ragazzine sue fan si spogliano ai suoi concerti lanciando i reggiseni sul palco e rimanendo sorridenti e mezze nude davanti a lei.
Spiacenti, Elly Jackson ha smentito:

It's the fact that they think I want their bras — that's what's weird about it. One girl in Toronto stood there for ages with her boobs out. Everyone just thinks I'm a raging lesbian and I want to see everyone's boobs. Sorry, I'm not.

Pur mantenenedo a riguardo la mia solita opinione (non mi importa granchè, e non capisco l'insano interesse che invece dimostra gran parte della gente)(ragazzine, se ci volete fantasticare su, potete farlo anyway), c'è da ammettere che qualche segnale ambiguo c'è eccome, foss'anche solo il testo di Quicksand:

I'm the obsessor
Holding your hand
It seems you have forgotten
About your man
Alone in the darkness
My bed's a different land
Your touch intensifies
And I'm in the Quicksand

Rimane il fatto che condivido quanto ha detto riguardo il suo pubblico:

I don't care who comes to the gigs or who likes the music, as long as it's for the music and not because they fancy you. That's a s--t reason to come to a gig.

Ed è proprio perchè mi piace la musica che sarò sotto il suo palco, a marzo, e che ve li consiglio (i La Roux sonom, infatti, un duo).

lunedì 21 dicembre 2009

Lez cook



A grande richiesta, la rubrica di cucina, ovvero "prendi per la gola la tua lesbica"!
Cucino piuttosto bene, io. Quando si tratta di farlo per altri. Se devo sfamare me basta un brodino e delle carote (troppo pigra anche solo per sollevare una padella); ma se devo farlo per altri (generalmente tha frog, perchè se le porzioni da preparare superano i due partecipanti torna in gioco la pigrizia), mi ci applico, con risultati piuttosto soddisfacenti. So prendere una lesbica per la gola: difatti l'ultima che ho irretito con delle patate al forno è la mia cara fidanzata da quasi tre anni buoni.
Quindi datemi retta, care lesbiche: la cucina funziona, sempre. Che so, zuppa di zucchine e avocado, un vino bianco decente, niente candele (scontato!) ma una colonna sonora ad hoc = meta! In questo caso, mi spiace, ma la cucina sarà vegetariana. Non tocco ne cucino carne da 4 anni, e comunque le verdure fanno più bene, davvero. Costano meno (così potete investire sul vino), non vi restano sullo stomaco e non si infilano fra i denti in maniera antiestetica.
Un paio di considerazioni generali:
  • No ai fritti. NO.Sono buoni, buonissimi i fritti. Ad avere Burdocks in Italia ci mangerei una volta alla settimana, ma se dovete cucinarli voi i fritti sono un no-no. La frittura perchè non si ammosci va fatta al momento, la casa puzzerà di friggitoria, l'olio bollente è notoriamente subdolo e le mani a chiazze causa scottatura da olio non sono esattamente eccitanti.
  • I piatti migliori sono quelli che possono essere preparati in anticipo, e rifiniti quando arriva l'ospite. Come zuppe, budini, risotti: vostra lesbica vi vedrà solo armeggiare leggere col cucchiaio mentre fate rassodare la vichysoisse, e non mentre parlate con le polpette chidendogli perchè diavolo non vogliono rassodarsi.
  • Gli alcolici: sempre. Sempre. Risparmiate i soldi delle candele e comprate una bottiglia di vino almeno decente. O birra. La birra va sempre bene.
  • Procuratevi un grembiule poco imbarazzante, che possa essere visto anche da occhi altrui. E' peggio, molto molto peggio (ve lo assicuro) ritrovare i vostri vestiti (nuovi) macchiati e correre in negozio per comprarvi lo stesso identico maglione macchiato mentre facevate rosolare le zucchine.
  • Le porzioni: no a quelle microscopiche da nouvelle cousine che sembrano antipasti, mentre in realtà sono trionfi di pasta in un nido di gamberi ripassati flabè ovvero "il primo". No anche ai piatti abbondanti, fanno venire sonno e poi vi ritrovate sul divano a guardare assieme L word.
  • No ai piatti cretini come filetto al cioccolato rosolato ai lamponi verdi del Tibet. Non sono intriganti, sono disgutosi.
  • No alle decorazioni stile nouvelle cousine di cui sopra, con una macchietta di cibo al centro del piatto e strane stelle filanti di decorazione a lato: non siete Pollock.
  • Si a provare il piatto prima, almeno una volta, se è una cena davvero importante o non l'avete mai fatto. E' peggio, molto peggio, scusarsi imbarazzate per la crosta bruciata del polpettone, con la vostra lesbica che vi guarda con un po' di imbarazzo misto a compassione, e scansando con grazia la parte carbonizzata sospira ma no, tranquilla...
  • Tenere sempre in casa una confezione di magnesia. Sempre. Costa 90 centesimi, ve la vedono al supermecato, è più veloce del sorbetto e c'è sempre il non si sa mai in agguato (scusa, posso avere doppia porzione di verdure gratinate? Certo, prendi pure! Troppe porzioni= sonnolenza e nausetta= magnesia!)
  • Informatevi sempre sui gusto dell'avventrice. Allergie a parte, ognuno ha le sue fisime alimentari. Io ad esempio non sopporto i broccoli, l'odore dei broccoli mi fa venire la nausea e una casa che puzza di broccoli certo non mi fa venire voglia di spogliarmi.
Va bene, ed ora una ricetta. Facile da fare e di sicuro effetto, la zuppa di cipolle alla francese. No, non lederà il vostro delicato fiato. Le cipolle danno problemi solo da crude, cotte a puntino sono proprio come una qualsiasi verdurina
Le dosi sono per due persone (ricetta presa da un vintage Anna in cucina: speciale minestrone e zuppe, anno del signore 1996)

200 grammi di cipolle "bionde"
750 ml di brodo vegetale
mezza baguette a fette
un cucchiaio di farina
vino bianco secco (va benissimo quello da un euro stile tavernello)

Prima cosa da fare è il brodo: acqua, dado vegetale, un filo d'olio, sul fornello finchè non bolle.
Tagliare le cipolle a julienne, e farle imbiondire (devono diventare morbide e leggermente dorate) in una casseruola con una noce di burro. Bagnarle col bicchiere di vino e lasciar evaporare. Cospargete col cucchiaio di farina (attenzione a non fare grumi), mescolate ben bene le cipolle e versate il brodo bollente. Cuocere per mezz'ora a fuoco medio, pentola scoperta.
Una volte pronta avete due opzioni: versarla nelle ciotole così com'è, oppure frullarla e riemetterla poi sul fuoco. La versione frullata è meno rustica e più facile da mangiare. Accompagnare con la baguette leggermente tostata, sale e pepe nero in tavola.

La zuppa di cipolle è facile da fare, tremendamente buona, e potete sempre uscirvene con battute come si, siediti pure e versati un bicchiere di Chardonnay. Per antipasti ci sono tartine di brie e miele. La zuppa è subito pronta, solo un minutino

giovedì 17 dicembre 2009

One of us! One of us!


Non è affatto una notizia fresca (4 dicembre), ma merita d'essere menzionata. Il discorso di Diane Savino, senatrice dello stato di New York, in merito al riconoscimento di matrimoni tra coppie omosessuali nel medesimo stato. Sono indecisa fra il mettermi a piangere per la commozione o per la frustrazione. Ma siccome è Natale, chiederò a Babbo Natale oltre all'ipod, Liz Lemon e per favore l'arrivo di tutti i pacchi ordinati questo mese, d'infilare un po del senno di Diane nelle teste dei politici italiani.
Io ci spero, ma mi sa che faccio prima a sperare che il postino affronti il cumolo di neve davanti al cancello e finalmente mi porti tutti gli autoregali che mi sono concessa.
Il video lo trovate qui.

mercoledì 16 dicembre 2009

Lesbian yellow-sour-fruit



Caro dio della televisione, grazie per Tina Fey.
Cara Tina Fey, grazie grazie grazie per Liz Lemon.
Caro Babbo Natale, per Natale vorrei proprio Liz Lemon.
Baci, Marta.

(se non avete mai visto 30 rock, fatelo)

martedì 8 dicembre 2009

This joke isn't funny anymore


Non è per Wally, santo cielo; potrebbe anche essere una ragazza. Cioè, se fosse stata una ragazza, magari una del mio dorm avrebbe passato l'estate a dipingere scenari per qualche compagnia teatrale, o visitato il Galles in bicletta. O magari avrebbe affittato una stanza a New York e si sarebbe messa a lavorare per un'agenzia pubblicitaria o per un giornale. Si tratta di tutti quanti. Tutto quello che la gente fa è così...non so: non sbagliato,no. Neppure stupido, e nemmeno meschino. Solo così insignificante, così minuscolo così... deprimente. E il peggio è che se ti metti a fare il bohémien o qualche altra stranezza del genere, sei conformista lo stesso, come tutti gli altri. Solo in modo diverso. Mi sento così strana. Forse sto diventando matta. Forse lo sono già.

J. D. Salinger, Franny e Zooey

Un modo molto verboso e poetico per dire che noi si chiude per un po'. This joke isn't funny anymore, per l'appunto.

sabato 5 dicembre 2009

Intrigo scolastico


Libro da cui è tratto Election

Più crudo cinico e dispersivo rispetto alla versione cinematografica, ma ogni libro del signor Perrotta è sempre una garanzia. Tammy io continuo a pensare che dovrebbero esserci i tuoi poster in ogni stanzetta e fan club (con annesse creepy fan fiction) a tuo nome.
Concludo dicendo che essere lesbica (lesbiche) fin ora non mi (ci ) ha portato alcun vantaggio tangibile, vestirmi (vestirci) come una cretina (cretine) si: cinque minuti al freddo anzichè un ora e 39 euro risparmiati. Devo (dobbiamo) rivedere le mie priorità, ja ja.

giovedì 3 dicembre 2009

Where would you be without mummy?



Grazie Glamour, perchè sei sempre una garazia: risparmiando solo poche settimane, posso per mettermi gli abiti che proponi. M'informi che Vienna è la nuova meta privilegiata da gay e lesbiche, e noi stiamo giusto meditando da un po' di andarci. Mi offri spunti per i post, quando la cosa più lesbica che ho fatto questa settimana è stata mettermi una camicia a quadri (Tammy ti penso sempre) e comprarmi Gioia solo perchè c'era Natalie Portman in copertina. Con 2 euro e 20 mi offri Omosex "sono gay e faccio un figlio" (Glamour, se vuoi posso offrirti un titolo esotico per il prossimo numero: Omosex, "sono lesbica e porto i tacchi", i miei piedi oggi più che mai lo possono testimoniare). Sensazionalismo da copertina a parte, bisogna ammettere che l'articolo non è ne irrirtante, ne qualunquista, il che per gli articoli a sfondo sentimental/sessuale di Glamour è ben strano. Immancabile pareri dell'esperta/ piscologa/ terapeuta, e un paio di testimonianze, plus vari suggerimenti di letture per approfondire. Insomma, se siete lesbiche nulla di nuovo sotto il sole. Ma immaginatevi una lettrice clichè di Glamour, disinibita ma non troppo, modaiola ma con stile, amica dei gay ma solo di quelli con cui va a fare shopping, intenerita davanti ai cuccioli di gattino ma pronta a difendere, con le unghie e con i denti gl'innocenti pargoli dai famelici gay e dalle pelose lesbiche che li vogliono in adozione. Può sempre smuovere qualcosa, che so, sapere che i bambini non solo non crescono fan di Cher, ma addirittura bene. O che il terribile trauma di avere due mamme/due papà è una simpatica favoletta, tutt'alpiù i bambini crescono perfettamente sani, intelligenti, e in grado di difendersi dai compagni "normali."
Che poi, grazie alla trasmissione O', ho capito (questo quando Daniela Maiorca non era impegnata a promuovere spudoratamente Viola di Mare. Proiettarlo nelle scuole? Che, scherziamo, vero? Ieri ho visto Gran Torino. Quello, andrebbe proiettato nelle scuole. Adolescenti, continuate a guardarvi Skins che Naomily ha sicuramente molto di più da insegnarvi che un film che non parla di un amore sadico, ne masochista, che non parla dell'amore fra due donne, ma fra due "persone" ...) che se mai mi verrà la bizzarra idea di fare un bambino, ci vorranno tanti soldi. Ma tanti, davvero tanti tanti soldi. Così tanti soldi che faccio prima a ricomprarmi Vogue e risparmiare per l'esosissima haute couture tanto diligentemente proposta.

mercoledì 2 dicembre 2009

Le bisessuali sono delle dannate untrici

Premessa fondamentale: il titolo non va preso sul serio, che nessuna bisessuale si offenda! E' solo una battuta venuta fuori a proposito del contagio dell'Hiv tra le lesbiche, viste le statistiche in aumento sulle donne contagiate da partners maschili. E' servita a scaldarci per qualche minuto ieri al banchetto di Arc per la Giornata Mondiale contro l'Aids.
Come da premessa, ieri 1° dicembre, con la ormai famosa associazione lgbt cagliaritana Arc, sotto l'ormai famoso Bastione, si è fatto il banchetto informativo per la lotta all'Aids in occasione del World Aids Day. Dietro il banchetto nonché sotto la pioggia a volantinare il materiale informativo, un nutrito numero di volontari surgelati. Sul banchetto, brochures pensate da talenti della comunicazione e della grafica, cestini ricolmi di fiocchetti rossi con spilla confezionati a mano dall'autrice del titolo e da un instancabile consociato, leccalecca a forma di cuore a ricordare che il sesso non è solo causa di malanni, profilattici, e con grande stupore di tutti persino lei, la Mina Mazzini degli strumenti di prevenzione delle M.T.S., il dental dam.
Perché per quanto i dati sul contagio tra lesbiche siano infinitesimali rispetto a quelli sul contagio nei rapporti eterosessuali e omosessuali maschili, il rischio non è accettabile e le precauzioni esistono anche per noi. Nello specifico, in un fashionissimo colore viola e al leggero aroma di frutta. Un consiglio: se volete leccarlo per verificare il sapore (o per i motivi a cui state pensando voi e da cui io mi dissocio) prima sciacquate via il talco..o vi resterà sulla lingua mooolto a lungo.
Se siete a Cagliari e ne volete qualcuno in omaggio, ci trovate stasera al Rainbow Cafè di via Rossini a partire dalle 21,30.

martedì 1 dicembre 2009

A qualcuna piace donna

(In foto: Paola Concia e la collana hawiana che avremmo voluto anche noi per il Pride)

Il partito democratico ha anche un canale televisivo online, youdem, con una trasmissione a tematica gay: O'. Qualche giorno fa la sesta puntata (intitolata, come questo post, A qualcuna piace donna) cercava di affrontare il tema del lesbismo in Italia. In studio Paola Concia, Daniela Maiorca, Daniela Bellisario, Ricarda Trautmann. In collegamento telefonico, Delia Vaccarello.
Mi aspettavo qualcosa di più.
In sostanza la trasmissione risulta annacquata un po' come il PD, con la tendenza a non andare nè da una parte nè dall'altra, il momento della marchetta (ad un certo punto davvero imbarazzante) e una discussione un po' sfiancante (fra i punti toccati, di nuovo la contrapposizione tra scelta omossessuale ed innamorarsi della persona, di nuovo le lesbiche come fantasia dell'uomo etero, incredibilmente la presunta antipatia fra gay e lesbiche).
Non che ci sia qualcosa di esplicito da criticare (a parte gli interventi ilari di Daniela Maiorca), ma nel complesso la trasmissione è stata mal condotta, dando l'impressione di una conversazione informale o, meglio, di mancanza di serietà, con la sola eccezione di Daniela Bellisario (c'è da dire però che Delia Vaccarello non vi ha realmente preso parte, sia per l'assenza in studio che per problemi di collegamento, e che la partecipazione di Ricarda Trautmann era resa difficoltosa dallo scarto linguistico).

lunedì 30 novembre 2009

Tammy Metzler for president

Lesbiche, gettate la vostra piastra e riniziate a mangiare: Shane è ormai acqua passata! Il nostro idolo, nuovo unico ed incontrastato é Tammy Metzler. Ma si, che è un personaggio di fiction anche questo, ed è anche molto, molto più facile da imitare! Nessun taglio di capelli che sfida la gravità, nessuna improbabile mise che se pesate più di 48 kg sfiora il ridicolo, nessuna fatica nel rimorchiare ragazze su ragazze nei locali, e basta col comprare pennarelli nuovi per ampliare la vostra chart: no, Tammy è alla portata di tutte! Infilatevi una comoda camicia a quadri da boscaiolo, lasciatevi crescere i capelli e procuratevi un walk man: ta daan, il loook a la Tammy è fatto. Certo, la cara Shane aveva un certo fascino, ma non credete che Tammy sia da meno. I motivi per cui dovrebbe piacervi Tammy sono innumerevoli, vi basti sapere che si fa espellere dal suo noioso liceo americano di provincia per esser spedita in una rigida scuola cattolica femminile. (con tanto di divisa, ovviamente).E no, non perchè ha una crisi di fede e vuole stare più vicina a Dio. Le gesta di Tammy sono narrate in Election filmetto carino in onda sul digitale terrestre in questi giorni, e in Intrigo scolastico (case editrici per favore basta storpiare i titoli grazie ) di Tom Perrotta. Che se è bello anche solo un quarto di L'insegnante di astinenza sessuale, sempre del signor Perrotta, sarà una gran lettura.
Insomma: Tammy è intelligente, si veste malissimo ma può migliorare, non si riempie la testa di paranoie (oh mio dio mi piacciono le ragazze o mio dio mio dio mio dio) a proud freak, in sintesi è una sorta di Juno versione lesbica. Diffondetene il culto.

sabato 28 novembre 2009

Pomodori Verdi Fritti alla Fermata del Treno


Non so se vi sia mai capitato di riguardare un film che avevate visto tempo addietro, magari ragazzine, magari solo più ingenue, e rendervi conto che non avevate capito proprio niente. A me è successo qualche settimana fa, con Pomodori Verdi Fritti alla Fermata del Treno.Di quel film ricordavo soltanto una sensazione di malinconia, un brutto affare riguardante delle rotaie e una ricetta che solo uno yankee poteva aver pensato. Se capitava di nominarlo rispondevo solo che si, mi era piaciuto, ma non sapevo argomentare il perché. Certo mi ero chiesta come mai in un forum lesbico il nome del personaggio principale venisse usato come nick name, ma da diverse ricerche sulla trama del film risultava il racconto di una forte amicizia tra due donne o, nel peggiore dei casi, veniva fuori una recensione come questa. E io, in buona fede, ci ho creduto. Finché, mossa dall'ennesimo parere positivo venuto da fonte stimata, ho deciso di riguardarlo.
Il film uscito nel 1991, e rispettivo libro da cui è tratto, Pomodori Verdi Fritti al Caffè di Whistle Stop, non è a tematica lesbica. Non è un film sull'amicizia. Non è un film sul razzismo. Né sull'emancipazione femminile, sulla solidarietà o sulla vecchiaia. E non è un film storico. Ma ci troverete tutto questo, saltando dagli anni '90 ai '20\'30 del Novecento.
La storia d'amore tra Idgie e Ruth non cava gli occhi a un cieco, ma a noi si, è inevitabile. Io non me l'aspettavo, così non ho atteso invano un bacio o un gesto più codificabile e mi sono potuta godere gli sguardi, e non solo quelli tra le due, la frecciatina sui bollori durante la battaglia del cibo e tanti piccoli segnali che lo spettatore può cogliere o meno, che a sentire Wikipedia nel libro sono più marcati, ma che danno al film un sapore più intenso, se ce ne fosse stato bisogno, o forse solo diverso da quello che può sentire mia madre. In ogni caso un sapore che a me è piaciuto.

giovedì 26 novembre 2009

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire

Nella foto, Yasmine Garbi. (Ovvero, Miriam Wu.)

Questo è il mio ultimo anno d'università. A meno che his noodly appendage non accolga le mie preghiere e faccia di me una dottoranda, questo è proprio l'ultimo. Il che vuol dire che questo blog (sempre se sarà ancora in piedi) perderà parte consistente dei suoi spunti, che i racconti dal call center sono si divertenti (solo per chi li legge, voglio sottolineare) ma raramente "a tema". Per cui oltre a ritornare nel gorgo di isteria da call center (siamo realisti, su, ho una laurea in scienze filosofiche) , i giovedì mattina non mi frutteranno più informazioni interessanti come:
  • Proust oltre ad essere ebreo e antisemita, era anche gay ed omofobico. Che bravo, eh! Proprio bravo. Chiama il protagonista del suo libro Marcel, ma guai a dirgli che è lui. Vi sfida a duello. Marcel è un voyeur represso che spia gli uomini che scopano, per poi commentare che non c'era abbastanza forza. Guai a dire a Marcel che Marcel è Marcel! Ne rimarrebbe mortalmente offeso. Tutta la sua vita era impiegata a nasconder l'esser gay, e criticare che invece viveva gaiamente la sua omossessualità. E a parere personale, la Recherche è un libro mortalmente noioso.
  • Daniel Paul Schreber era un paziente del dottor Freud. Aveva un po di problemi mentali, e fra le altre cose era anche gay. Siccome talune forme di malattia mentale ti portano ad essere incredibilmente creativo, Schreber nascondeva la sua omosessualità con un ragionamento assai contorto: io non amo gli uomini, amo le donne. Ma quell'uomo meschino mi odia! Sono dunque legittimato ad odiarlo a mia volta. Ecco, io non lo amo. Lo odio.
Insomma, la prossima volta che incontrate una lesbica che si dichiara contro le adozioni gay, non saltatele alla gola. (Vero Geco? )Pensate al travaglio interiore che sta vivendo, e tirate dritto. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

mercoledì 25 novembre 2009

Perchè la violenza ci riguarda sempre



Oggi, 25 novembre, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza Contro le Donne, un blog di donne dedicato alle donne (e ai migliori rappresentanti dell'altro sesso) deve fare la sua parte e vista la mia assenza fin troppo prolungata la farà tramite me.
Se ci facciamo un'idea del problema dalle principali campagne di sensibilizzazione dedicate a questa giornata, possiamo persino pensare per un momento che la cosa non ci riguardi più di tanto: il dito è puntato contro la violenza domestica, con un chiaro riferimento al marito che picchia una moglie che non si ribella. Un occhio pesto e la scritta è stato il tappo dello spumante serve a scuotere loro per prime, le donne che non denunciano. D'altronde con certi numeri davanti sarebbe folle non soffermarsi lì, per prima cosa: per violenza domestica muore in Italia una donna ogni 3 giorni, nel mondo la subisce una donna su 6. E' una guerra. Anzi di più. E' un cancro. Anzi di più. E' la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne tra i 16 e i 44 anni. Più di quelle causate dalla guerra. Più di quelle causate dal cancro.
Ma la violenza sulle donne non è fatta solo di botte dal marito. Sono le botte di un padre alla figlia. Sono gli stupri in famiglia. Sono le umiliazioni continue verso qualcuno che non merita lo stesso rispetto di un uomo. E' il mobbing sul lavoro. E' lo stupro per strada per soddisfare un istinto con un corpo anonimo, che non è una persona, ma una facile preda. E' lo stupro non cosciente di chi crede che un no sia un si, come da convenzione nell'educazione delle fanciulle ancora negli anni 50. Di chi crede che esistano davvero i doveri coniugali. E' la prevaricazione vigliacca di chi non per merito, ma per biologia ha più muscoli e sente pure il bisogno di dimostrarlo. O di chi non sopporta l'idea che il sesso debole possa sfidarlo. Come il dittatore dominicano Trojillo, che il 25 novembre del 1960 fece trucidare le tre sorelle Mirabal, tre rivoluzionarie che si opponevano al regime e che per questa ribellione hanno pagato caro. In loro onore venne scelta questa data per ricordare al mondo almeno una volta l'anno che conviviamo con le barbarie menzionate, e nel 1999 l'Onu la proclamò giornata internazionale.
Ma nella guerra alla violenza di genere non basta risvegliare la coscienza delle donne. L'uomo ha parte attiva e lo dimostra la Campagna del Fiocco Bianco, nata nel 1989 da un gruppo di uomini canadesi all'indomani della strage del 6 dicembre al politecnico di Montreal, in cui 14 ragazze vennero uccise da un antifemminista, e lanciata nel 2006 anche in Italia in occasione del 25 novembre. Oltre all'esempio delle proprie azioni, un impegno a contrastare la violenza intorno a sé dichiarato da un nastrino bianco sulla giacca o al polso, o dovunque purché in vista.
Qui i dettagli di alcune delle manifestazioni organizzate per oggi in tutta Italia. Google saprà sicuramente darvi maggiori informazioni sulle città non in elenco. Quanto a Cagliari questo è quello che so e non è un granchè.
In conclusione, questo manifesto di Telefono Donna doveva essere affisso a Milano l'anno scorso, ma venne ostacolato dal Comune in quanto offensivo verso il credo cristiano. Ci tenevo a mostrarlo a chi se lo fosse perso.
Alla lotta.

martedì 24 novembre 2009

L'altro martedì


Che posso farci? E' amore!

Nel corso degli anni ho sviluppato una sincera paura per il silenzio. Qualsiasi cosa io faccia, c'è sempre un rumore di sottofondo: che sia la tv, musica varia , o molto più spesso la radio, ogni azione è accompagnata da un ronzio di base, che altrimenti rischio di sentirmi seriamente a disagio e non concentrarmi su nulla. Visto che la tv è piuttosto deprimente e ascoltare musica in genere mi distrae troppo, ho imparato ad affidarmi ad un unico mezzo: la radio. Per me la radio è solo Radio Popolare. Non ho nemmeno idea di cosa si celi dietro le altre frequenze, e francamente non mi interessa. La prima cosa che faccio al mattino, caffè alla mano, è accedendere la radio. Quando faccio la doccia, ascolto la radio. Se non riesco a prendere sonno la notte/ mi sveglio troppo presto la mattina, accendo la radio. Quando sono fuori Milano e quindi non c'è la radio, mi manca moltissimo e sospiro sentendo insipide frequenze e sapidi conduttori.
Da 27 anni Radio Popolare il martedì (oggi!) manda in onda, dalle 22.40 alle 23.30, L'altro Martedì, trasmissione gay e lesbica. Se non siete di Milano o zone limitrofe, o siete a rimorchiare fanciulle nel locale di turno, potete o ascoltarlo in streaming, o scaricare da qui il podcast. Ne vale sempre la pena: per farvi un esempio mesi fa io e the frog , grazie alla trasmissione, ce ne andammo gratis e gaudenti all'anteprima milanese di Milk. Film a parte, abbiamo guadagnato una gran quantitò di spille Milk e una locadina del film, che ora veglia su di noi mentre facciam colazione, radio rigorosamente accesa.

lunedì 23 novembre 2009

Un po' di filosofia


1580: Montaigne, sulla consuetudine.

Se certi fatti ci sembrano straordinari, ciò è frutto della nostra ignoranza della natura, non dell'essenza della natura.
[...]
L'assuefazione indebolisce la vista del nostro giudizio.
[...]
Le leggi della coscienza, che noi diciamo nascere dalla natura, nascono dalla consuetudine; ciascuno, infatti, venerando intimamente le opinioni e gli usi approvati e acolti intorno a lui, non può disarne senza rimorso nè conformarvisi senza soddisfazione.
[...]
Il principale effetto della sua potenza è che essa (la consuetudine) ci afferra e ci stringe in modo che a malapena possiamo riaverci dalla sua stretta e rientrare in noi stessi per discorrere e ragionare dei suoi comandi. In verità, poichè li succhiamo col latte fin dalla nascita e il volto del mondo si presenta siffatto il nostro primo sguardo, sembra che noi siamo nati a condizione di seguire quel cammino. e le idee comuni che vediamo aver credito intorno a noi e che ci sono infuse nell'anima dal seme dei nostri padri, sembra siano quelle generali e naturali.
[...]
Per cui accade che quello che è fuori dei cardini della consuetudine, lo si giudica uori dei cardini della ragione; Dio sa quanto irragionevolmente, per lo più.

domenica 22 novembre 2009

venerdì 20 novembre 2009

Eppur si muove


Allora, che Mara non ci piaccia particolarmente (sietesoloinvidiose!) non è una novità. Però, poverina, ammettiamolo: ultimamente ci prova. Spot in tv, pullman antiomofobia parcheggiato in piazza Duomo (seguiranno foto quanto prima), e questa dichiarazione. Mi vien da pensare che andrebbe inaugurata una nuova rubrica, hey! non pensavo potessi dire/fare cose sensate, ma guarda un po', sono assai stupita!
Ora, si potrebbe anche aprire un lungo, farragginoso dibattito, sull'accontentarsi delle briciole, su quanto siamo messi male ci dobbiam accontentare di queste briciole, non andremo da nessuna parte bla bla sono solo briciole, che? devo credere a una che si è guadagnata la poltrona da ministro facendo biiip a Berlusconi?, non è così che si cambiano le cose. E' vero. Ma sapete qual'è il vero problema?
Che ieri mi sono comprata un'altra pelliccia finta ma ovviamente non avrei dovuto farlo, e le dannate poste italiane non si decidono a cosegnarmi i miei dannati baffi da due settimane, la panna di soia sta per scadere non so come usarla, mi fan male le gambe perchè come al solito ho esagerato in palestra, e quel dannato esame di teorie del linguaggio e della mente probabilmente verrà con me nella tomba, visto l'andazzo.
Quindi, si. Oggi ci si rallegra delle briciole e si spera (ingenuamente) che le cose migliorino, prima o poi. E festeggiamo Geco che ha passato statistica, go Geco!


Milanesi, nessuno sa nulla della manifestazione/ sit in che dir si voglia baci contro l'omofobia in piazza Castello sabato?

giovedì 19 novembre 2009

Era meglio tacere


Fonte: gaywave

Che posso farci? Di questi tempi straripo odio gratuito da ogni poro, lo ammetto. Sguazzo in un brodetto d'insofferenza e quando leggo certe affermazioni, mi vien solo voglia di dare fuoco alla tv, espatriare, e dimenticare l'italiano.

Barbara D'Urso: adoro i gay! Io sono pazza di gioia: del fatto di essere la signora della domenica, ma soprattutto di essere diventata un'icona gay, come Raffaellà Carrà.

Certo. Difatti non è non è nella tua (orrenda) trasmissione che hanno avuto luogo fra le peggiori discussioni sull'omosessualità che si siano mai viste in tv, no, erano da Corrado Augias. Non sei tu che, con quei ridicoli vestiti finto maschili e quelle tette sempre in mostra durante le suddette discussioni non batti ciglio, lasciando che ai tuoi amati! amichetti gay vengano apostrofati come sodomiti, no no, anche in quel caso era Corrado Augias. Non sei tu che, ogni santa domenica, ci ammorbi con i tuoi luoghi comuni sui trans, il crocefisso, i rumeni, la recessione, i gay, pure in quel caso Corradino Augias. (Mentre ci metterei la mano sul fuoco che questa domenica non parlerai che so, del decreto sulla privatizzazione dell'acqua)
E per la cronaca, non conosco un gay che sia uno che ti ritenga anche solo intelligente, figuriamoci un'icona.

E visto che ci sono, la parola lella/ lelle è BRUTTA. Già lesbiche non ci viene incontro a livello di fonetica, apostrofarsi con lelle mi pare proprio masochismo puro.

mercoledì 18 novembre 2009

Paranoid eyes


Fonte: afterellen.

Newsweek sostiene che i telefilm americani diffondano più che altro stereotipi del mondo omosessuale, citando ad esempio Glee, Grey's Anatomy, True Blood, House.
Personalmente trovo il dibattito sulla rappresentazione veritiera/stereotipata dei gay particolarmente sterile (come ben è stato detto, se in un film apparisse un personaggio negativo che è astronauta, difficilmente la categoria degli astronauti si lamenterebbe per l'onore ferito), ma anche a volerne discutere, non sono d'accordo sugli show su cui si punta il dito contro.
Non mi esprimo su House e True Blood che non seguo, ma tutto mi sembra tranne che in Grey's Anatomy Callie sia uno stereotipo, e così anche Arizona e Erica. Al contrario, l'intera storia è stata sviluppata con serietà e soprattutto personalità.
E per quanto riguarda Glee, giù le mani da Kurt. Cosa dovrebbe renderlo uno stereotipo? L'essere effeminato? Indovinate un po', i gay effeminati esistono. La passione per la moda? Semplicemente adorabile. E vi dirò di più, il discorso "moda" è abbastanza curato nell'intero telefilm (basta prestare un attimo attenzione ai vestiti di Emma, per rendersene conto) da non risultare uno stereotipo in Kurt. E poi, non può la passione della moda far parte di un personaggio gay senza renderlo automaticamente uno stereotipo? Sex and the city era uno stereotipo perchè Carrie aveva una passione per le scarpe?
Mi sembra ben più interessante il fatto che, ogni qual volta il personaggio di Kurt si trovi a situazioni delicate riguardo la sua omosessulità, si comporti sempre in maniera intelligente.
Sterile sterile sterile.
Più telefilm!

martedì 17 novembre 2009

Mommy complex



Mi fanno sempre un po' ridere le ricerche su quale sia il miglior genitore possibile. Coppie etero, coppie gay, genitori single, famiglie allargate, nonni libertini, genitori giovani, col guinzaglio stretto o con la briglia sciolta, le regole si, le regole no, una sana sculacciata non sia mai, la paghetta e le responsabilità.
Mi fanno ridere perchè per quanto abbiano voglia di sbatterci la testa, non arriveranno mai da nessuna parte. Sono convinta che una famiglia, nell'accezione più larga e psicologica del termine, sia una costruzione così complessa e delicata che non possa essere spiegata con i dati e le statistiche, e l'educazione di un essere umano un qualcosa di ancora più difficile da definire.
Non ci sono situazioni o scelte buone in assoluto (sebbene alcune possano essere cattive in assoluto) e nonostante sia convinta che mia madre sia una persona speciale e la migliore madre che esista al mondo, so che non avrebbe segreti da elargire, se interrogata.
L'ultima ricerca di cui leggo (su queerblog) mi fa sorridere in maniera particolare perchè ribalta non solo le carte in tavola ma il tavolo stesso. Non soltanto, infatti, nega che gli etero siano automaticamente i migliori genitori possibili, ma addirittura sostiene che il posto più alto sul podio genitoriale andrebbe assegnato alle lesbiche.
Cito: Uno studio di ricerca negli anni ha scoperto che i bimbi educati da una coppia di donne sono più felici ed in salute dei figli cresciuti da coppie eterosessuali. E non c’è prova che dimostri che sia più probabile che siano gay.
Insomma, supermamme.
Anche se teoricamente questa ricerca ci viene incontro, però, non ci credo, così come non lo credo per gli etero (e i maschi gay, in tutto ciò, che fine hanno fatto?). Ogni situazione è a se e i tentativi di rinchiuderle in gabbie e generi è semplicemente fallace.

[In foto, non proprio una famiglia omogenitoriale. Pubblicità Burberry.]

lunedì 16 novembre 2009

Era meglio tacere



Fonte: gossipblog

Cara Fergie, non sei nemmeno come Megan Fox, che per quanto stupida come una zucchina lessata e irritante come un raffreddore che ti perseguita da un mese almeno è una bella giovinetta, no, tu sei pure vecchia, strapiena di botox e noiosamente trasgressiva, color mattone trita e ritrita. Non se se certe affermazioni al limite del ridicolo te le suggerisca il tuo manager, per puntare l'attenzione ancora un po in quel (brutto e cacofonico) gruppetto in cui militi, o magari non avevi preso le tue medicine, o magari pensi davvero (mon dieu!)che qualcuno possa eccitarsi all'idea di te avvinghiata ad un altra donna 95% botulino e 5% lampada, ma per favore, nessuno vuole sentire le tue affermazioni finto ingenue/ veramente sexy/ trasgressive:

Sono stato molto onesta con lui sin dall’inizio. (Il marito ndr).Penso che le donne siano bellissime e in passato mi sono divertita molto con loro. Non me ne vergogno. Il problema è che mi piace anche l’uomo ben dotato. Ma solo per il fatto che mi piacciano le donne non significa che mi è concesso avere storie nella mia relazione. Grazie al mio psicoterapista ho scoperto che si tratta sempre di tradimento, anche se fatto con donne.

Oca.

domenica 15 novembre 2009

Fucking Amal


In una piccola città di periferia, dove davvero il nulla nullifica e nulleggia, è ambientato questo piccolo gioiello della filmografia lesbica. Da guardare assolutamente durante il liceo, o negli anni immediatamente successivi, sia per sentirsi più vicini ai personaggi (giovani e per una volta credibili come tali), sia per avere un po' di sostegno, se si vive in una realtà simile (per quanto simile possa essere una realtà del profondo nord alle nostre regioni).
Fucking Amal è un bel film prima di tutto perchè è ben girato. Nonostante la scarsa qualità della pellicola utilizzata, infatti, è chiaro che il regista sa quel che fa, come risulta dalla costruzione circolare del racconto e dalla persistenza di alcuni elementi tematici).
In secondo luogo, ha una bella colonna sonora, squisitamente adolescenziale (ad anni di distanza io canticchio ancora Superstar).
Ancora, è un film incredibilmente pacato, che non ha voglia e non ha bisogno di alzare i toni o attirare l'attenzione. Non ci sono scene di sesso, e anche di baci ne vediamo solo uno in tutto il film. E va bene così.

venerdì 13 novembre 2009

Addicted to you: Ellen Degeneres & Portia De Rossi

Io sto ancora male. Le mie tonsille hanno smesso di cercare di uccidermi, ma ancora non posso uscire di casa, col risultato che mi annoio parecchio e passo buona parte della mia giornata davanti al pc.
Oggi sono inciampata nell'intervista di Ellen Degeneres e Portia De Rossi all'Oprah Show:




Prestare attenzione a:
#1 Lo sguardo di Ellen quando Oprah le parla di Portia.
#2 Finalmente le intervistano in quanto "coppia sposata", e brava Oprah.
#3 Non si rinuncia alla pubblicità nemmeno nei video di youtube (ma l'uomo di cioccolato, lo ammetto, mi ha fatto venire fame).
#4 Verso la fine del secondo filmato, Madonna!

E' tutto, torno alla mia borsa dell'acqua calda.

mercoledì 11 novembre 2009

Still ill



Questo blog ha l'influenza. O almeno, due dei suoi componenti su tre hanno l'influenza. Una ieri anche perso il suo adorato lettore mp3, quindi fra un colpo di tosse e l'altro non fa altro che maledirsi. Insomma,non è un bel momento. (se non per guardare Battlestar Galactica)
See you later

martedì 10 novembre 2009

Scomunicata



Quella che vedete in foto, è la lettera di conferma del mio avvenuto sbattezzo. Il parroco ha avuto la gentilezza di spedirmela in modo che arrivasse di sabato, giorno in cui mia madre non lavora (almeno non in ufficio) e va invece al mercato del pesce. Non avendo più le stesse risorse economiche di quando sono stata battezzata, la battuta di mamma sul fare una festa di sbattesimo è rimasta tale. Avrei ripiegato su un vassoio di bignè, ma mio babbo, che al contrario della consorte il sabato lavora, non ha colto la velata richiesta di passare a comprarli all'uscita da scuola. Determinata a festeggiare ugualmente l'evento ho deciso che le orate del pranzo sarebbero state in mio onore, ho messo nel frigo un Vermentino Superiore che stava lì da un po' ad aspettare degli ospiti, sul frigo la lettera con una calamita e ho preparato dei muffins sostitutivi dei bignè. Dopo gli iniziali scetticismi, forse invidiose dei miei brindisi al Vermentino o grazie ai fumi dello stesso, anche mia madre e mia zia hanno annunciato la volontà di ufficializzare la non sudditanza alla Chiesa cattolica apostolica romana.
Ora sono ufficialmente un'apostata. Festa di sbattesimo a parte andava fatto. Per alleggerire loro il lavoro, perchè da atea e peccatrice non pentita avrebbero dovuto scomunicarmi da un pezzo. Per non sentirmi più ripetere "ma si che sei cattolica, sei battezzata" (tò). Per levare un numerino dalle loro statistiche gonfiate, in nome delle quali governano i Governi. Perché sono sempre stata rispettosa nei confronti di chi crede e della Chiesa e non ho mai pensato di sbattezzarmi per fare il bastian contrario, ma non ho ricevuto lo stesso trattamento in cambio. E allora si, andava fatto, per coerenza.
Visto che siamo in argomento lancio un appello: mi servono dei titoli da proporre per una rassegna cinematografica sul tema "religione e omosessualità". Via con il televoto.

lunedì 9 novembre 2009

Words over here, words out there



Foto che non ha assolutamente nessuna pertinenza col post qui sotto.

Ogni volta che leggendo un giornale incappa in un articolo brutto, o palesemente male argomentato/ non fondato, mio padre bofonchia sempre che le brigate rosse di giornalisti non ne hanno ammazzati abbastantaza. Senza stare ad ammazzarli, ad alcuni bisognerebbe togliere la penna di mano, bacchettargli la manina, e spedirli a fare un lavoro socialmente utile, come che so, il guidatore dell'atm (che a giudicare dai ritardi accumulati questa settimana ha decisamente bisogno di man forte). Ancor peggio del peggiore giornalista, c'è l'opinionista insignito da chissa chì. Ex reietti da reality, ex ex ex di un ex, strillano in tv e lanciano le loro perle di buon senso comune dai giornali, in attesa di finire nel limbo delle televendite. La settimana scorsa, mentre assonnata mi dirigevo in Università, ho avuto il piacere di leggere su City le perle di buon senso comune di Ringo. Mi piacerebbe poterla riportare per intero, ma nella stagione fredda noi accendiamo il camino, e basta lasciare incostudita, anche per poco, della carta, che inesorabilmente finirà lì.
Il simpatico opinionista ci dava la sua opinione (ovviamente!) sull'affair trans che invadeva la cronaca la scorsa settimana, che ormai non si è sentita voce gracchiare e dire la propria. In linea con lo "stile" che caratterizza sempre i suoi pezzi (si, cioè, raga, non è che io siccome sono famoso son più migliore, raga, sono sempre un uomo del popolo, raga, amo la famiglia non faccio vita mondana credo nei valori che mi hanno insegnato i miei genitori, raga, no ai rave si alla buona musica, raga, sono ciòvane dentro io, rock and roll!), se ne usciva con frasi sconcertanti riguardo alla presenza di trans in tv, strabordante solo perchè i politici, insieme alla cocaina, ne fanno uso. Insomma, io che sono giovane uomo del popolo rock'and roll, che diavolo c'entro con i trans? Eh già, perchè i/le transessuali mica si incontrano alla fermata del tram, mentre inutilmente aspetti che arrivi il 12, che sei in ritardo. No, l'unico modo per venire a contatto con questa strana forma d'essere umano è a- il grande fratello b- sbagliando strada (ma questo vale solo per Gasparri) c- intenzionalmente imboccando quella strada lì, un po' periferica e con tanti lampioni. d- essere un politico (ma non Gasparri).
Purtroppo nel camino è finita anche L'Unità di lunedì 2, con bellissimo articolo di Delia Vaccarello (reperibile però qui) sul razzismo mediatico, perfetto contrappunto a certe, banali, razziste, di buon senso opinioni.


Menzione speciale della settimana non se ne può più all' onorevole La Russa che, dopo non aver perso l'occasione di insultare Oddifreddi (uomo a cui lei, caro La Russa, non è nemmeno degno di allacciare le scarpe), saluta noi laici con belle frasi davvero allineate alla religione che difende con le unghie e con i denti. Abbiamo una classe dirigente che a volerla inventare, non potrebbe essere più ridicola

sabato 7 novembre 2009

Carezze di velluto


Il titolo ridicolo del libro è frutto della solita brutta tendenza italiana che non traduce, ma distorce.

Fra tutti i i libri di Sarah Waters, questo è in assoluto quello che mi è piaciuto di più. Letto diversi anni dopo aver visto la miniserie della BBC, ha tutto quelo che un libro (a prescindere dalla tematica) dovrebbe avere:

- è lungo
- è ben scritto
- è ben argomentato
- è narrato in prima persona
- l'ambiente/ il contesto è ricreato alla perfezione.

Insomma, al di là che la Waters scriva romanzi saffici, è un'ottima scrittrice. Libro assolutamente consigliato, così come la sua versione cinematografica.
(Seppure libro batte sempre film, eh)

venerdì 6 novembre 2009

Looks just fair


Ricordo una conversazione avuta con mia madre quando avevo su per giù dodici anni. I suoi alunni le avevano raccontato di come alcune discoteche fossero provviste di una sala gay, e di come questa fosse sempre incredibilmente piena. Essendo una persona squisitamente ingenua, mia madre si chiedeva il perchè, rispondendosi poi da sola che i gay probabilmente usavano quele discoteche per rimorchiare, dal momento che non potevano attaccare bottone con un pretesto al bar o in mezzo alla strada, non sapendo che reazione avrebbero scatenato.
Qualche anno è passato e qualcosa è cambiato, qualcosa no.
A Torino però esiste addirittura un'agenzia per cuori solitari che si rivolge anche a gay e lesbiche, e questa io non l'avevo ancora sentita. A quanto ho letto, sono soprattutto persone adulte che si rivolgono loro, persone che magari non hanno tanta dimestichezza (e/o fiducia) col computer, che non si troverebbero a loro agio in un locale, che hanno preoccupazioni di privacy per via del lavoro. O, magari, persone che non hanno fatto coming out (che, detto fra noi, penso sia ben più difficoltoso in età adulta). A questo proposito l'agenzia mette a disposizione uno psicologo che aiuti i clienti a dichiararsi a genitori ormai anziani, colleghi, figli e quant'altro, dimostrando non comune sensibilità.
Non mi sono mai fatta un giudizio particolare sulle agenzie matrimoniali et similia, non essendomene mai interessata, ma non vedo perchè, esistendo, non dovrebbero rivolgersi anche al mondo lgbt.
Per cui, che ben venga.

mercoledì 4 novembre 2009

Il circo è in città, anzi a Cinecittà


Venghino signori, più gente entra, più bestie si vedono. E il circo del Grande Fratello quest'anno propone non uno, ma ben due animali rari direttamente dal misterioso e lontano mondo lgbt. Dopo Silvia, la ex trans mtf (entrata già operata) dell'ottava edizione, che nonostante le pruriginose intenzioni degli autori pare fosse riuscita ad uscirne bene, e Siria, la lesbica che l'anno scorso dichiarava di essere l'uomo della coppia che paga al ristorante, quest'anno al GF10 si fa l'en plein, o almeno si tenta. Dopo giorni di toto trans sul nome del concorrente female to male (stavolta non operato), gli autori hanno infine spedito Gabriele nato Elettra, magazziniere e moto-munito, a far compagnia a Maicol, già nella casa in quota gay dichiarato.
Ma c'è un problema cari signori, la carta gay non ce l'avete ancora, non potete completare la scala con questo mazzo.
Quando ho visto per la prima volta Maicol in una puntata di Blob mi sono infastidita non poco. Avevo letto del bagaglio di problematiche in dotazione obbligatoria per un omosessuale che va in tv: orfano di madre dall'età di 8 anni, vive col padre che non sa di lui, indice di un difetto di comunicazione in famiglia non da poco vista l'estrosità del ragazzo. La scenetta riportata da Rai3 lo ritraeva isterico in mezzo ad un gruppo di machi che gli avevano rapito il pupazzo di Pimpi (sorvoliamo). La voce artefatta per emulare una sorta di Paris Hilton, le forcine tra i capelli e le mosse, diciamo che non rappresentavano al meglio l'omosessualità maschile, ecco. Poi è saltato fuori un video in cui il ragazzo, impacciatissimo e quasi spaventato dal termine gay che tratteneva in punta di lingua, dimostra ai coinquilini di conoscere bene la differenza tra un gay e un uomo che si sente donna, ammettendo di appartenere alla seconda categoria. E il fastidio nei suoi confronti è improvvisamente scomparso. Non mi posso accanire contro di lui per l'immagine che diffonde dopo averlo sentito dire “Mi sento come lei però in questo corpo, quando io mi guardo allo specchio non vedo lei, vedo me e non è una bellezza..anzi, è proprio uno schifo”. Come scrive il direttore di Gay.it nella lettera aperta agli autori del Grande Fratello, semplicemente Maicol non rappresenta gli omosessuali. C'è dietro molto di più, sicuramente parecchio di non risolto, ma non è omosessualità. Lui non ha nessuna responsabilità nei nostri confronti se un pubblico già ignorante viene ulteriormente confuso, ma chi l'ha buttato sotto il tendone per far ridere i teleconsumatori, spacciando un animale per un altro, si.

martedì 3 novembre 2009

Fashion rules


Misson Fall '08 (qualità migliore qui)

Anche oggi giornali, che ieri ho comprato Gioia. Perchè a- costa un euro b- in copertina capeggiava la scritta essere vegan è una scelta che costa (articolo assai irritante, ottusa d'una giornalista!) La rubrica delle lettere mi informa che non comprando Gioia la settimana passata mi sono persa ragazze che si amano, articolo o meno sulle lesbiche non lo saprò mai, che mettendomi gli occhiali resta comunque un'immagine microscopica. Di commento al sopracitato articolo abbiamo due lettere: una, lettrice lesbica che ringrazia il giornale per l'attenzione costante sull'omosessualità femminile . L'altra, che si complimenta con il giornale perchè (testuale ) io e le mie amiche ci baciamo sulle labbra quando ci incontriamo, ma non siamo lesbiche. E' solo un gesto d'affetto e di complicità: non ci vedo nulla di male e mi fa piacere che ora sia diventato comune anche fra le attrici. (Balmain, sto ancora aspettando il fegato!!)
Siccome sono ingenua, sono andata a spulciarmi il sito di Gioia cercando l'articolo di cui sopra, e invece ho trovato questi due. Link uno è un articolo stringato ma carino (e ,the ant, ci ho trovato un tuo commento!); sulle lesbiche in generale, il coming out e la totale mancanza diritti/ tutela. Link due, invece, è un po più sciocco e frivolo, e riassume un trend della passata stagione, per cui alcune pubblicità di grandi stilisti ammiccavano direttamente all'immaginario lesbo, con tanto di modelle/lesbica lipstick ( testuale, secondo l'autore dell'articolo: lesbiche da rossetto, l’equivalente del gay macho e insospettabile). L'immagine che apre il post non è da meno, con un bellissimo scatto per la campagna autunnale di Missoni, magistralmente interpretato da un utente anonimo su the fashionista.com: when i first saw this ad, I thought it was depicting a lesbian couple. The one on the left went out all night (partying) without telling the one on the right. So now she's sneaking into the house, only to find her gf waiting up for her--upset that she stayed up all night cooking pasta for both of them and it went to waste. That's my two cents...
Probabilmente il mio interesse per la moda ha ottenebrato la mia capacità di guidizio, perchè a differenza di tanti altri episodi (barsexual, ad esempio, o tante altre volte in cui donne poche vestite e con poco gusto amoreggiano fra loro per venenderti che so, un frullatore) ; queste foto, così come le altre dell'articolo di Gioia, non le trovo affato irritanti. Forse, anche perchè a differenza delle lesbiche- da- frullatore qui le foto sono molto belle, e le ragazze ritratte anzichè essere a- scosciate/ b volgarissime, sono estramemente ben vestite e molto, molto belle. O forse, perché il destinatario/ acquirente non è un uomo peloso sul divano, ma altre donne; anche se donne incredibilmente danarose.
Poi, certo, l'articolo linkato è davvero stupido. E qui si torna alla questione giornali da cui tutto è partito: tu, ottusa giornalista, e i tuoi pregiudizi sui vegani!

Sonia Rykiel, sempre autunno 2008. Doveva proprio essere l'annata, insomma.

lunedì 2 novembre 2009

What are words worth?


Sono convinta che la parola scritta sia più forte dell'immagine filmata, quando si tratta di sentimenti, semplicemente perchè per me è quella la loro forma. Parole, non immagini.
Per questo motivo tendo a preferire sempre un romanzo ad un film a tema, soprattutto se l'autore è di quelli che sanno tenere la penna in mano, vedi Sarah Waters), le dichiarazioni di scrittori a quelle di attori e registi (solitamente più sostanziose, meglio organizzate e meglio argomentate).
Oggi Afterellen intervista Patricia Cornwell, ma io ho letto i suoi libri troppo tempo fa, per scriverne su questo blog in una maniera diversa dal riportare semplicemente domande e risposte. Faccio prima a lasciarvi il link, e vi riporto parole altre, scritte ormai tanti anni fa, senza tempo.
Da quando le ho lette, mi sono rimaste incastrate in testa.

Sono ridotta a una cosa che desidera Virgina. Avevo composto per te una bellissima lettera, nelle ore da incubo della mia notte insonne, ed è sfuggita: mi manchi e basta, in un modo molto semplice disperato umano. Tu, con tutte le tue lettere non mute, non scriveresti mai una frase elementare come questa; forse non la sentiresti nemmeno. Tuttavia credo che ti accorgerai di un piccolo vuoto. ma lo rivestiresti di una frase tanto squisita che perderebbe un po' della sua realtà. Mentre per me è una cosa fortissima: mi manchi ancor più di quanto credessi; ed ero pronta, a sentire la tua mancanza, e molto. Così, in realtà, questa lettera è solo uno strillo di dolore. E' incredibile quanto sei diventata essenziale per me. Suppongo che tu sia abituata a sentirti dire cose del genere. Maledetta te, creatura viziata; non riuscirò a farmi amare di più, da te, scoprendomi così - ma oh mia cara, non posso essere furba e scostante, con te: ti amo troppo, per farlo. Troppo sinceramente. Non hai idea di quanto possa essere scostante, con la gente che non amo. Ne ho fatta un'arte raffinata. Ma tu hai abbattuto le mie difese. Non che ne sia davvero risentita.
Virginia Woolf - Vita Sackville-West, Adorata Creatura, La Tartaruga (2002)

(Attenzione: questo non vuole essere un post su Virginia Woolf, tant'è vero che la citazione è da una lettera di Vita Sackville-West.)

sabato 31 ottobre 2009

When night is falling

La recensione del week end questa settimana non poteva essere dedicata ad altro: When Night is Falling, uscito nel 1995, ci era sfuggito per anni, ma dietro caldo consiglio è stato finalmente visionato ed inserito nella lista, almeno la mia, di film a tema preferiti.
I motivi sono svariati. Il lieto fine è sicuramente il primo. Ci serviva, in fondo, un po' di respiro. Qualche risata qua e là anche, serviva. L'attrice che interpreta Petra, che dire..grazie! Bella la scena di sesso alternata all'esibizione sincronizzata delle trapeziste. Ricorda un po' la metafora dei pattinatori sul ghiaccio in Casomai. E poi non poteva non piacermi un film in cui un'aspirante cappellana di un istituto cattolico si converte alla nostra parrocchia.
Non so se lo rivedrò, ma almeno una volta, voi, fatelo.

venerdì 30 ottobre 2009

Bigmouth strikes again


Get well, mister Morrissey

Questo post sarà una raccolta di vari articoli a tema lgbt apparsi su varie (più che altro bruttine) riviste questa settimana.

City

Iniziamo: Come bene sapete, questa è le settimana del caso Marrazzo. Ovvio che su un piatto così succulento ci si gettan tutti, forchette alla mano. City non si esime. Lunedì chiede ai suoi lettori un'opinione in merito. I lettori di City (con mia grande sorpresa, devo ammettere) danno tutti risposte sensate, eccezion fatta per il solito burlone che incolpa i gay di voler sempre più diritti e quindi corrompere moralmente questo paese.
Nella giornata di mercoledì, invece. City ci delizia con un trafiletto: Infedeltà, una coppia su due. Il 7% dei tradimenti gay. Cito testualmente: vanno di moda i tradimenti con gente dello stesso sesso o transessuali. Che io, poi, sono la prima, a farsi influenzare da mode stupide come: comprate jeans strettissimi in taglie minuscole! Si, compriamoli! Ma se Balmain domani decretasse basta jeans strettissimi! Ora...ora va di moda mangiare il fegato con le cipolle. Su su, op op, tutte dal macellaio! Non abboccherei. Mi fa schifo, il fegato con le cipolle. Uomini etero, ma non dovreste scappare a gambe levate dal sesso gay? E chi la decreterà mai, sta moda? Revival anni 80 spalle squadrate: il colpevole è chiaro. Ma tradire la tua povera moglie con un altro uomo? La tv? Lo stress? Donne troppo sessualmente disinibite? Uomini & donne? Il clero? La tua mamma che non ti voleva abbastanza bene (o te ne voleva troppo), e il tuo papà sempre assente?

Glamour

Glamour è una bella rivista, io continuo a sostenerlo. Peccato che quando si occupa di sessualità, diviene più utile come fondo della gabbietta di Torquato. Questo mese: siamo donne, amiamo i trans (bravo glamour, davvero un occhio attento sulle ultime tendenze.) Con le solite testimonianze che ti lasciano un po' il dubbio siano inventate di sana pianta, per quanto sono bene bene in linea con l'articolo. I breve: donna che amava gli uomini ma ora ama un trans (perché sa capirla come nessun uomo e nessuna donna, non c'è ne l'invidia femminile ne la competizione ne i ruoli precostituiti, bla bla ); chiude la sua intervista con:ora stiamo insieme da qualche mese, senza la pesantezza simbiotica di alcune coppie lesbo che conosco. Siamo entrambe libere, indipendenti ma fedeli. Questo a quanto pare è un'opinione bella sedimentata. Pare che le lesbiche non abbiano relazioni, ma vivano come il paguro e la sua casetta sempre in due, finchè mentalmente e fisicamente non si saranno esaurite. Al che, troveranno un altro corpo ospite da asfissiare. Davvero? Perchè intorno a me vedo coppie (ci metto anche la mia, di relazione, in questa statistica), che affrontano al situzione in maniera molto meno patologica. E' ovvio che se ho del tempo libero voglio passarlo con Silvia, altrimenti non vedo nemmeno la ragione di starci insieme. Poi, so benissimo che lei non vede di buon occhio il fatto che stia per tatuarmi di nuovo, ma pensate un po, lo farò comunque! Quanto sono indipendente, eh?

A

Intervista doppia a Carolina Crescentini e Filippo Nigro. Attualità varia, immancabile domanda a tema gay: adozioni. Filippo Nigro dixit: per me è più complicato. In parte sono favorevole. Ma penso al disagio che proverebbe quel bambino a scuola, sentendosi diverso perchè non ha una mamma e un papà come tutti gli altri.Nemmeno io ero una bambina con un papà come tutti gli altri. Mentre i papà degli altri bambini quando venivano a scuola facevano almeno lo sforzo di vestirsi bene, mio padre non è mai andato oltre il "se è pulito, va bene tutto" , quindi righe con quadretti, mai una cravatta, inprobabile giacca a quadri rossi anni 70. Aggiungeteci che: mio padre ha (aveva ) i capelli lunghi, i baffi da messicano, e per qualche strana ragione della genetica, gli occhi a mandorla, e una certa predilezione per i canti anarchici da sentire a tutto volume nell'abitacolo, mentre aspettava che io uscissi. Mi hanno presa i giro? Si. Sono sopravvisuta? Altrettanto. Hanno preso in giro anche il bambino con gli occhiali, quello con le orecchie a sventola, quello non tanto sveglio e anche i secchioni. Sono sopravvisuti? Tutti. Insomma, se deve essere un'argomentazione, è un po' deboluccia.

Hic est quantum: settimana un po' fiacca, gossip su Marrazzo e il trans del grande fratello a parte