giovedì 28 aprile 2011

A gay girl in Damascus


veramente, Radio Popolare non mi paga in alcun modo per la costante, assillante pubblicità che gli tributo ad ogni piè sospinto, semplicemente non posso fare diversamente, perchè il servizio informativo è così ottimo, così attento da farti quasi commuovere. (Soprattutto se considerate il restante panorma dei media italiani)
Comunque, sviolinate a parte, vi segnalo questo blog che ho scoperto oggi grazie ad Alaska e che ho prontamente messo fra i link qui a sinistra: A gay girl in Damascus, an out Syrian lesbian's thoughts on life, the universe and so on tenuto da Amina, una ragazza lesbica siriana che in quanto ad orgoglio e coraggio, beh, sticazzi -francesismo- .Leggetevi questo post in particolare, o ascoltate la trasmissione qui.
Sticazzi, eh?

Hands to phone

Foto presa qui.
Titolo preso qui.

Le notizie che si sentono in questi giorni sono davvero spaventose (nel senso che fanno proprio paura). Dalla grande cronaca (l'aggressione a Paola Concia, la "questione Ikea", i dubbi di Buttiglione sulla legittimità delle pensioni ai gay) a quella minuta, l'immagine che questo paese da di se è quella di un'omofobia diffusa e in costante crescita. Ancora di più, è un paese che utilizza i gay come terreno di scontro e come tribuna elettorale. Prendere una posizione in merito ai diritti gay (o a quant'altro, anche gli aspetti più piccoli e privati della vita degli omosessuali) è un grido di appartenenza, è una dichiarazione programmatica, è un atto politico. Non importa davvero dell'argomento in questione, non è di quello che si sta parlando, in realtà. Quello che si dice realmente, il messaggio che si vuole far passare è io sto qui, io sto lì. Niente di più.
Ovviamente le ripercussioni di questo atteggiamento istituzionale e politico sono diverse e purtroppo anche ben note. I numerosi episodi di violenza, fisica e psicologica, sono la prova che la distinzione giusto/sbagliato è stata ricevuta e metabolizzata da una popolazione che, da sempre, si sente in dovere di passare la novella e punire chi non si piega al comando impartito.
Attraverso l'outing telefonico, ad esempio (questi giorni ci sono stati diversi episodi nella zona di Pavia), crudele e codardo come da migliore tradizione. La telefonata anonima che dice "suo figlio è gay" o "sua figlia è lesbica" è purtroppo qualcosa che ho visto succedere più volte attorno a me, ed ogni volta mi ha lasciato stupita ed interdetta. Anche ammettendo che i genitori possano prendere bene l'informazione (vogliamo essere ottimisti), è come chiamare qualcuno e dire "sua figlia ha fatto sesso ieri notte". Sono cose delicate, che magari si vogliono anche condividere, ma secondo tempi e modalità proprie.
L'intromissione nel privato è l'altro lato di una medaglia che, nell'omofoba Italia di oggi, più spesso si presenta come totale, sconvolgente disinteresse. Come meglio di me ha saputo dire Bob Dylan, you're invisibile now / you got no secret, e l'ossimoro è solo apparente.

mercoledì 27 aprile 2011

Era meglio tacere



Fonte: queerblog

Colonna sonora: La canzone del maggio, De Andrè

E poi una si chiede, ma come si fa a non incazzarsi?

Giorgio Merlo
, Partito Democratico, anche lui dice la sua sull'affair Ikea (santa Ikea, punto):

Un conto è denunciare il fallimento del governo sulle politiche per la famiglia e per l’infanzia - è appena sufficiente ricordare il pesante taglio deciso dal governo Berlusconi a favore delle famiglie italiane - altra cosa, invece, è ricordare e custodire il valore costituzionale della famiglia. Su questo terreno il sottosegretario Giovanardi ha ragione. Senza e senza ma. E il messaggio pubblicitario dell’Ikea va denunciato. Almeno per chi crede nel valore costituzionale della famiglia

Capite? Non ci siamo proprio, no no
A parte che, complimenti, tutti molto sulla notizia. Giovanardi per primo. La pubblicità Ikea è uscita a marzo (ne ha parlato Scalfarotto qui). Dev'essere che Giovanardi aveva poco da fare durante il ponte di Pasqua e dev'essere che Merlo è, umh, com'è quella parola? Un leccaculo.
Aggiungo, caro Merlo, che episodi come quello di Paola Concia della scorsa settimana e tutti gli episodi di omofobia in genere che costellano questo bel paese, sono anche colpa di quelli come te, no per carità no io non ho nulla contro i gay, ma per carità no la famiglia la famiglia è quella tradizionale.

Provate pure a credevi assolti, siete lo stesso coinvolti.

lunedì 25 aprile 2011

Il riassuntino della settimana


Foto presa da qui


In ordine sparso, non crolonologico e non per importanza, cosa è successo nella passata settimana:

1 Evan Rachel Wood si è dichiarata bisessuale. Sei tanto una bella fanciullina, ma che ci frega?
2 E' stato annunciato il cast per la seconda stagione di The Real L Word. Prepariamoci ad un' altra estate piena di risatine
3 A Roma hanno aggredito Anna Paola Concia e compagna. Questo triste mondo malato.
4 Giovanardi l'ha sparata di nuovo grossa, stalvolta contro l'Ikea. A Giovanardi piace dire cazzate, ci dobbiamo venire a patti?
5 Anche Pontifex l'ha sparata grossa (Pontifex e Giovanardi non ci deludono mai), non contro l'Ikea ma contro il nuovo film di Moretti.
6 L'invisibile unicorno rosa è apparso in piazza San Pietro
7 Davis Sedaris sarà a Roma il 26 maggio, ed è anche uscito il nuovo libro di Sedaris, Bestiole e bestiacce (David ti prego ti prego ti prego vieni anche a Milano. Ti prego. Hai scritto un libro che parla di scoiattoli, devi venire a Milano.)
8 Il 28 aprile inizia a Torino il festival del cinema lgbt "da Sodoma ad Hollywood"
9 E' uscito il nuovo singolo delle Uh Huh Her, bene brave bis
That's all, folks!

mercoledì 20 aprile 2011

Easy V


Nuove informazioni sul fronte vegetariani: pare che siano buoni su entrambi i versanti, o meglio: per lo meno si applicano. Il sito OkTrends, infatti, ha pubblicato una serie di tabelle che incrociano comportamenti sessuali con le informazioni più diverse (lo studio è stato condotto su un campione molto vasto di utenti di OkayCupid, un sito per appuntamenti, a cui è stato chiesto di rispondere ad una lista piuttosto vasta e articolata di domande) e tra un'informazione prevedibile e una esilarante, viene fuori anche che i nostri amici vegetariani sono molto più generosi della loro controparte onnivora, quando si tratta di fare sesso orale.
Non c'è che dire, i vegetariani sono proprio delle brave persone.

lunedì 18 aprile 2011

Truth to be told


Foto presa da qui

Primavera uguale cambio di stagione (ed allergie, so che mi capite) .Dopo aver dato una rubusta strigliata all'armadio (un tripudio di colori) sono passata al comodino, dove da mesi si accumulano riviste lette in parte, riviste lette frettolosamente, riviste lette a metà, riviste non lette del tutto.
In questo limbo è caduto (immeritatamente) anche il numero di Elle targato dicembre 2010, ed il suo interessantissimo articolo/inchiesta firmato da Stefania Bonacina: Coppia al femminile plurale. Vivere l'omosessualità senza (troppi) sensi di colpa: è il tema di un film di grande successo che in America fa molto discutere. Abbiamo chiesto a quattro donne di raccontarci la loro scelta d'amore.
Non sto a riportare le quattro sopracitate storie (sono una pessima stenografa e l'articolo è lungo ben 4 pagine scritte belle fitte) ma mi limito a quanto scritto da Anna Salvo, psicoterapeuta ed esperta di problematiche legate all'identità femminile:
Noi ci raccontiamo di vivere in una società molto liberata, ma c'è una forbice molto rilevante tra come alcuni temi sono proposti dai media e la realtà. Le donne omosessuali sanno che la scelta di vivere appieno la propria identità sessuale provoca un urto non solo in chi la compie ma, a cascata, nelle loro famiglie d'origine e nel loro rapporto con la società. Nella mia esperienza è raro che le donne e le loro famiglie non reagiscano con forti sensi di colpa e d'inadeguatezza perché sopravvive, nella nostra cultura, il pregiudizio che l'omosessualità sia un "difetto di genere" che bisogna correggere.
La scoperta della nostra identità sessuale è una conquista indispensabile al nostro benessere e al buon funzionamento delle nostre vite: non è un vizio e non è un optional. Per alcuni si tratta di percorrere un'autostrada, per altri è necessario imboccare stradine più tortuose per approdare a se stessi. Non si può prendere in giro a lungo la natura senza pagarne il prezzo. Può però accadere d' intraprendere una relazione omosessuale per scelta ideologica, a causa di delusioni subite o inflitte da precedenti relazioni con uomini. Quando in un rapporto omosessuale si cerca un rifugio - ed è indubbio che lo stile di relazione sia più simile tra donne che tra una donna e un uomo - il rischio è di andare incontro ad una doppia delusione: la prima è che non si possono indossare confortevolmente i panni di un'identità sessuale che non ci appartiene; la seconda è che negare il conflitto in una relazione significa privarla di un fattore vitale.

Ve l'ho detto, Elle è proprio un giornale che ci vuole bene

sabato 16 aprile 2011

Verrai a trovarmi d'inverno, a Cagliari





Dopo Quattro, Cristiana Alicata ha scritto un altro libro. Si chiama Verrai a trovarmi d'inverno e stasera lo presenterà a Cagliari, alle 18,00, presso la libreria Piazza della Repubblica in Piazza Repubblica 23, appunto.
Io sono a Cagliari e ci andrò. Almeno per capire di cosa si tratti, perché dalle recensioni ce se capisce o nun ce se capisce, e io 'nc'ho capito un cazzo.
Seguirà resoconto. Così l'ho detto e dovrò scriverlo davvero.

venerdì 15 aprile 2011

Vi auguro un Egitto



La foto è presa qui

Stamattina come ogni santo giorno della mia esistenza, ho aperto gl'occhi e subito dopo acceso la radio, automatismo ormai radicato. La programmazione di Radio Popolare stamattina era tutta incentrata su Vittorio Arrigoni (le trasmissioni le potete sentire qui), e così anche Alaska ( trasmissione che ogni giorno attendo con grande ansia). E' una giornata piena di amarezza, questa.
Alaska (sito qui) è una trasmissione molto bella condotta da Marina Petrillo, una donna molto brava, che oggi, come ogni giorno, ha reso un gran servizio all'informazione.
Qui potete sentire la puntata odierna, (e ve lo consiglio, tra le altre cose Marina ha una voce bellissima) da cui è tratta la lettera che vi vado a riportare ( lettera scritta da Omar Barghouti e pubblicata da Vittorio Arrigoni sul suo blog, Guerrilla Radio)

Vi auguro un Egitto: lettera aperta alle persone coscienziose in Occidente.

Vi auguro empowerment per resistere; per lottare per la giustizia sociale ed economica; per conquistare la vostra vera libertà e uguali diritti.

Vi auguro la volontà e la capacità di evadere dalle vostre mura di prigione ben nascoste. Vedete, nella nostra parte del mondo, mura di prigione e spesse porte inviolabili sono anche troppo evidenti, ovvie, insopportabili, soffocanti; ecco perché restiamo indocili, ribelli, irati, e sempre attivi nel preparare il nostro giorno di libertà, di luce, quando metteremo insieme una massa critica di potere popolare sufficiente ad attraversare tutte le linee rosse categoriche. Allora potremo sbriciolare le vecchie, brutte, fredde, pesanti catene arrugginite che ci hanno imprigionato mente e corpo per tutta la nostra vita come il lezzo incontenibile di un cadavere putrescente nella nostra claustrofobica cella carceraria.

Le vostre celle sono invece del tutto diverse. I muri sono ben nascosti per non provocarvi la volontà di resistere. E non hanno porte: potete aggirarvi “liberamente” intorno, senza mai riconoscere la prigione più vasta nella quale siete pur sempre confinati.

Vi auguro un Egitto, di modo che possiate decolonizzare la vostra mente, perché solo allora riuscirete a visualizzare la vera libertà, la vera giustizia, la vera uguaglianza, e la vera dignità.

Vi auguro un Egitto, per poter stracciare il foglio con la domanda a scelta multipla “che cosa vuoi?”, giacché tutte le risposte che vi sono date sono sbagliate in pieno. La vostra unica scelta sembra fra un male e un male minore.

Vi auguro un Egitto, perché possiate gridare come i tunisini, gli egiziani, i libici, i bahrainiti, gli yemeniti, e certamente i palestinesi, “No! Non vogliamo scegliere la risposta meno sbagliata. Vogliamo una scelta del tutto altra, che non è nel vostro dannato elenco”. Data la scelta fra schiavitù e morte, noi univocamente optiamo per la libertà e una vita dignitosa — niente schiavitù e niente morte.

Vi auguro un Egitto, perché sappiate ricostruire collettivamente, democraticamente, e responsabil-mente le vostre società; ristabilire regole che servano alla gente, non al capitale selvaggio e al suo braccio bancario; porre fine al razzismo e a ogni sorta di discriminazione; guardare più avanti e vivere in armonia con l’ambiente; eliminare guerre e crimini di guerra, anziché posti di lavoro, sussidi e servizi pubblici; investire nell’istruzione e nella sanità, non in combustibili fossili e ricerca sugli armamenti; rovesciare la tirannia repressiva delle multinazionali; e sparire dall’Afghanistan, dall’Iraq, e da tutti gli altri luoghi dove sotto la cappa della “esportazione della democrazia” le vostre ipocrite crociate hanno diffuso disintegrazione sociale e culturale, povertà estrema e disperazione senza fondo.

Vi auguro un Egitto, di modo che possiate adempiere agli obblighi legali e morali dei vostri paesi per aiutare a ricostruire le economie e le società violentate, de-sviluppate delle vostre ex- o attuali – colonie, di modo che i loro giovani possano trovare la propria patria di nuovo vitale, vivibile e amabile, anziché rischiare la morte — o peggio — in alto mare per raggiungere i vostri litorali avvolti nel miraggio, abbandonando i loro cari e luoghi che hanno chiamato casa. Vedete, loro sono “qui” perché voi foste là… e sappiamo tutti che cosa avete fatto là!

Vi auguro un Egitto, perché possiate ravvivare lo spirito della lotta anti-apartheid sud-africana, rendendo Israele responsabile di fronte al diritto internazionale e ai principi universali dei diritti umani, adottando il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni, invocati da una schiacciante maggioranza della società civile palestinese. Non c’è modo più efficace, nonviolento per por fine all’occupazione, alla discriminazione razziale e al rifiuto pluridecennale da parte d’Israele del diritto sancito dall’ONU al ritorno dei profughi palestinesi. La nostra oppressione e la vostra sono intimamente interrelate e intrecciate — non è mai una partita a somma zero! La nostra lotta per i diritti e le libertà universali non è un nostro mero slogan auto-gratificante; è piuttosto una lotta per una vera emancipazione e auto-determinazione, un’idea il cui tempo è rumorosamente arrivato. Dopo l’Egitto, è la nostra volta. È la volta della libertà palestinese e della giustizia. È la volta di tutta la gente di questo mondo, particolarmente la più sfruttata e calpestata, per riaffermare la nostra comune umanità e reclamare il controllo sul nostro comune destino. Vi auguro un Egitto

(per ragioni di html a me non chiare, il testo preso da Guerrilla Radio non si leggeva. Questo è il blog da cui è stata estratta)

Nell' Unità di mercoledì 13 aprile c'era un articolo molto interessante Il privato è ancora politico? Dal '68 al movimento queer che potete leggere qui (pagina 40)
Sul sito dell'Unità ci scrive anche Matteo B. Bianchi. Son belle cose

martedì 12 aprile 2011

Baby you can drive my car



Fonte: Gaynews24, Radio Popolare
Canzone che da il titolo al post
Foto presa da qui

Io odio guidare. Avessi più tempo a disposizione e meno asma mi muoverei rigorosamente in bici. Odio guidare perché é la tipica situazione in cui la frase di Sartre l'inferno sono gli altri si fa tremendamente reale, e come ci ricorda Benni l'inferno potrebbe anche essere una coda di macchine impilate che non finisce mai, la sensazione che si prova in tangenziale è proprio quella.
Siccome ci ho messo un pochino in più del normale a prendere la patente ora me la tengo bella stretta, le voglio bene e cerco di preservare la sua integrità, che il solo pensiero di rifare tutto da capo mi spaventa più di una lunga lunga messa di Natale recitata in latino e piena di incenso.
Precisato questo, se da oggi al domani la motorizzazione sentenziasse che in quanto omosessuale non sono idonea alla guida (la vedo difficile, lungimiranti come sono potrebbero anche essere ancorati al vecchio luogo comune lesbica = sempre e solo camionista incallita= abilissima con qualsiasi autoveicolo. Abilissima, come no, ho cambiato l'olio ieri per la prima volta nella vita e son stati sudori freddi) credo mi salterebbe non poco la mosca al naso e farei qualsiasi cosa per tenermi quel pezzettino di plastica rosa, perché, anche se la cosa non è arrivata alle orecchie del l'ospedale militare di Catania, l'omosessualità è stata depennata dal DSM giusto nel 1973.
Requisiti psicofisici mancanti e disturbo dell'identità sessuale, con questa bislacca motivazione a Danilo Giuffrida era stata sospesa la patente. La storia è nota: va a fare la visita medica di leva, dichiara d'essere omosessuale, lo zelante ospedale militare informa la motorizzazione, la quale, con la motivazione di cui sopra, procede col sospendere la patente. Allora uno si chiede ma quando sarà mai successo? Non so, nel 1980, facciamo al massimo 1985? No, duemila e otto. Duemila e otto, ovvero tre anni fa, ovvero diciannove anni dopo la decisione della Danimarca di riconoscere in sede civile le coppie omosessuali.
Danilo Giuffrida ha poi fatto ricorso presso il tar di Catania, il quale ha sospeso la sospensione della patente in quanto l'omosessualità non può essere considerata una malattia psichica.
La storia non è finita qui, ma potete sentire il seguito direttamente dalla voce del suo protagonista, intervistato stamattina da Radio Popolare
Che qualcuno nel 2008 possa ancora ritenere l'omosessualità una malattia è cosa che mi perlime alquanto, e mi piacerebbe tanto capire perchè in quanto gay non si è idonei a guidare la macchina, perché al di là del banalissimo (e pure stronzo) non sono abbastanza maschi per stare alla guida, io non so proprio andare.
Baby, you can drive my car

giovedì 7 aprile 2011

Riots not diets


Foto presa da qui

Da ragazzina ero magrissima. Poi, col passare degli anni, una brutta propensione per i cocktail a base di gin (shame on me). l'aver passato i 22 anni (ciao metabolismo felice ciao) l'esser diventata vegetariana(non è affatto vero che vi farà dimagrire, non credete alle riviste, e comunque ci sono motivi ben più seri per non mangiare animali che il voler un culo piccolo)e un'intriseca, inarrestabile pigrizia, da ossuta sono passata a solo magra.
E l'essere passata a solo magra mi esclude direttamente dalla categoria corpo da lesbica, perchè, si, mie care, esiste il corpo da lesbica. Ovviamente anche questo ce lo insegna tumblr, vera miniera di informazioni per qualsiasi argomento che sia, anche solo vagamente, lgbtq related. (Barbara aver conosciuto tumblr mi ha rivoluzionato l'esistenza. Io ti ringrazierò in eterno per questo e come ci vediamo ti offro da bere tutto quello che vuoi)
Come ben potrete immaginare, il corpo da lesbica non si compone di seno grosso e fianchi floridi, piuttosto assomiglia a quello di un ragazzino di tredici anni. Tette piccole o assenti, braccia muscolose al punto giusto (no bicipite da ho appena scaricato il camion, no braccino esile da la cosa più pesante che ho sollevato in vita mia è stata una grossa margherita) gambine secchine-secchine tornite al punto giusto dalla vostra bicicletta scatto fisso (e del rapporto fra le lesbiche e la bicicletta a scatto fisso parleremo prima o poi), zero fianchi, che se no i cheap monday vi fanno una strana curva. Ma esplichiamo con delle foto:



una bella ragazza a caso


Tutto questo, se avete passato i tredici anni del suddetto ragazzino, è piuttosto difficile da ottenere/ mantere, soprattuto se con quella fisicità lì non ci siete nate (o magari ci siete nate ma poi avete deciso che più divertente bere gin lemon che avere i fianchi piatti). Ed da è qui che partono le polemiche impegnate (altro elemento fondamentale in tumblr)
Le vere ragazze hanno le curve, si sente spesso dire, ed allora le ragazze che di curve non ne hanno si infuriano parecchio.
Non mancano discussioni sulla legettimità o meno della taglia zero (che buffi gli americani e il loro sistema di taglie, hanno inventato una taglia che si chiama zero), poeticamente potremmo affermare dignità anche per chi la ciccia non ce l'ha.
Siccome su Tumblr spesso capita che discussioni a tema gay siano accomunati a quelli di stampo femminista,si può incappare in post come questo o questo che vi spiegano perchè dovreste smettere di dannarvi se la bilancia non vi da il risultato che desiderate.
La stessa foto d'apertura del post riportava questa didascalia:

I’m fat too. We are sexy queer ladies; fuck fatphobia and sizeism.

Fuckyeahlesbians: posting more than skinny white lesbians since…idk I guess it’s been over a year

Il problema del corpo da lesbica (o meglio, del corpo che si suppone abbiano le lesbiche, del corpo che dovreste avere per attrarre altre lesbiche, del corpo che dovreste avere per indossare vestiti da lesbica e via dicendo) e della sua "inapplicabilità" a cospiqua parte della popolazione femminile insomma è parecchio sentito. Il post perfetto per illustrare questa situazione/ diatriba purtroppo è andato perduto con l'implosione del tumbr a cui era legato, per cui dovrete accontentarvi del mio riassunto.

Tempo fa, c'era un Tumblr chiamato Hipster Dyke (polemiche collegate qui), la cui formula era chiara: belle ragazze, lesbiche o presunte tali, magre molto magre, ben vestite (anche se forse vestite è una parola grossa). Sette giorni alla settimana ventiquattr'ore su ventiquattro. Un bel giorno, una fanciulla scrisse alla proprietaria del tumblr, dicendole che in quanto ragazza sovrappeso non si sentiva rappresentata, non si sentiva accettata dalla comunità lesbica, ergo avrebbe inziato una dieta (una di quelle folli) per avere il giusto fisico, per essere finalmente una "lesbica come si deve" (l'ho fatta breve). Lo stereotipo in pratica si è sedimentato.

Alla fine di questo excursus, io ovviamente di risposte non ne ho. Non so perchè le lesbiche desiderino (o si pensa desiderino) essere ragazze ossute ed "avere " ragazze ossute (riferimento all'androginia a parte), perchè sia diventato un luogo comune al pari delle camicie a quadri o dei capelli scalati, se è "colpa " di Shane, o ancora una volta, Shane è stata modellata su uno stereotipo già sedimentato, se ci hanno solo dato quello che vogliamo o, nella migliore tradizione del marketing ci hanno dato quello che volevamo ancor prima che noi potessimo pensare "lo voglio!"

Pensierino della conclusione:



P.S. se cercate you're looking very Shane today su google immagini, potreste imbattervi in questa foto. Ah, ah ah

mercoledì 6 aprile 2011

Eat pussy not animals

Foto presa da qui

Se seguite questo blog da un po' saprete che, oltre a infime dichiarazioni di preti, donne nude ,film di dubbio gusto e libri anche peggiori, qui si vuole bene agli animali (okay, solo una su tre, ma non facciamo i pignoli). E non solo gattini, uccellini, cagnolini, teneri conigliettini, ma anche quelli poco carini ma molto gustosi, come maiali,tacchini, mucche, pulcini cresciuti e così via.
In pratica ciao, sono un clichè. Anche se non mi è stata mai molto chiara la ragione per cui a lesbica = vegetariana (squallide e scontate battute sulla salsiccia a parte). Io stessa ho deciso di diventare vegetariana cinque anni fa in un periodo assai poco lesbico della mia vita, conosco vegetariane non lesbiche e lesbiche assolutamente non vegetariane, sono passati cinque anni sono molto più lesbica d'allora ma ugualmente vegetariana.
Allora oggi ho deciso di fare una ricerchina e svelare l'arcano.
Lo stesso quesito è stato posto su yahoo answers ( versione italiana,versione inglese) Afterellen, Lastfm, chi ne ha più ne metta, ma le risposte restano sempre piuttosto sul vago.
Però ho scoperto che esiste un sito per incontri romantici rigorosamente dedicato a vegetariani/ vegan con (ovviamente) spazio gay-dedicato, ampi elenchi di "personaggi famosi" lesbiche e vegetariane, guide per passare un sereno giorno del ringraziamento se sei una lesbica vegana.
Insomma, internet è il solito pozzo di San Patrizio con una miriade di informazioni, ma fino a questo punto risposte poche.
Allora, come al solito, mi sono rivolta a tumblr che oltre alle donne nude è bravo e diligente e ha tutte le risposte, lui.
Uno, due, ed infine, tre:


why are SO MANY gay(ish) ladies somewhere on the spectrum between vegetarian and vegan? why is this?!

probably because vegetarians and vegans taste better


Ciapa su e porta a ca'

lunedì 4 aprile 2011

Once upon a time

Immagine: LO STAMPATELLO.
Fonte: queerblog.

Avevamo parlato delle (seppur lente) metamorfosi della letteratura per l'infanzia nei riguardi delle tematiche omosessuali. Oggi scopriamo che c'è di più: una giovane casa editrice (Lo Stampatello, fondata da Maria Silvia Fiengo, già esponente di Famiglie Arcobaleno) che non ha paura di raccontare le famiglie omogenitoriali e l'omosessualità ai bambini. Un progetto che definire importante è forse riduttivo, vista la rigidità che il nostro paese dimostra sempre e comunque quando si tratta di bambini (col solito al lupo! al lupo! disperato), spesso anche tra gli stessi gay (fatto che mi fa, davvero, gelare il sangue nelle vene), e il ruolo fondamentale che l'educazione al rispetto ha nella costruzione del futuro.

venerdì 1 aprile 2011

Wind of change

Fonte: Il secolo XIX.

Sembrava impossibile, eppure qualcosa di quello che non si riesce a fare sul piano nazionale è concesso sul piano locale. Non senza difficoltà, dispute, opposizioni, eppure eccola lì: la Liguria promulgato una legge regionale che consente di designare una persona anche non consanguinea (ad esempio il compagno o la compagna) quale referente da informare sulle condizioni di salute e sulle terapie mediche in caso di ricovero o malattie.
La legge, portata in Consiglio da Cristina Morelli dei Verdi, aveva trovato l'opposizione del Governo, che aveva cercato di bloccarla definendola incostituzionale, in quanto andava ad invadere la sfera legislativa statale, ma la Consulta si è espressa in maniera diversa.
Non è certo il pacchetto completo, d'altronde la competenza delle regioni è limitata, ma è un primo passo importante verso il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, etero o gay che siano.