venerdì 30 settembre 2011

Easy A



Anche oggi è venerdì ma da listaouting ancora nessuna lista, e così ripeschiamo dal cassetto le recensioni del weekend per un film che sui rumors, sul potere dei rumors,  imposta tutta la trama. E, da appassionata di commedie americane adolescenziali/post adolescenziali/ non adiamo oltre che se no si arriva a Sex and the city, devo dire la trama è impostata in maniera assolutamente  magistrale. Easy A è un film godibilissimo, divertente, pronto a ricordarci un'assoluta verità che per amor di gossip è facile dimenticare:  senza prove concrete, un rumor è solo un rumor. 
Plus, la protagonista è Emma Stone.

martedì 27 settembre 2011

Freja Beha Erichsen, lovvo

foto presa qui

A Milano s'è appena conclusa la settimana della moda: ovunque vi girate, dalla metro ai tram a tutti gli angoli delle strade c'erano modelle. Come se piovessero, come se fossimo in Svezia, come se improvvisamente l'invasione degli ultracorpi fosse divenuta realtà. Lei mancava però. Lei, l'indiscussa reginetta del cuore di ogni leztumblr, la ragazza a cui basta un battito di ciglia per scatenare sospiri, fanpage (alcune delle quali vagamente creepy) e reblog infiniti: Freja Beha Erichsen. Questa qui, per essere precise


Ora, al di là del fatto che sia innegabilmente una bella fanciullina ( giovine giovine, classe 1987) che avrà mai questa Freja da renderla così speciale?Esplichiamo:









foto presa qui


Ah ah, questa non fa testo, è un video per Chanel.
Insomma: oltre ad essere bella (innegabile, seppur tremendamente magra), oltre ad avere la giusta attitudine (pare che sia chiami swagger, e pare che sia la stessa componente che rende Kstew assolutamente irresistibile), da anni un turbinio di voci aleggia intorno a Freja: sarà lesbica o meno? Ha veramente avuto una relazione con Irina Lazareanu e con CatherineMcNeil? E ora, effettivamente, sta con Arizona Muse?
Vox populi vox dei, as usual, ma ditemi se anche voi, guardando questa pubblicità



Link

non avete sogghignato sotto i baffi

sabato 24 settembre 2011

Il fuori salone delle lesbiche


Foto presa qui

Quando abbiamo scritto quest post qui eravamo piene di gioia (e una certa dose di speranza), ma non avevamo idea di come, alla prova dei fatti, l'aria sarebbe cambiata. Dal trentuno di maggio possiamo indicare nell'ordine: patrocinio al gay pride, progetto per istituire il registro coppie civili, e ora, patrocinio all'iniziativa fuori salone delle lesbiche.( I buontemponi del giornale ovviamente hanno avuto da ridire).
Il fuori salone delle lesbiche è un'iniziativa organizzata da Lista Lesbica: una serie di eventi, dal 27 settembre al 2 ottobre, perché

nella città del Salone del Mobile, da un im/possibile parallelismo con uno degli eventi simbolo che consentono alla città di trascendere i suoi confini interni ed esterni, nasce l’idea di un evento che si articoli “dentro” e “fuori” in chiave lesbica.

Milano è forse una delle città che conta il maggior numero di lesbiche in Italia. Ma quanto contano nel tessuto urbano, come possono contare l’una sull’altra? Su che cosa potrebbe contare la città se le lesbiche contassero di più?


Gli eventi in programma sono molteplici, giusto per segnalarne un paio:

Giovedì 29, Biblioteca del parco Sempione, ore 19: It gets better ; Sessualità non eteronormate, tra disgusto e umanità incontro con Vittorio Lingiardi e Nicla Vassallo.
Sempre giovedì ma al cinema Anteo, ore 21: proiezione di Tomboy (opera che fra le altre cose ha vinto il premio del pubblico come miglior lungometraggio al festival del cinema gay di Torino e un teddy award al festival del cinema di Berlino). Per chi dovesse perderselo, Tomboy verrà distribuito poi in tutta Italia dal 7 di ottobre.

Sabato 1 ottobre, Casa della Cultura , ore 15: Dire l’indicibile: tre diverse strategie letterarie per mettere al mondo l’eroe lesbica con Margherita Giacobino. E poi, alle 17: I porcospini e la bistecca chianina del queer"conferenza di Liana Borghi.

Questo è il sito , questa la pagina facebook, godiamoci questa versione autunnale di Gay June.

Le belle cose che ti segnalano gli amici parte seconda: qui potete sentire il microfono aperto andato in onda ieri sera a Radio Popolare. Roberto Festa spiega che cos'è l'outing, come viene usato/fatto all'estero, quale sia la sua utilità e quali le sue conseguenze. Al minuto 16 intervento di Ivan Scalfarotto.

venerdì 23 settembre 2011

E venne il giorno


Un'allegra foto per sdrammatizzare il momento.

E venne il giorno: non ci sono stati blocchi informatici, attacchi di hacker, minacce dal governo, bazinga o ripensamenti. Lista outing ha parlato, e nel farlo ha puntato decisamente in alto, oh se han puntato in alto:

  1. Ferdinando Adornato
  2. Mario Baccini
  3. Paolo Bonaiuti
  4. Roberto Calderoli
  5. Massimo Corsaro
  6. Roberto Formigoni
  7. Maurizio Gasparri
  8. Gianni Letta
  9. Marco Milanese
  10. Luca Volontè

Un paio di cosiderazioni:

Uno- banale, ma salta all'occhio: non ci sono donne. Il che può implicare a- non ci sono donne omosessuali (eccezion fatta per la Concia, ovviamente) in parlamento b- ci sono ma non hanno votato contro l'aggravante di omofobia c- ci sono ma non si sono mai rese protagoniste di dichiarazioni omofobe, quindi non sono "materiale da outing" d- ci sono, hanno votato contro il disegno di legge, si sono rese protagoniste di dichiarazioni omofobe ma non è ancora il loro turno e- ci sono donne che hanno votato contro la lagge ma non sono lesbiche, quindi nulla hanno a che fare con questa lista.
Due- a parte gli esponenti dell'Udc (Adornato, Baccini, Volontè) i restanti appartengono tutti alla maggioranza. Non vi sembra un po' strano?
Tre- Formigoni: segue risatina imbarazzata. Si dice anche abbia avuto un flirt con Clooney. Ma questo più che un rumor mi sembra la sceneggiatura di uno shonen ai.
Quattro- a fronte dei nomi (grossi, grossi nomi) non c'è uno straccio di prova. "sono nomi che girano" "li ha visti il ragazzo di mio cugino in un locale" "l'ha visto un mio ex in un locale" "li ho visti io in un locale" "ma come non lo sai? lo sanno tutti!". Vox populi vox dei, ma si dice anche che Masini porti sfiga, eh.
Cinque- Per il momento dai diretti interessati nessuna replica.
Sei - visto il calibro dei nomi usciti questa volta, per la prossima settimana mi aspetto: la Santanchè, il Papa, Gentilini.

Insomma, staremo a vedere. E speriamo di vedere qualcosa, perchè con questi nomi qui l'iniziativa ha uno sgradevole retrogusto di farsa. E magari codeste persone sono effettivamente gay e sicuramente hanno votato contro la legge, ma la mia impressione è ci abbian dato proprio i nomi che "volevamo", quelli facili, quelli che se lo chiedi a chiunque Formigoni è gay, certo, non sai che la storia della castità e cl è tutta una copertura, e poi vive in una casa di soli uomini.

mercoledì 21 settembre 2011

News of the world


Foto presa qui

Le belle notizie che ti danno gli amici: stasera su La7 andrà in onda la prima puntata della miniserie tratta dalla trilogia di Millenium. Il cast è lo stesso del film, Lisbeth Salander è Noomi Rapace, non credo sia necessario aggiungere altro.
In America è stato definitivamente abrogato il don't ask don't tell. Dici niente.
Venerdì alle 10 il blog Lista Outing dovrebbe rilasciare i nomi dei famigerati politici omosessuali. Staremo a vedere.
Sketch d'apertura degli Emmy, minuto 4.09
I berlinesi hanno rieletto per la terza volta Klaus Wowereit (detto Wowi) sindaco di Berlino.Wowereit è dichiaratamente omosessuale, ed è anche uno che definisce la sua città "povera ma sexy".
Domani il Papa terrà un discorso al parlamento tedesco, il solito chiaccherone. Alcuni deputati han fatto sapere che diserteranno l'incontro, e si attendono circa 20.000 manifestanti in protesta. Deutschland uber alles.
Comicità d'annata: lebanese!
I'll be there for you, but not in a gay way: compendio d'omofobia in Friends.
Italy love or leave it ha vinto il premio del pubblico e il premio come miglior film al Milano Film Festival.
Evan Rachel Wood ci fa sapere cosa significa per lei essere bisessuale.
Una cosa che tanto sapevamo già tutte ma hey, non è male leggerlo nero su bianco.

venerdì 16 settembre 2011

Ich fahre, du fährst, er/sie fährt

Foto presa qui.

Lo so, lo so che alle volte siamo un po' monotematiche, ma la questione lasciare l'Italia / rimanere in Italia è davvero fondamentale nelle nostre vite, soprattutto ultimamente, con Etwas alla ricerca di lavoro e io in dubbio col mio. Siamo in un periodo di transizione in cui lasciare tutto e partire sarebbe relativamente facile, si tratterebbe davvero soltanto di riempire qualche scatolone, capire come trasportare T., educarsi a pensare direttamente in lingua e non tradurre in un secondo momento. Il resto, la parte sostanziale, sarebbe da affrontare lì come qui, e forse, ci diciamo, forse lì sarebbe anche più facile. Per lo meno a Berlino gli affitti sono decisamente più bassi. Per lo meno lì potremmo avere dei diritti, dei figli (con calma, eh, siamo ancora giovani e spensierate, ma sappiamo bene che spostarci fra dieci anni sarebbe mille volte più complesso).
Non si tratta soltanto di quello, certo. Alla base c'è, ovviamente, la volontà di vivere (e far cresce quegli ipotetici, eventuali figli) in un paese più concorde con le mie idee di moralità, di responsabilità, di impegno e di diritti.
Quindi, quando abbiamo scoperto del nuovo documentario di Gustav e Luca, intitolato Italy - Love it or leave it, non ci sono stati dubbi e siamo andate a vederlo alla prima al Milano Film Festival (riuscendo in qualche modo a comprare i biglietti e a non rimanere fuori come, purtroppo, molti altri).
Il documentario, girato con molta più tecnica di Improvvisamente, l'inverno scorso ma forse con meno spirito, raccoglie una serie di storie, di esempi positivi e negativi, di immagini di questa Italia contemporanea. L'impostazione dialettica fornita dalla diversa opinione dei due permette di presentare tantissimi dati e diverse motivazioni razionali e non, ma forse non del tutto una sincera opposizione di visioni. Benché Gustav si presenti, infatti, come inamovibile e deciso a lasciare il paese delle contraddizioni, della mafia, dei Berlusconi-fan, il nervo ottimista si avverte forte e costante fin dal principio, com'è giusto d'altronde per un documentario che vuole muovere e smuovere affinché, davvero, possa cambiare qualcosa.
Io però non sono del tutto convinta, e ancora devo arrivare ad una decisione mia.
Forse la differenza sta nella differenza d'età che pur esiste fra la me e loro. E se la loro è la generazione dei delusi, i primi che hanno sofferto dell'involuzione italiana e che, come dice Luca, ormai hanno le ali tarpate, forse noi siamo in una situazione anche peggiore, perché disillusi, diffidenti, ancor meno fiduciosi in un cambiamento.

Postilla: il documentario verrà trasmesso da Rai 3 ( in versione ridotta, 50 minuti azichè un'ora e venti) martedì ventun settembre alle 23 e 50.

mercoledì 14 settembre 2011

Girls who are boys who like boys to be girls

Foto presa da qui

Una volta trovata una buona parrucchiera, ella è per la vita. Due sono le caratteristiche della buona parrucchiera: per prima cosa, taglia quanto le dici di tagliare e non dissangua il tuo portafoglio. In seconda battuta, una buona parrucchiera ha una fornitissima sezione di "giornalacci" da sfogliare.
Ora, la mia amata parrucchiera racchiude in sé entrambe le caratteristiche, e quando la settimana passata sono andata da lei per lasciarmi alle spalle il mio alternative lifestyle haircut (cit) ho ingannato il tempo leggendo Cosmopolitan. Cosmopolitan per un po' mi ha illusa con quel suo prezzo promozionale di un euro, pensavo di poter instaurare una relazione duratura. Poi è passato a due euro e 20 ed allora ciao Cosmopolitan, i will survive.
Comunque: Cosmopolitan offre alle ragazze un servizio molto pratico che vi leverà dall'impiccio di perder tempo davanti all'armadio la mattina: prende una serie di starlette (o presunte tali) e fa commentare le loro mises ad un gruppo di uomini, i quali vi indicheranno cosa gli piace e cosa no, così capirete cosa indossare e cosa no. Ad esempio, potreste indossare questo, promosso all'unanimità dal gruppo di uomini:




Mentre questa, beh, questa potrebbe essere una mise un po' controversa:



Foto presa qui

A meno che non slacciate a dovere la camicia, altresì cit. (non testualmente) potrebbe non essere tanto chiaro che siete una donna. Insomma una donna vestita da uomo può anche essere eccitante, ma passare dall'androgino con brio a tomboy incallita il passo è breve. Fuori le tette che non voglio fare la figura del criptogay.
Motto ribattuto anche da un altro numero di Cosmpolitan:


la foto l'ho scattata io, grandi doti

Non troppo, mi raccomando.
Probabilmente questo non viene considerato troppo:


e presumo che questa possa essere considerata una donna che indossa qualcosa di maschile ma resta chiaramente donna.
(Non fatevi fregare, ragazze. American Apparel produce da parecchi anni le stesse identiche mutande per fanciulle, e senza la fastidiosa scritta Intimissimi. Stesso prezzo, mi dicono anche.)
Mentre se vi vestite così:

presa da qui



prese da qui





tumblr, ma non ricordo dove

o siete lesbiche, o non volete attrarre degli uomini (sciocchine!) e perciò morirete sole e mal vestite, o state cercando disperatamente d'attrarre l'attenzione di Enzo & Carla così che possiate ritrovare la retta via.
Per fortuna che c'è il pensierino della conclusione a rimettere tutto nella giusta prospettiva:

uno (fonte) and then I found out that gender can have fluidity, which is quite different from ambiguity. If ambiguity is a refusal to fall within a prescribed gender code, then fluidity is the refusal to remain one gender or another. Gender fluidity is the ability to freely and knowingly become one or many of a limitless number of genders, for any lenght of time, at any rate of change. Gender fluidity recognizes no borders or rules of gender.

E due (fonte)


Con buona pace del gruppo di uomini

E, btw, i capelli rossi non si confanno alla pelle abbronzata. Soprattutto quel tono di rosso. Che non si confà proprio a nessuno. Forse solo a lei. Mentre, miei cari, quest'anno il look tomboy incallita è molto à la page.

mercoledì 7 settembre 2011

Lisbeth Salander pensaci tu




La foto è stata presa da qui
I would't normally do this kind of thing: mi sono comprata GQ.
Non avrei proprio dovuto farlo ma lui era lì che occhieggiava dagli scaffali delle casse e così, dopo aver solennemente promesso che l'avrei pagato io giuro lo pago io, mi sono comprata GQ. Capite che quando la copertina è questa





col titolo Donne che ci odiano( e perchè) per tre euro è difficile lasciarlo lì da solo in mezzo alle caramelle, e così l'ho infilato nel carrello, pronta a degustarmi un articolo scemotto e pieno di luoghi comuni come questo sulle "nuove donne " che sulla falsariga del modello Lisbeth ci odiano perchè bla bla bla (inserire asserzione maschilista a caso).
E invece, e invece l'articolo (che purtroppo, però, poco e nulla ha a che fare con Lisbeth Salander, magie della pubblicità ) è scritto da Michela Marzano. Ah! Me tapina, che mi aspetto sempre il peggio (mi aspetto il peggio, ma sono giustificata: l'ultimo numero di GQ che mi era passato fra le mani era qualcosa di molto imbarazzante, con tanto di racconti erotici o pseudo tali narranti threesome con cugine molto simili fra loro) Poco incentrato sulla nostra amata Salander ma non per questo meno interessante, l'articolo incentrato invece sulle misandriche è corredato da foto della nuova Salander, Rooney Mara. Che, per carità, è una ragazza tanto carina, e non è colpa sua se le hanno fatto la frangetta e decolorato le sopracciglia, non è colpa sua se nelle foto promozionali del film hanno deciso di infilarle un tutù (what the frak?) ma quando è questo il metro di paragone con cui ti devi confrontarti:

foto presa qui

hai già perso in partenza.
Ma il vero problema della versione americana sembra essere non tanto Rooney Mara e la sua assenza di sopracciglia (veramente, veramente: perché? perché levarle le sopracciglia? Iggy Pop non vi ha insegnato niente?) quanto la "lieve modifica " che hanno deciso di apportare alle locandine. Esplichiamo:
versione svedese


versione svedese, locandina italiana



remake americano


Già.
Lisbeth non approverebbe, poco ma sicuro.


Ps: Qui potete leggere un' interessante intervista all'editor della trilogia, Francesca Varotto. (eterna gratitudine a questa donna.)
pps: fiorentine e dintorni, venerdì sera alle 22 all' easy living spiaggia sull'Arno proiettano Diversamente etero. Tutte le informazioni qui

domenica 4 settembre 2011

Lez cook: zuppa di patate all'aceto


Non fa più caldo. Oh gioia, oh gaudio. O almeno, a Milano non fa più caldo. La pioggia s'è portata via tutto, e io sono tanto tanto felice. Posso tornare a mangiare cibo che non sia solo melone e posso accendere il forno. Per cui, più zuppe per tutte:
zuppa di patate all'aceto, ingredienti per due (presa da Anna in cucina speciale patate, lontano 1996)

400 grammi di patate
20 grammi di burro
2 cucchiai d'aceto
1 cucchiaio di farina
sale, pepe
timo
1 litro d'acqua

Per prima cosa, mette sul fuoco il litro d'acqua e portatelo ad ebolizione.
Poi: pelate le patate, e pazientemente tagliatele a bastoncino. E' un po' una rottura di scatole e per far si che tutti i bastoncini siano della stessa grandezza ci vuole un minimo di precisione, ma ne vale la pena.
Fate sciogliere il burro in una casseruola, poi unite al burro sciolto il cucchiaio di farina. Mescolate bene per non far formare dei grumi, e quando s'è tostata versateci sopra i due cucchiai d'aceto prima e il litro d'acqua bollente poi. Continuate a mescolare per evitare che si formino dei grumi di farina, e poi buttateci dentro le patate. Salate, pepate, aggiungete il timo.
Lasciate cuocere a pentola scoperta per 40 minuti, salate ancora, aggiungete altro timo, portate in tavola.

Io amo le patate e amo l'aceto, quindi questa zuppa per me è il non plus ultra. Gusti personali a parte,è veramente una delizia.
Non so se la si può veganizzare sostituendo l'olio al burro (o la margarina), ma ho tutta l'intenzione di provarci.
In cottura l'acqua tende a ridursi parecchio, quindi se desiderate più brodo in cui far nuotare le vostre patate aggiungete un po' d'acqua di tanto in tanto.
Capitolo sale: attenendosi alla ricetta, non è una zuppa molto salata. Se vi piace il sale, raddoppiate le dosi. Capitolo aceto: 2 cucchiai secondo me non bastano. Potete arrivare tranquillamente a quattro. Io uso l'aceto di mele, la ricetta suggerisce quello di vino bianco, forse quello di vino rosso potrebbe creare dei problemi. (però è ottimo per togliere il calcare).
Anna in cucina ci informa che questo piatto ha 205 calorie a porzione, 3 grammi e 8 di proteine, 479 milligrammi e 70 di potassio. Secondo me da sola come cena non basta.
Il timo si compra una volta e dura mesi, ne vale la pena.
Cenetta romantica: hummus più zuppa più torretta di melanzane più vino = meta

ps, questioni tecniche: abbiamo attivato l'opzione mobile, quindi se avete uno smartphone eccetera eccetera ora il blog si vede molto meglio.
A breve chiuderemo questo profilo facebook e lasceremo questa pagina . Siamo ordinate.

venerdì 2 settembre 2011

Oh,girls, just wanna have fun


Ci sono tantissime ragioni per decidere di andare a fare un giretto a Berlino. Le mie sono principalmente queste due: il cibo ( soprattutto) e il fatto che la città ospiti varie sedi di Weekday e Cos. Lo scorso sabato dopo esserci ingozzate di cibo (seriamente: come si mangia bene a Berlino ) ed aver speso una discreta somma da Weekday siamo andate a farci un'idea della tanto decantata scena gay berlinese. Hint: non hai bisogno d'andare in un locale per vedere la scena gay berlinese. A Berlino la scena gay è ovunque, comunque, ed ad ogni angolo della strada. A partire dal sindaco per arrivare ai ragazzi che si tengono per mano andando a prendersi un bratwurst, l'arcobaleno splende sempre luminoso, ad ogni ora del giorno e della notte.
Comunque se c'è una serata che si chiama Dyke Fight non è che resti a casa, no? Anche se effettivamente non ci saranno lotte nel fango o nell'olio (sigh). Per cui, un'ordinaria serata lesbica berlinese:

A Berlino fra le ragazze va di moda questo taglio qui, livello successivo dell'ormai stranoto undercut alla Salander


un poco impegnativo.
A dispetto del taglio "alla Robyn", durante la serata non viene messa nemmeno una canzone di Robyn. Altre differenze sostanziali: mettono i New Order, ma non Blue Monday. Non mettono Le Tigre (!!), non mettono quella brutta roba anni 90 (grazie), Cindy Lauper ha il suo discreto spazietto, dopo un po' tutto diviene indistinta minimal, che comunque fa sempre piacere. Quando viene messa questa canzone la cantano tutte molto allegramente.
Bere costa un'inezia (2 euro una bottiglia di birra) e quando entri ti regalano un chupito di whisky (mai bevuto prima. Responso: è quel tipo di liquore che devi bere quando fuori fa meno dieci gradi, perchè fa venire un gran caldo)
Le ragazze tedesche sono tutte molto carine (e non solo fisicamente, e non solo perchè son vestite bene). Sorridono a profusione, sono tutte molto felici e rilassate, se ti pestano i piedi ti chiedono scusa e poi ti sorridono ancora. Se volete rimorchiare, andate a Berlino.
Nessuno occupa il bagno scopando.
Prima di farti una foto a- te lo chiedono b- ti fanno lasciare la mail per la liberatoria (!!)
Il guardaroba costa un euro e con un euro su quell'appendino ci puoi accatastare tutto quello che vuoi.
Non ci sono uomini!! E' a tutti gli effetti una serata per sole donne.

Insomma, girls just wanna have fun. Andate a Berlino

giovedì 1 settembre 2011

News and breakfast

Un po' di muro e uno scorcio di cielo.

Tornare da Berlino è un po' traumatizzante ma per fortuna settembre inizia con la pioggia, in maniera delicata. A vacanze ufficialmente terminate, inizio la prima giornata piena di una lunga serie con una immancabile tazza di tè e la lettura delle notizie, e scopro che mentre io saltellavo da cibo da strada a cibo da strada e a qualche Dyke Fight (di cui potete vedere le foto qui), mi sono persa un po' di cose, come ad esempio:
  • Ad Aosta il comune aiuta le giovani coppie conviventi, anche gay. (Milano, hai sentito?)
  • A Milano l'assessore alle Politiche Sociali e ai Servizi per la Salute Majorino ha sgridato gli stilisti gay che se ne stanno nel loro cantuccio felice e privilegiato e non partecipano alle lotte per le rivendicazioni dei diritti, primo fra tutti il Pride, dove non si vedono mai. 
  • A Padova si è parlato di utilizzare un bollino "gat friendly" per le strutture turistiche (alberghi, ostelli, ristoranti e quant'altro), ma la proposta è stata bocciata dalla Curia, preoccupata per la possibilità di discriminazione contro chi non lo espone.
  • Nel New Jersey una ragazza di 25 anni si è vista rifiutare la vendita di un abito da sposa in quanto lesbica e perché, testuale, "il matrimonio non è legale e il negozio non partecipa in nessuna attività illegale".
  • La DC Comics pubblicherà da settembre alcuni nuovi fumetti con protagonisti supereroi gay e lesbiche che, pare, vendono bene (avevano fatto una prova con Batwoman).
  • Ieri sera su Doc3, Rai3 è andato in onda un documentario sul mondo trasgender, che fa parte di una serie di iniziative sulla tranmedialità intitolata Transiti e che comprende anche un ciclo radiofonico, un videoblog, una miniserie web interativa e uno sportello telematico "amico". Io me lo sono persa, qualcuna di voi l'ha visto?
  • Luca e Gustav, quegli adorabili ragazzi che hanno girato Improvvisamente l'inverno scorso, hanno fatto un altro documentario, intitolato Italy - love it or leave it, che parla dell'opportunità di trasferirsi all'estero o di rimanere in Italia per lottare per un cambiamento, e che verrà presentato in anteprima il 15 settembre al Milano Film Festival.