martedì 27 luglio 2010

La legge di Murphy


Foto presa da qui. In attesa del film...

Siccome in questi giorni la legge di murphy si è abbattuta crudele, inesorabile e stronza sulla mia povera adorabile persona, sono adata a caccia di buone notizie lgbt onde evitare di riversare (anche) qui il mio odio per l'umanità tutta, a partire dai parrucchieri passando per i bibliotecari fino a quel pullmino di suore che mi ha tagliato la strada stamattina.

notizia carina numero uno

Constance McMillen
è stata risarcita dalla sua scuola (un'autentica fucina di stronzi, "va bene" proibirle d'andare al ballo della scuola con la sua ragazza, questo è un classico ce lo diceva pure Dawson, ma spedirla a un finto ballo fatto solo di freaks? Pessimi) per comprovata discrimazione. Beccati questa, Itawamba County School.

notizia carina numero due


Il lupo in calzoncini corti documentario sui figli delle famiglie arcobaleno andrà in onda su rai tre questo mercoledì, alle 23.30. Sapevatelo

notizia carina numero tre

Questa tizia cristiana et omofobica, ha fatto causa alla sua università che, per farla breve, non vedeva di buon occhio la sua omofobia (soprattutto perchè la sua omofobia le impediva di completare i compiti richiesti. Scusi, commissione piani di studio, non mi va proprio di sostenere filosofia teoretica, penso siano teorie contro ogni buon senso. Ah si? Affar tuo!)
Perchè è una notizia carina? Le figlie di maria (o fighe di legno, che dir si voglia) hanno la stessa faccia proprio in tutto il mondo. Se ne vedi una, la eviti.

mercoledì 21 luglio 2010

Vox populi

Foto presa da qui

Dalla rubrica delle lettere di metro, 20 luglio:

Riguardo i matrimoni gay sono contrario.Cosa impedisce loro di andare a vivere insieme?Perché riconoscerli per legge? Già esistono delle leggi per i cittadini. Dobbiamo creare altre categorie protette?Non sarà per creare nuovi mercati e nuovo business? Trovo che la gente si sia ammattita, la nostra società sta degenerando sempre di più


Questa è proprio il tipo di affermazione cretina che se pronunciata da qualcuno di "famoso" sarebbe finita dritta dritta nella rubrica era meglio tacere, ma siccome la mente intelligente dietro questa sequela di luoghi comuni mal accatastati si firma solo ep non sappiamo consigliare a chi tacere, o cambiare marca di vino in pratico bricco di cartone.
Mi piacerebbe pensare che fosse ironico/ironica, ma ne dubito.

Intanto complimenti alla città di Torino per il riconoscimento all'anagrafe delle coppie gay, e all'Irlanda per le unioni civili.

sabato 17 luglio 2010

Povia, il messianismo gay, i pellegrinaggi e Katy Perry


Sarà il caldo, ma questi ultimi giorni il mio livello di sopportazione è davvero pari a zero. A questa settimana pubblica La vera storia di Luca era gay, intervista a tale Luca di Tolve, neoetero brianzolo, destroide, fervente cattolico. Badate bene, gli aggettivi non stanno lì a delineare semplicemente il soggetto, ma segnano la nuova personalità che il signore si è costruito.
Il nostro Luca, infatti, negli anni '90 era gay, milanese di Milano, di sinistra e ateo. Poi lo spauracchio dell'Aids l'ha portato a ritrovare rosario e fede (con tanto di visioni e cori d'angeli), e con questa la volontà di "guarire", visto che l'omosessualità "non è naturale" (citazione letterale), attraverso pellegrinaggi e testi di Joseph Nicolosi, un'altra personalità che vi raccomando.
Qualche stralcio di dichiarazione:

Mia madre mi ha educato quasi come una bambina.

Non ho avuto alcun modello maschile, così l'ho sublimato, erotizzato.

I veri maschi entrano in una comunione profonda tra di loro, senza per questo avere rapporti sessuali. E' l'amicizia virile che unisce.

Purtroppo per lui, evidentemente la fede non riesce a rendere innaturale quello che è naturale, e il nostro Luca deve ancora combattere con le tentazioni.

All'inizio sbranavo i ragazzi con gli occhi. Ora ho potate le mie fantasie. Le ho quasi domate. La mia libido è molto scesa.

Quel che mi innervosisce di più, qui, è la pretesa di universalità. Ammesso e non concesso che la sua fosse una situazione sui generis e che effettivamente gli abbia fatto bene cambiar vita, perché volere per forza estendere la sua esperienza a tutti i gay, affermando arrogantemente che "non credo che ci siano gay felici"?
A mio nonno una volta è stato diagnosticato il cancro ai polmoni, i medici volevano operarlo per fare "una finestrella". Visto che mio nonno era testardo come me, ha firmato la liberatoria e se n'è tornato a casa sua. E' risultato poi che non c'era nessun cancro e che l'operazione l'avrebbe ucciso con 25 anni di anticipo.
Nessuno sano di mente, però, affermerebbe che il cancro non esiste. Eppure, quando si tratta di omosessualità si fa in fretta a riempirsi la bocca, e sono tutti abbastanza esperti da pontificare.
A questo punto molto, molto meglio Katy Perry che, dalle pagine di Vanity Fair, la settimana scorsa, affermava con tutta la semplicità del mondo che "è difficile generalizzare quando si tratta di persone, ogni caso è a se".
E guarda caso parlava anche lei di gay.

venerdì 16 luglio 2010

Per carità, sciura Maria




Io ho la memoria assai corta, ma il giorno che la Moratti se ne uscì con "niente patrocinio del comune al festival mix, che tanto i gay sono ricchi non ne hanno bisogno, cicca cicca " me lo ricordo bene. Me lo ricordo bene perchè io e the frog ci facemmo un sacco di risate, e trasognate iniziammo a pensare alla fantomatica eredità gay che in quanto parte della massonica potentissima lobby gay ci spettava di diritto, prima o poi. A distanza di tre anni le mie finanze hanno subito un bel tracollo, l'eredità non mi è arrivata, il mio conto dispone di (giuro) 40 euro, ho finito tutti i soldi del lavoro, e anche tutta la liquidazione, sigh.
Ma non importa! Almeno non dovrò spenderli per andare a teatro! Eh si, perchè Letizia colpisce ancora. Sia mai che a Milano si parli di cose scabrose, sia mai che s'inviti a teatro della gente e si parli di froci, sia mai che si parli di temi scabrosi come l'omosessualità, per carità sciura Maria i bambini! I bam- bi- ni! Non è educativo per i bambini!
Milano, presente? La città che un mesetto fa ha ospitato a palazzo Marino la festa per i vent'anni di Dolce e Gabbana.
Ci sono froci e froci, insomma. Quelli argentini sono particolarmente fortunati, loro si possono sposare.


E per carità non facciamogli donare il sangue, a Milano, che poi tutti diventiamo froci!

lunedì 12 luglio 2010

Gossip girl


Foto presa da qui

Estate uguale gossip. E' matematico. Anche solo perchè leggere qualcosa di più impegnativo con quest'afa e sole cocente è impossibile. Quindi, dopo la faccenda Kristen Stewart (che, fra parentesi, è talemente gargantuesca d'avere un nome tutto suo, le fan di Kristen fra loro si chiamano Kristbian, non è necessario che i spieghi il neologismo immagino, ormai go gay for shane è roba d'altra generazione) e l'aver scoperto che non solo Mira Aroyo non è gay ma purtroppo è pure sposata, passiamo ad Ellen Page.
Solita storia: tumblr rumoreggia da mesi, la ragazza è così deliziosamente tomboy che non rumoreggiare è impossibile, la ragazza è in lizza per interpretare Lisbeth Salander (mi dissocio), la ragazza non si vede mai con un ragazzo al fianco, la ragazza ha dichiarato una vera adorazione per Patti Smith, la ragazza è canadese.
Se non che, la notizia deve aver varcato i patrii confini, e nel numero di "io donna" in allegato al corriere di sabato, in un articolo/intervista alla suddetta Ellen Page, potevi leggere, insinuato, fra le righe e ben sussurrato, un costante gaaay gaaaaay, sarà mica gaaaay, elleeeen. L'articolo si può leggere qui, così poi mi dite se la teoria del complotto mi sta avviluppando o effettivamente un paio di insinuazioni c'erano. Che poi sia gay o meno, poco importa: ormai ci sono una serie tre o quattro cosette che se fai, ti attaccano l'etichetta alla tua bella camicia a quadri.

martedì 6 luglio 2010

Nuestros derechos no son negocio


Ebbene si, sono stata al Pride di Madrid. Orgullo, per la precisione, che gli inglesismi si sa, lì non sono ben accetti.

Gli amici rimasti in patria, che eccitati chiedevano resoconti all'altezza delle aspettative, sono rimasti un po' delusi. Motivo per cui ho aspettato fino ad oggi di chiarirmi le idee prima di raccontare questo immenso Gay Pride anche a voi. Immenso è senz'altro la parola chiave: 56 associazioni nel comitato organizzativo, 35 carri, più di un milione di manifestanti, senza contare la folla accalcata ai lati del percorso, arrampicata sulle impalcature dei cantieri, affacciata seminuda ai balconi dei palazzi. Ritrovare in quella bolgia gli altri membri del gruppo Arc goes to Madrid è stata un'impresa e neanche totalmente riuscita.

Partito intorno alle 18,00, la coda del corteo sarà arrivata a destinazione verso le 23. Voltaren emulgel, vero protagonista del mio Pride, mi ha tenuto in piedi in quelle ore di camminata. Numeri a parte il corteo era un corteo. Quello che fa dell'Orgullo di Madrid il più importante Gay Pride europeo è tutto il contorno. E' la vista di tante coppie omosessuali in giro per la città, e non solo per il quartiere gay Chueca, nei giorni precedenti e successivi al Pride. E' la bandiera rainbow che domina la città, esposta da tutti, ma proprio tutti gli esercenti di Madrid. Sono i concerti, gli spettacoli e le feste nei locali, ma più fuori dai locali, che ogni notte per giorni tengono svegli i madrileni, volenti o nolenti. Ed è anche il giro di soldi, si stima di 42 milioni di euro, generato dalla manifestazione in un solo weekend. D'altronde credo sia ben chiaro agli spagnoli quanto il turismo gay li stia aiutando ad uscire dalla crisi.


Chi l'ha capito anche meglio degli altri è sicuramente Mr. Mc Donald. Due dipendenti della multinazionale infatti quel giorno, al posto di panini e sorrisi, distribuivano ventagli rainbow ai manifestanti, lanciandoli dal cornicione del fast food lungo il percorso. Davanti la famosa M e la scritta Orgullo 2010, dietro l'elenco delle vie in cui trovare gli altri punti vendita della ditta in città. Sia chiaro, la solidarietà fa sempre piacere, vedere la nostra bandiera esposta ad ogni angolo di strada da ristoranti, bar, negozi, uffici, centri di ricerca, agenzie immobiliari, e chi più ne ha più ne metta come direbbe mia madre, è una cosa che appena scesa dalla metro dà una sensazione di protezione impagabile per chi deve fare i conti tutti i giorni in Italia con notizie di ordinaria omofobia. Però forse se non avessi visto quei ventagli non avrei realizzato bene neanche il senso degli striscioni del Bloque Orgullo Critico appesi ad alcune finestre di Chueca: uno dà il titolo a questo post, gli altri, tutti uguali, recavano la scritta Orgullo sì pero no asì.

Non so se sia stata questa presa di coscienza, che poi è un po' la scoperta dell'acqua calda se vogliamo dirla tutta, a far si che i miei racconti del Pride abbiano rincuorato gli amici invidiosi della mia partenza. Forse c'è di più. Forse anche sentirmi rispondere che in Spagna non esiste un'associazione delle famiglie omogenitoriali, mentre la cercavo in testa al corteo, ha fatto la sua parte. Chissà poi se è vero, il carro delle familias diversas c'era, ma loro erano lì per mostrare la propria realtà familiare al mondo, non per chiedere diritti o riconoscimento alle istituzioni. Quelli, loro, li hanno già. La visibilità, essere accettati dalla società è importante, il Pride non è mai superfluo, però..però. Però il Genova Pride dell'anno scorso mi aveva emozionato di più. Il gesto di solidarietà di una passante che applaude alla vista della manifestazione, un gesto per nulla scontato e totalmente gratuito, vale molto più della strizzata d’occhio del Mc Donald's. Manifestare per i miei diritti negati è qualcosa che mi è mancato all'Orgullo. La sensazione era più quella di una festa che non quella di una protesta, e io ho sempre difeso il Pride dalle accuse di carnevalata, perché credo nella sua essenza di rivendicazione di diritti. Questa essenza giocoforza si perde quando quei diritti li hai già raggiunti. Per questo trovare questo adesivo


alla fine del percorso in un certo senso mi ha fatto piacere. Mi ha permesso di rifocalizzare l'obbiettivo, lo scopo della mia presenza a Madrid.

Per il resto, mi porterò dietro questo ricordo..sono pur sempre stata al Pride di Madrid, per dio! Ma averlo visto una volta per me può bastare, Madrid mi rivedrà in altre occasioni, magari meno agorafobiche. Finché gli omosessuali italiani non dovranno più invidiare gli spagnoli, il mio ginocchio si infiammerà nel mio Paese.

ps: sparata finale a parte, provate a propormi il Pride di Stoccolma e vediamo dove finiscono i miei propositi patriottici.

lunedì 5 luglio 2010

Luoghi comuni


Foto presa da qui

Glamour di questo mese è così ricco di informazioni interessanti che ne esce fuori un altro post.
Dopo le sconcertati rivelazioni del post precedente, questa volta ci concentriamo solo su due cosette in particolare, due luoghi comuni belli triti e ritriti, luoghi comuni così radicati da essere oramai due pietre miliari del luogo comune lesbico

Luogo comune numero uno:


Ho capito che un uomo tende spesso a darti per scontata, mentre con Angela non succedeva mai. Ancora oggi penso che essere stata desiderata da una donna mi fa sentire più bella.

Luogo comune numero due:

Quel che succede fra due donne non potrebbe mai accadere tra etero: noi condividiamo davvero un terreno mentale.Che comprende vita, sesso, sogni.

Che caldo che fa, sciura maria. Non ci son più le mezze stagioni e l'aria condizionata ci fa ammalare.

giovedì 1 luglio 2010

Non lo sapevate? Sapevatelo!


Foto presa da qui



Lo so che non è bello gioire delle disgrazie altrui, ma hey, ci sono 30 e passa gradi, ho un raffreddore che mi sta uccidendo,domani un noiosissimo esame, un sacco di tempo avanti a me prima di andare in vacanza. Che posso farci, se leggere notizie come queste mi mette di buon umore?

Un consigliere del Pdl della Provincia di Roma, Pier Paolo Zaccai, è stato ricoverato in stato confusionale all'alba di oggi nell'ospedale Grassi di Ostia, dopo che aver partecipato a un festino a base di cocaina e sesso, al quale erano presenti alcune trans. A svelare il retroscena sarebbe stato una di loro, che ha riferito l'accaduto alle forze dell'ordine. Il consigliere, infatti, si sarebbe affacciato in uno stato confusionale dal balcone della casa nella quale si stava svolgendo il festino - sembra di proprietà della transessuale e in zona San Giovanni - urlando frasi sconnesse e improvvisando un comizio. I sanitari che lo tengono in osservazione fanno sapere che verrà sottoposto ai test tossicologici di rito.
Il politico, classe 1968, milita nelle fila del Pdl e ha iniziato la sua carriera all'età di 17 anni, aderendo prima al Fronte della Gioventù e poi al Movimento sociale itliano per il quale si camdida nel 93 come consigliere nella circoscrizione XIII. Eletto per quattro volte consecutive nel "parlamentino di Ostia", nel 2008 si è candidato alla Provincia di Roma. E' entrato a Palazzo Valentini in seguito alle dimissioni del candidato presidente del Pdl Alfredo Antoniozzi, sconfitto dal democratico Nicola Zingaretti.
Appena la notizia ha cominciato a diffondersi nei corridoi di Palazzo Valentini, tutti i gruppi politici si sono mobilitati per cercare di capire chi fosse il consigliere protagonista del festino a base di droga. Preoccupati, soprattutto nel Pd, che si potesse ripetere un nuovo caso Marrazzo. I volti sono diventati terrei, al contrario, nel momento in cui gli esponenti del Pdl hanno scoperto che si trattava di uno di loro. "Ora chi glielo dice ad Alemanno", ha sussurrato uno di loro.
La notizia del ricovero dopo il party sesso&coca è piombata nell'aula del consiglio provinciale durante la discussione sull'assestamento di bilancio. La prima reazione dei consiglieri è stata di stupore, ma anche di imbarazzo. Qualcuno lo descrive come "una persona tranquilla", come "uno silenzioso", ma comunque a Palazzo Valentini nessuno lo conosce così bene perché Zaccai lì è arrivato da poco. Qualcuno ricorda solo che lo scorso anno, nell'ambito di un viaggio della Provincia a Gerusalemme, era presente anche lui, anche se "in quei giorni non si è visto mai". Chi lo conosce di più, al di fuori della Provincia, ne parla come di "uno molto esuberante".
Laureato in Psicologia all'Università La Sapienza con tesi di laurea in psichiatria sul tema del suicidio in adolescenza, si è poi abilitato alla professione di Consulente del Lavoro, specializzandosi in Igiene e Sicurezza negli ambienti di lavoro. Zaccai è anche socio fondatore de 'I Cavalieri di Anco Marzio', una fondazione che opera in ambito cattolico. Pratica nuoto, pallanuoto e pugilato: per quest'ultimo ha conseguito il brevetto da insegnante.