mercoledì 30 giugno 2010

Gays do ti better


Ci vorrebbe un esame di coscienza, ogni tanto. Qualche attimo in più, prima di rilasciare dichiarazioni a giornali e riviste, indispensabile per scrollarsi di dosso il narcisismo di essere intervistati (e magari fotografati) e riflettere. Certe cose, io, le giustifico solo così.
Come spiegare altrimenti la manciata di luoghi comuni che si possono trovare questo mese su Glamour? Tutti proferiti da attestate bocche gay, tutti frutti di esperienze squisitamente personali, ma tutti, in fondo, varianti sullo stesso tema:

I gay lo fanno meglio.

Non lo sapevate, che il sesso che fate è la quintessenza del sesso stesso? Che in quanto gay avete acquisito (oltre ad una eredità sostanziosa, come sostiene la Moratti) un'apertura mentale altrimenti introvabile? Un interesse per i giochi erotici altrove sconosciuto? Una capacità di ridere, a letto, per altri vietata? Una coscienza della propria sessualità neanche immaginata? Un altruismo, dell'atto, fin'ora ignoto? Una propensione al sesso occasionale (lesbiche a parte, ovviamente) altrimenti estranea?

Insomma, siamo dei pazzerelloni! Guarda anche le foto che si trovano su internet, dove li trovi due etero che si mangiano il sushi l'uno addosso all'altro?
In Beautiful, ad esempio.
(Giusto per muoverci sul banale, come loro.)

martedì 29 giugno 2010

Lesbo chic



In questi giorni ho il raffreddore, quindi la mia capacità di concentrazione è praticamente azzerata.Passo le mie giornate a letto a guadare 90210 (probabilmente uno dei più brutti telefilm di sempre ), programmi televisivi a caso, e come sempre faccio una capatina sul televideo di canale 5, inesauribile fonte del gossip più becero. Fra le altre, succulente , notizie, tgcom ci tiene a farci sapere che è tornato di moda il lesbo chic (nota bene, non sapevo se ne fosse mai andato) ovvero due sedicenti fanciulle, generalmente poco abbigliate, che si danno uno di quei fintissimi baci a stampo, un occhio a guardare le tette dell'altra e un occhio che ammicca alla macchina fotografica. Ora, perché questo sia da considerarsi chic mentre il lesbo ordinario no, non ne ho idea. Sono sicurissima d'essere più chic io di Naomi Letizia, si, anche in questi giorni di raffreddore.Sono piuttosto sicura che i miei boxer a righine battano su tutta la linea il costume fosforescente della biondina, ma non proseguirò oltre. Quello che non capisco è come due ragazzette seminude ad uso e consumo del maschio di turno possano, o debbano, essere considerate chic, anziché (e perdonatemi il francesimo) buone solo per farsi due pippe. Insomma, non è che se lo chiami chic siano meno squallidone, o meno ridicole, o meno noiose.
Non contento, tgcom ci offre una brillante panoramica di tutte le donne impegnate nel lesbo chic ultimamente, a quanto pare sono davvero tante. Strano, io pensavo che l'estate fosse la stagione per brutte canzoni latino americane o Paola e Chiara, ancor peggio brutte canzoni latinoamericane di Paola e Chiara, e non una stagione in per lesbiche chic.
Armatevi di costumino scostumato ragazze, e siate ttttrendy.

lunedì 28 giugno 2010

Era meglio tacere


Fonte: uaar.it

Lo so, lo so che oltre a questi maledetti pretacci da qualche parte, lungo la penisola, ci sono persone carine, educate, come che so, Don Gallo, persone carine che si danno da fare per seguire il messaggio evangelico, con tutto il buono che ne consegue. Purtroppo quelli che fanno notizia sono sempre gli stronzi.Monsignor Alfeo Giovanni Ducoli ci dice la sua su:

pestaggi degli omosessuali

Chi commette atti vili come quelli è un delinquente e va castigato con severità, perché il ricorso alla violenza non è mai giustificabile. Però va detto che alcune volte i gay provocano, con le loro condotte esibizionistiche, con azioni impudiche in pubblico, con atti osceni, eccitano la fantasia perversa di gente debole e qualche volta si comportano rumorosamente con troppa esuberanza per la via pubblica e questo effettivamente può determinare in alcuni sensazioni di ripulsa e di risentimento e spingerli all' aggressione. Ribadisco, la violenza non è legittima, ma esiste in casi come questi l' attenuante della provocazione.


violenza sulle donne

Una cosa barbara. La donna merita ogni rispetto. Con la stessa sincerità va detto che alcune donne oggi vestono in modo indecente e scollacciato, mostrando in pubblico le loro forme sensuali. Questo può eccitare menti deboli o poco ordinate e spingerle ad atti di violenza. Dunque se anche loro aiutassero con modi di vestire più castigati sarebbe bene. Alcune loro esibizioni in pubblico possono causare atti violenti ed istigare ed anche la loro attitudine è un attenuante, vi è provocazione, istigazione all' atto violento.


Quindi, care ragazze, se uscite in pantaloncini e baciate la vostra ragazza, poi non lamentatevi

venerdì 25 giugno 2010

The chart


Frak you guys

Ogni anno, nel mese di maggio, Afterellen stila la classifica delle 100 donne più sexy per le lesbiche. Scelte in base all'aspetto fisico, ma anche in quanto sostenitrici della causa, o in quanto attrici che hanno interpretato ruoli a tema.
Ogni anno, circa nel mese di maggio, Autostraddle stila la classifica delle 100 smokin’ hot actual queer girls
Quest'anno, guardando le due classifiche, mi sono venute in mente un paio di cose:

1- Olivia Wilde ha stufato. Errata corrige: non è mai stata interessante

2- Tina Fey solo all'undicesima posizione è una cosa i-na-cet-ta-bi-le.

3- Le due tizie del grande fratello in classifica sono una cosa ridicola

4-Shane non morirà mai

5- La gemella Sara del tuo Tegan & Sara è costantemente una posizione sotto la gemella Tegan Poverina, insomma. Son gemelle omozigote.

6- Kristen Stewart è alla posizione numero due ( cough cough)

7- Katee Sackhoff: dov'è Katee Sackhoff? Perchè non c'è Katee Sackhoff? Che senso ha l'assenza di Katee Sackhoff?

Abbastanza opinabile, insomma.Ora aprite la classifica di Autostraddle. Già. Autostraddle sta diventando uno dei miei siti preferiti. This, is the way that we live

giovedì 24 giugno 2010

I saved the world today

In foto, l'Irlanda.


Fra qualche giorno, dopo il Pride nazionale (Napoli, 26 giugno) e quello di Roma (3 luglio), il mese più gay dell'anno si chiuderà. Cosa avremo portato a casa? Poco, probabilmente, e benché sappia perfettamente che non è un Pride che muoverà una legge, bisognerebbe tenere a mente che è per quello che si sfila, per le leggi, per i diritti, non per fingersi single e bere in compagnia alle quattro del pomeriggio.
Nello stato in cui viviamo, però, temo che sia facile perdere di vista certi obbiettivi, non foss'altro perché a non averli mai avuti, e a non parlarne mai, si rischia anche di dimenticarsi che esistono (e che si possono avere).
Non parlo solo delle ragazzine che sono gay dal venerdì alla domenica e poi stop, né di quelle che hanno l'agenda troppo fitta di serate in discoteca e aperitivi gay per inserire un impegno che sia sociale, o politico, o che. Parlo anche di noi lesbiche troppo impegnate politicamente, che a forza di essere esposte (volenti o nolenti) allo stato delle cose, alla televisione di stato, al (cattivo) senso comune dell'italiano medio, corriamo il rischio di lottare per il principio e non per la realtà, perché nella realtà, ormai, abbiamo smesso di sperare.
Io ho ricevuto una bella scossa quando meno di un anno fa sono stata in Irlanda con Etwas. Grazie a questo blog (davvero, grazie blog) abbiamo passato una piacevolissima serata con Veronica ed Eva, che ci hanno portato a mangiare il più buon hamburger vegetariano della storia e che sono, semplicemente, delle persone adorabili.
Veronica ed Eva, qualche mese fa, hanno annunciato il loro matrimonio. Scossa numero uno.
Veronica ed Eva, qualche mese fa, hanno annunciato che saranno mamme. Scossa numero due.
Si sa che all'estero ci si può sposare e fare la fecondazione artificiale, si sa, ne abbiamo anche scritto, ma conoscere delle persone che lo stanno facendo cambia davvero le carte in tavola.
Ti fa sentire in maniera diversa.
Per questo motivo ho pensato di farle parlare attraverso questo blog, così da passare un po' di questa scossa anche a voi, così che non perdiamo di vista la realtà ripiegandoci nel principio.

Prima di tutto, presentatevi.
Veronica, 29 anni a luglio, sono italiana ma vivo a Dublino dal 200. Eva, 35 anni, spagnola, vive a Dublino da quasi 10 anni. Stiamo assieme da 5 anni, ci siamo conosciute nella verde campagna irlandese e nonostante nessuna delle due volesse ammetterlo, fu amore a prima vista.
All'inizio fu difficile accettarlo, un sentimento così grande faceva paura e lo abbiamo tenuto nascosto. Era il nostro segreto, rendeva tutto più eccitante ed era anche più facile, essendo lontane da casa e dai giudizi degli altri non bisognava rendere conto a nessuno delle nostre azioni. Io, allora, mi trovavo in Irlanda per un progetto di volontariato. Quando è finito sono rientrata in Italia per l'estate, con l'idea di tornare in Irlanda a settembre per cercare lavoro. La lontananza, però, fu insopportabile, tanto che alla fine anticipai il mio volo per rivederla. Mi trasferii nel monolocale di Eva, a Dublino, con l'idea di cercare una stanza non appena avessi trovato lavoro. Non me ne andai più! Stavamo talmente bene che ci sembrava stupido dormire lontane e pagare due affitti. Ora, dopo quasi sei anni e cinque traslochi, continuiamo a vivere assieme. Abbiamo affittato una casa con una stanza in più e il giardino, dato che fra poco saremo in tre!

Com'è essere gay in Irlanda? E' una nazione così cattolica come la descrivono?
In realtà no. La Chiesa, qui, ha fatto più danni che altro e la gente è consapevole degli abusi perpetrati dai preti e dalle suore sugli studenti delle scuole cattoliche. Il risultato è che oggi gli irlandesi non si fidano più della Chiesa. Non hanno perso la fede in Dio ma hanno sicuramente perso il rispetto per una categoria di persone che ha permesso atrocità e abusi per anni e anni. Gli irlandesi hanno una mentalità aperta, accettano facilmente la diversità. La maggior parte delle persone LGBT in Irlanda ha fatto coming out sul lavoro e con la famiglia, che spesso manifesta assieme a loro.

Dopo quanto tempo avete pensato ad avere un figlio?
L'idea di costruire una famiglia ha sempre fatto parte dei nostri sogni. Abbiamo cominciato ad informarci circa tre anni fa. All'inizio abbiamo contattato una clinica di Londra (London Women Clinic), convinte che in Irlanda fosse impossibile, poi una collega di Eva ci ha detto che una clinica a Dublino trattava single parents e same sex couples, e così è iniziato il nostro percorso.

Qual'è la situazione dei diritti in Irlanda?
E' un po' complicato. C'è un disegno di legge per le coppie (che dovrebbe entrare in vigore a Dicembre) di fatto simile a quello in vigore in Gran Bretagna, ma non comprenderà i diritti sugli eventuali figli della coppia. La comunità LGBT si sta quindi battendo perché anche questo aspetto venga considerato (www.marriageequality.ie, www.lgbtnoise.ie)
La fecondazione artificiale e quella in vitro (con donatore anonimo o conosciuto) è possibile per tutte le coppie, basta pagare. Ovviamente si tratta di procedimenti molto cari, ma si occupano di tutto loro.
L'adozione però non è possibile, per le coppie gay. E' concesso l'affido, ma crea dei problemi perché solitamente i bambini vengono adottati dalla famiglia ospitante, e nel caso di una coppia gay questo non può succedere, e chi ci passa ovviamente sono i bambini.

Avete mai pensato di trasferirvi in Italia o in Spagna?
Abbiamo provato a vivere in Italia nel 2008: siamo durate tre mesi e siamo tornate in Irlanda. Il fattore lavoro (non trovavamo nulla) ha inciso molto sulla nostra decisione, ma se ci fossimo fermate sono sicura che avremmo comunque intrapreso lo stesso percorso. Anzi, penso che non ci si debba scoraggiare e rinunciare ad avere un figlio solo perché non ci sono leggi o perché la gente non capisce. Le persone hanno paura di quello che non conoscono, più ci saranno famiglie come le nostre e più verremo considerati "normali".
L'idea di trasferirci in Spagna, invece, c'è, ma non ora. Abbiamo ancora tante cose da fare nella belle Irlanda. Siamo consapevoli, però, che in Spagna saremmo tutelate come famiglia e da un punto di vista legale, e in più con un bimbo in arrivo sappiamo quanto sarà importante la vicinanza e l'aiuto della famiglia. Quindi chissà… ci sentiamo cittadine del mondo, anche se siamo orgogliose della nostra cultura, che trasmetteremo a nostro/a figlio/a.

Cosa consigliereste a chi vuole intraprendere il vostro stesso percorso?
Consiglio di non abbattersi. Decidere di mettere al mondo un essere umano non è facile, il processo a livello emotivo può essere veramente duro, ma se il vostro istinto ve lo suggerisce non rinunciate per paura o, peggio, per colpa dei giudizi. Siate orgogliose di essere come siete.

Veronica ed Eva hanno un blog (in italiano) che racconta questa esperienza: aspetto un'emozione.
Sono inoltre disponibili per maggiori informazioni (prezzi, cliniche, etc.). Scrivendo al solito indirizzo (allthebeautyoulleverneed@yahoo.com), faremo avere loro la mail.

martedì 22 giugno 2010

The real trash word


Look! Real tumblr lesbian!

Amo il trash, per cui era ovvio me lo sarei guardato. Tanto più che sono in sessione d'esami, periodo in cui ogni programma in tv diventa il mio migliore amico (ore e ore di commenti/polemiche sulle partite dei mondiali: grazie, vi lovvo). Nonostante le critiche non esattamente positive (esempio uno, esempio due ), da brava girl scout l'ho cercato e me lo sono visto, per concludere che: dio, no, per favore basta no. E' un categorico, assoluto no. E' un nemmeno se mi dovesse tornare l'insonnia lo guarderò mai più.
Era difficile superare la quantità di clichè-per-puntata-patinata insito in L word, ma incredibilmente ci sono riusciti. E se consideriamo che non c'è un copione da seguire, è ancora peggio, è tutta gratuita, stupida, insulsa, appiccicosa, reality noia.

L. A. è una città piena di femme

sono un uomo gay intrappolato nel corpo di una lesbica (originalissssima battuta!)

no, non ricordo il nome della prima ragazza con cui ho fatto sesso. ma ricordo che è stata l'unica volta in cui non ho preso il comando

ho le tette troppo grosse per rimanere a casa

se una ragazza ti dice di no, ne troverai altre 10 che diranno si

sono una lesbica molto femminile, porto i tacchi

dai, andiamo a fare spese da Gucci

Non me le sono inventate. Sono arrivata al minuto trenta per decidere che piuttosto di vederlo tutto mi sarei messa a studiare. E mi son messa a studiare. E io odio, mettermi a studiare.
Ilene, ho preferito l'odiosissimo Nietzsche alle tue lesbiche: epic, epic fail

lunedì 21 giugno 2010

Is she really gay?





Chi di voi fanciulle ha tumblr lo sa da tempo, ma sicché la questione sta assumendo gargantuesche proporzioni e si sa,il paese è piccolo, la gente mormora, emancipiamo i rumors dalla dashboard e parliamone anche qui. Hey, ma Kristen Stewart, sarà mica gay?
Eh anche un bel chissenefrega, eh! Prima che orde di inferocite carampane team Edward/ team Jacob arrivino qui a darmi della lesbicasoloinvidiosadeloropureammmmorekristennonègaycicca, i gusti sessuali sentimentali della povera Kristen non mi interessano proprio. Solo che non passa giorno (giuro) che una sua foto, almeno una, non faccia capolino nella mia dashboard, con annessi commenti divertiti di persone molto divertite da foto come questa:



o questa


oppure non so, questa?



E così foto dopo foto, rayban dopo rayban,anfibio dopo anfibio, capita che la gente s'inventi questi geniali collage

(cliccate qui per vederlo bene )

E continui a rumoreggiarci sopra, perché, sai com'è:
  • hai interpretato Joan Jett
  • ti vesti a quella maniera
  • sei goffa
  • dichiari di ascoltare gli Smiths
  • nell'interpretare Joan Jett baci Dakota Fanning...
Kristen:


Avete tanto, tanto tempo libero e volete approfondire la questione?
Questo topic vi terrà impegnate per ore!
Date sfogo alla pettegola da parrucchiera che giace in fondo a voi, e spettegoliamone!
Tutte quelle camicie a quadri, dove stanno andando?


foto credit: ohcardigan.tublr.com, liquorinthefront.tumblr.com, godsavequeers.tumblr.com

venerdì 18 giugno 2010

Be proud everybody! (showing part)

Giusto qualche immagine, il resto lo trovate sul mio flickr.







Era meglio tacere



Dal City di oggi:

I gay sono arrabbiati con me perché ho rifiutato ogni etichetta. Renato Zero.

Ciao gay. Per favore lasciate in pace Renato. Lui alla fine non ci ha mai marciato su e quindi non capisco che cavolo c'avete da recriminare. Sempre a tirare l'acquetta al mulino vostro. Uh! Ha una tutina di spandex! Vieni a giocare con noi! Sempre ad arrabbiarvi quando poi non vengono a giocare con voi. Vi ci vedo, arrabbiatissimi, a tirare paillettes trucchi e zeppe al povero Renatino. Povero Renatino. Anche i fans di Jack Skeletron si sono molto risentiti quando hanno scoperto che Renato non era veramente uno scheletro canterino, ma mica si sono arrabbiati,loro! Povero Renatino. Su, move on, basta essere arrabbiati. Andiamo a giocare con Tiziano (o con Kristen Stewart! oh, Kristen...)

mercoledì 16 giugno 2010

I gotta run



A me piacciono i teen-movie anche quando sono sono stupidi e godibili, a maggior ragione se sanno essere qualcosa di più. 10 cose che odio di te è uscito nel 1999, io non l'ho visto al cinema ma sarà stato su per giù quell'anno lì. Io, nel 1999, avevo tredici anni; dodici, in realtà, per la maggior parte (rapido calcolo, ancora per poco sono più giovane del quarto di secolo, ah!).
L'ho rivisto, poi, da allora, parecchie volte. Perché mi piacciono i teen-movie, perché ho un debole per quella Julia Stiles così irriverente, ma soprattutto per la sua colonna sonora.
Insomma, ad una ragazza di tredici anni (o dodici, perfino) un film che si apre con Bad reputation di Joan Jett and the Blackhearts spalanca un mondo.
Dieci anni dopo, con ansia, ho aspettato che uscisse The runaways, ho fatto in tempo a stressare anche voi. Ora l'ho visto (ovviamente ricevendone una copia dalla produzione, visto che Etwas ed io siamo persone importanti, si si). Due volte in tre giorni. E ancora non mi basta. Non è un film perfetto, no, ha quella lentezza e quel dilungarsi sulla fotografia e sulla colonna sonora tipici dei film che raccontano la musica (indimenticabile Control, ma anche Velvet Goldmine), e mi rimarrà sempre la curiosità di come sarebbe stato con Tylor Momson a fare Cherrie Currie, nonostante la bravissima Dakota. Eppure c'è qualcosa che mi ci fa tornare, qualcosa nel clima, nei vestiti, nell'incredibile somiglianza di Kristen Stewart con Joan Jett.
Che altro può fare una ragazza che a tredici anni si è innamorata di Joan Jett, e poi delle Runwayas delle Tilt delle Bikini Kill de Le Tigre [...] ?

domenica 13 giugno 2010

Be proud everybody!


Insomma, il Pride. Arriva una volta l'anno come tutte le date importanti, lo si aspetta fantasticando sugli effetti che avrà e l'abbigliamento da indossare, si balla per gran parte del tempo, ci si commuove pure spesso e prima di rendersene conto è già finito.
Passo la giornata di oggi a sfogliare le foto che ho scattato io, a cercare quelle che hanno scattato gli altri e a bere acqua, tanta acqua. E dire che non è durato poco, questo Pride lungo 8000 persone, dal concentramento in piazza Castello alle 16.00, all'agognato riposo a Palestro, abbandonato alle 19.00 passate da una me ed Etwas piuttosto provate e necessitanti un bagno.
E' stato un Pride particolarmente divertente, questo, complici gli amici (gay e non) che sfilavano con noi, le bandierine recuperate alla Proiezione di Priscilla, qualche giorno prima, i carri che hanno rinnovato la musica e ci hanno regalato qualche bella canzone davvero inaspettata (credibile o no, non ho ballato né la Carrà, né Renato Zero, né Maracaibo).
Così oggi cerco di rientrare nella routine, tra sbadigli e nostalgia, senza riuscirci tanto bene.

Per le mie foto c'è da aspettare ancora un po', ma arriveranno, promesso.

lunedì 7 giugno 2010

It spread - don't panic

Foto: We heart it.
Fonte: gaynews.

E' quasi tempo di Pride, e mentre i giornali di gossip banchettano su baci gay tanto estemporanei quanto famosi, Milano si risveglia scuotendosi di dosso le temperature invernali. Giugno è il mese più gay dell'anno, si sa. Colpa di Stonewall, dei Pride, un po' anche di Obama. A Milano ci mette lo zampino anche il Festival Mix, festival di cinema gay e lesbico che si terrà dal 22 al 29 (di giugno, ovviamente). Tra i titoli che verranno trasmessi: Plein Sud, J'ai tué ma mère, The secret diaries of Anne Lester, tra gli eventi speciali: UnCut, per riflettere su censura e libertà di espressione (con la proiezione di Ultimo tango a Parigi e Salò o le 20 giornate di Sodoma), e Brain&Sexy, salotto editoriale con presentazioni letterarie e dibattiti. Infine, come ogni anno, la conclusione delle giornate sarà affidata al MusicOnTheSteps, evento di musica elettronica open air nel sagrato del Teatro Strehler.
Con l'arrivo del caldo sono anche riprese le serate del Gaia360, quest'anno ospitate dal gaugin Palabadminton (zona QT8), ogni sabato con ingresso gratuito, da prendere seriamente in considerazione se (come da locandina):

  • non ne puoi più del solito revival e di Raffaella Carrà
  • sei stata emo, dark, grunge, alternativa, ma mai tabbozza
  • quando è passata la legge che regolava il blocco degli alcolici dopo le 2 hai pensato che avresti iniziato ad uscire alle 20.30
  • preferisci Peaches a Laura Bono
  • preferisci i fratelli Guzzanti alle sorelle Carlucci
  • pensi che da anziana, se sopravviverai a tutto e tutti, comunque avrai la tinta riflessante viola perché certi vizi alla fine non muoio mai e va bene così!
(mi hanno convinto).

Iniziando questo venerdì col party di apertura del Pride al Toilet (sede estiva, Corte Regina), passando per il Pride vero e proprio (concentramento in Piazza Castello, ore 16), il Festival Mix e i vari appuntamenti mondani di quest'estate, Milano è sempre più gay (se ce ne fosse bisogno).

Il contagio si è diffuso.
Don't panic.

domenica 6 giugno 2010

Ma tu pensa...


A è un giornale stupidino che leggo solo perché a mia zia hanno regalato l'abbonamento, e lei non se ne fa nulla. E' un giornale un po' stupidino che si legge molto in fretta, vuoi per le poche pagine, i pochi contenuti o per le tante pagine di foto d'accompagnamento ai contenuti.
Hey, però se non avessi letto A non saprei che Sandro Bondi è per il riconoscimento delle coppie di fatto, si, anche di quelle gay! Si, si, proprio quel Sandro Bondi.
Sentite un po'

Io e Manuela siamo per i valori della famiglia, ma vorremmo che venissero riconosciuti dei diritti anche alle coppie di fatto, anche quelle gay. La chiesa dovrebbe cambiare atteggiamento.

Chi l'avrebbe mai detto, eh? Io no, ad esempio. Neanche per sbaglio.

martedì 1 giugno 2010

This is ground control to major Tom



Uno dei pregi del passare una settimana in un posto fuori dal mondo (a parte gli scontati buona compagnia e buon cibo, essere lontani assai lontani da unimi, le occhiaie che finalmente se ne vanno un po' etcetera etcetera) è come il suddetto posto fuori dal mondo sia tagliato fuori delle telecomunicazioni. Poca tv, poco telefono cellulare, zero internet.
Tornare a Milano significa entrare a contatto con un bel po' di notizie spiacevoli, notizie che fanno cadere un'ultimo baluardo di pia illusione: ma no, a Milano non ci sono aggressioni omofobiche, ti pare?
Eh già. Mi ha fatto un po' sorridere , a tal proposito, la dichiarazione rilasciata da Arcigay Milano, che per il Pride del 12 giugno ha proposto che ogni manifestante abbia con se un fischietto:come in una scena del film Milk: in caso di aggressione si usava il fischietto per dare l’allarme. Suggerimento appropriato, visto che mala tempora corrunt e ci aggiungerei (senza ironia) che f orse è il caso di tornare in palestra a farsi un po' di muscoli.
Ma dagli anni 70, non avevamo fatto qualche passo avanti? Pare di no.


Fischietto o meno, il pride di Milano è il 12 giugno. Sapete cosa fare