lunedì 31 ottobre 2011

I just wanna be your teddy bear


Non tutta la pubblicità è buona pubblicità. 
Credo che la famosa frase di Oscar Wilde Che si parli di me, nel bene o nel male, purché se ne parli abbia fatto numerosi danni, creando un ingiustificato bisogno al mostrarsi pubblicamente senza badare all'immagine veicolata. Questo è valido soprattutto per le categorie che possiamo definire sensibili, perché generalmente vittime, a livello sociale, di pregiudizi e false credenze.
Non penso soltanto al mondo omosessuale, scrivendo queste parole, ma a tutte le sottoculture (metropolitane e non) non socialmente riconosciute, che dovrebbero prestare particolare attenzione alla modalità di rappresentazione (e auto-rappresentazione). Penso ad esempio all'ultimo film di Sorrentino, che, senza spoilerare nessuno, mi è vagamente vicino a livello autobiografico e mi ha irrazionalmente innervosita. 
Questo non vuol dire che di alcuni argomenti, sottoculture, persone etc., non si possa parlare male, tutt'altro, il buonismo mi scatena davvero l'orticaria e amo quando film, telefilm et similia hanno il coraggio di affidare a personaggi sensibili ruoli negativi (come l'Imp di Games of trones o Michel J. Fox in The good wife), ma che sarebbe (carino? onesto?) importante rispettarne la verità.
L'atteggiamento da bird watching non è utile a né al soggetto rappresentato, né a chi ne parla, meno che mai alla sciura Maria di turno che potrebbe essere informata su un aspetto che non conosce e che viene trattata, invece, alla stregua di un bambino a cui si finge di rubare il naso. 
Ecco, l'articolo di A di questa settimana sul corso di maglia per orsi si muove proprio su questi binari e, per quanto io sia incredibilmente orgogliosa del caro M. che ha conquistato un paginone con la sua barba rossa e i suoi ferri da maglia, non ho potuto che scuotere la testa leggendo il trafiletto sugli orsi grandi grossi e gay che amano la lana perché è morbida e ricorda loro i peli e invece odiano in tutti i modi l'effeminatezza
Perché come al solito si perde un''occasione, trasformando una realtà in una macchietta a due dimensioni, da guardare mangiando i pop corn e poi rimettere da parte.

venerdì 28 ottobre 2011

Get crazy, get wilde, let's party, get loud

Il "collage" fa schifo, l'ho fatto io. Non ho photoshop, mi pare chiaro.


Non so cosa succeda al grande fratello non perchè il grande fratello va in onda di lunedì e io il lunedì guardo Jersey Shore. Se devo fare un full immersion nel trash deve essere una cosa fatta bene: certo, anche la Marcuzzi e il suo vestito di HM ( grazie per la pensata, tesoro: ma come dire, no grazie) non scherzano affatto, ma il mio tenero cuore ormai è devoto a Snooki & Co. Gente che passa all'azione, gente che non sta tanto a menare il can per l'aia: si scolano una bottiglia di vodka come se fosse succo alla pera e poi s'infilano barcollando a letto con la loro coinquilina, pronte per una nuova avventura lesbionic.
Detto questo, per quanto da graaaande fenomeno di massa sia diventato un piiiiicolo argomento di conversazione, ignorare il grande fratello è difficile. In particolar modo quando inzia la caccia alla trans/ all'omosessuale/ alla lesbica/ a quello che va con le trans. E puntualmente, capita ogni anno. Quest'anno però google ha reso le cose più facile a tutti: aveva messo il piedino nella casa da soli cinque minuti, ma nel world wilde web la notizia rimbalzava già da una parte all'altra: Gaia Elide Bruschini (per altro, che bel nome Gaia Elide) è stata Miss Lesbica 2010. Ora, sicchè la ragazza non è entrata vestita da boscaiola con un coltello in tasca masticando tabacco urlando sono una leccapassere!, automaticamente le è stato intimato di nascondere la sua omosessualità. Si è subito gridato al complotto: ah, maledetti autori, anche stavolta ci volete fregare!
A quanto pare ieri Gaia si è liberata dal giogo autoriale e ha fatto coming out con i suoi conquilini: si, ammette, sono bisex. Seguono frasi di circostanza, seguono opinioni di circostanza. Ora: il grande fratello è iniziato lunedì, l'ammissione di colpevolezza c'è stata giovedì, da lunedì a giovedì si è fatto in tempo a dire di tutto: era lesbica e ora è etero, ha partecipato a miss lesbica e non è lesbica, non è lesbica, non è eterosessuale, non può dirlo lo potrà dire solo più avanti, vuole dirlo ma non può dirlo, vuole dirlo ma ha paura, non vuole dirlo, saranno anche fatti suoi, no?
Il punto è questo: guardate gli altri concorrenti: ce n'è uno, anche solo uno, che abbia un aspetto "normale"? Che non sia stato levigato, piallato, abbronzato, depilato, confenzionato a modino, che non abbia grossi problemi in famiglia ma un cuore grande così? Che effettivamente possa essere uno spaccato dell'italia contemporanea? (dyo ce ne scampi).Che, per parafrasare un bellissimo post apparso su tvblog, non sembri uscito dal catalogo postalmarket? No.
No: non possiamo incazzarci/indignarci perchè al grande fratello non ci sono lesbiche o gay, o un qualsiasi esponente della comunità lgbtq: al grande fratello non c'è proprio nessuno.Possiamo incazzarci se dal censimento non verranno fuori omosessuali, perché il censimento copre effettivamente l'Italia tutta. Ma dal grande fratello, ormai non più. E' verosimile quanto è versosimile che il suo colorito color mattone Snooki l'abbia ottenuto semplicemente stendendosi al sole. E in quanto a Miss Lesbica, diamole tempo. E diamole una partner, altresì, come si è abbondantemente dimostrato, non andrà proprio da nessuna parte.
E nel frattempo: o mamma mia! il cibo italiano! pizza, gelati, buongiorno, ciao, grazi, bella, come se dice fuck you in italian?

giovedì 27 ottobre 2011

It's good to be gay, if it pays your ways


Certo che The real L word deve essere stato proprio una manna per questa manciata di ragazze che sono riuscite nell'incredibile intento di fare della propria omosessualità una fonte di guadagno. E devo anche ammettere che un po' le stimo, soprattutto chi, come Romy, ha saputo gestire al meglio le opportunità che qualche passaggio televisivo e gli indubbi contatti di Ilene Chaiken potevano offrire.
E guardatela adesso, in apertura di video vestita come Wally di Dov'è Wally?, prendere in giro qualsiasi cosa sia stata detta sul suo conto e sull'immagine di "vita da lesbiche" veicolata dal programma (da you're all a bunch of haters allo strap-on sex alla catena di ex che non conviene tanto criticare perché, dice Romy, she's about to be your ex, senza dimenticarci dreadlocks are the new black) e guadagnarci.
Come giustamente ha detto Geco, manca soltanto che il prossimo pezzo si intitoli I need I need I need e abbiamo fatto il colpo.
In confronto Whitney e le sue serate in discoteca sono roba da principianti, c'è da ammetterlo (Whitney che tra l'altro è la grande assente di questo video, dove ha trovato spazio perfino una Rachel ormai perfettamente a suo agio a Los Angeles).
Insomma, sarò naive o ottimista io, ma ci vedo una buona e salutare dose di autoironia, e approvo.

martedì 25 ottobre 2011

Farsi un'idea: gay e lesbiche


Una volta per una esame ho dovuto leggere "farsi un'idea: la cabala" e devo dire che un'idea, anche piuttosto precisa, me l'ero fatta, quindi presumo che per chi non sappia assolutamente nulla di gay & lesbiche questo libro possa essere quello che fu per me il libro sulla cabala: ne avevo un'idea vaga e indefinta, dopo di che la materia ha preso forma.
E' buffo pensare d'essere "oggetto di studio" e "materia vaga et indefinita" ma probabilmente la stessa cosa potrebbero dirvela anche tutti gli altri soggetti "oggetto di studio" della catena del Mulino (per citarne un paio, cabala ed omosessuali a parte il cervello, le staminali, nuovi madri e nuovi padri, i neuroroni specchio, l'autismo, l'homo sapiens, gli ebrei, e parecchi altri), e che sia necessario spiegare cosa significa "quando si è attratti da persone dello stesso sesso", però hey! c'è gente che pensa che se gli dai dell'omofobo significa che gli stai urlando ciao frocio, quindi forse è necessario mettere tutti i puntini sull i e le virgole negli elenchi e chiudere bene le parantesi.
Questo libro è un libro interessante. Anche se siete gay e lesbiche e sapete tutto di gay e lesbiche è interessante. Il taglio scientifico e chiaro (gli autori sono due docenti di psicologia sociale) con cui sono condotte le 143 pagine fa si che, anche se non è nulla di nuovo sotto il sole, si legga volentieri e ne possiate trarre degli annedoti. Come quello sulla nascita del termine tribade. O questa interessante dissertazione sul concetto di comportamenti maschili/ comportamenti femminili:

Il ruolo di genere denota appunto l'insieme delle aspettative e delle norme riservate a ciascuno dei due sessi. Ogni comportamento, infatti, è tipizzato per genere e ogni cultura o società in un determinato periodo storico ne definisce i criteri di appropriatezza. [ ... ]
Il grado di adesione agli schemi culturali di questo insieme di caratteristiche determina una bassa o una alta conformità ai ruoli di genere. Non è un caso che il sistema educativo e sociale abbia un peso decisivo nella formazione del ruolo di genere: nelle interazioni familiari o in contesti prescolastici bambini e bambine sono premiati se il loro comportamento è conforme al ruolo di genere e puniti quando non lo è.

Inoltre: animali omosessuali, esistono veramente? Esperienze sul luogo di lavoro, coming out, riconoscimenti giuridici e omogenitorialità, eterno dibatitto natura cultura (natura 0- cultura 1).
Luca Pietrantoni e Gabriele Prati "Gay e lesbiche" il Mulino, 2011, 9 euro e 80.

martedì 18 ottobre 2011

Il corpo delle donne

La foto di Anna Magnani l'ho presa qui

Io sono una persona pigra, mi piace molto procrastinare: sposto la sveglia, salto la palestra, non aggiorno i software finchè non è assolutamente necessario, accumulo libri, non ho ancora letto Mrs.Dalloway e fino a ieri non avevo ancora guardato il corpo delle donne.
Quindi: con due anni di ritardo, il corpo delle donne. Che sian passati due anni non lo si percepisce proprio, potrebbe benissimo esser di ieri. Si, sono cambiati gli "scandali circostanti," e la signora Daniela (causa quel piccolo problemino con lo spaccio di cocaina) non fa più parte del pubblico di Uomini & Donne, ma per il resto nulla è mutato.
La situazione della donna nella tv italiana non saprei dirvi se è peggiorata (con mio grande rammarico non riesco più a guardare Uomini & Donne, mi hanno anche spostato la replica notturna), ma a occhio e croce scommetterei sul si. Di certo passi in avanti non ce ne sono stati. Anche i nuovi canali mutuati dal digitale terrestre, qualora non siano un copia e incolla di format vari ed eventuali vedono protagonista una signora molto fine che urla insulti variegati ad un'altra solo perché quest'ultima si veste male (Nota bene: il concetto di si veste male è quanto mai opinabile e comunque applicabile ad entrambe le donne in questione). Questo giusto per dire che il problema della rappresentazione della donna in tv non è limitato ai centimetri di pelle esposta. Il corpo delle donne vi farà vedere qualcosa che probabilmente già sapete da diverso tempo, ma vedere il coacervo di varie parti del corpo simil esposti reparto salumeria fa sempre un certo effetto. Anche perché quando pensate di aver visto il peggio, scoprirete che il fondo è ancora bello lontano, che certa roba va effettivamente in televisione. Si, anche su quella pubblica.
Attenzione: potrebbe farvi incazzare a dismisura

lunedì 17 ottobre 2011

(Io sono), io lavoro


Fonte: unionesarda.it .

Vi avevamo parlato di Io sono io lavoro, la prima ricerca nazionale sul lavoro e le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender/transessuali realizzata in Italia da Arcigay. Ebbene, il 15 maggio 2011 si sono chiuse la raccolte dati (il questionario era anonimo ed online) e si iniziano a leggere alcuni dati.
Il 13% delle persone omossessuali si sono viste rifiutare la candidatura per via del proprio orientamento e la percentuale sale a 45% per le persone trans. Alta inoltre la percentuale di chi afferma di essere stato trattato iniquamente perché gay (o trans) e la maggior parte dei rispondenti ha dichiarato di non aver fatto coming out sul lavoro per timore di ripercussioni o addirittura licenziamenti. La situazione è inoltre sostanzialmente uniforme su tutto il territorio nazionale.
Siamo sorpresi?

venerdì 14 ottobre 2011

Tomboy


Qualche giorno fa io ed Etwas siamo state a vedere Tomboy (solo ed esclusivamente perché ci teniamo a tenere aggiornato questo blog, eh), e il verdetto è: investite qualche euro (o qualche punto Esselunga, se ci somigliamo un po') e andatevelo a vedere al cinema, perché ne vale la pena.
La storia è raccontata con toccante gentilezza, senza voyeurismi e senza volontà di sconvolgere, e il film è nel complesso uno splendido quadro dell'infanzia. I personaggi adulti entrano in scena solo di sfuggita, a distanza del tempo, abbastanza perché li si dimentichi, perché abbiano tratti sfumati, e il film si regge interamente sull'impalcatura del mondo infantile, con la sua logica, le sue regole, le sue necessità. 
Tomboy è, comunque, un film molto francese, con sequenze lunghe e una colonna sonora praticamente assente (si riscatta, c'è da dire, coi titoli di coda - fashion victims in sala con me: vi ho viste ballare!), ma questo aspetto è mitigato da dialoghi incredibilmente riusciti, credibili e divertenti (anche qui, molto gioco ha la logica dei bambini).
Insomma, è vero che in questo periodo stanno uscendo tante pellicole interessanti, ma ve lo consigliamo.

lunedì 10 ottobre 2011

In ordine sparso

Foto fatta da Luise Vyff ed è stata presa da qui

In ordine sparso ed assolutamente casuale, fatti sparsi della settimana:

Come da foto, Peaches ricoperta di tette a Milano venerdì sera. Nemmeno stavolta è andata così, (L Word racconta bugie.. ) ma come al solito Merrill Beth Nisker si è fatta amare.

Giovedì 13 ottobre Diversamente etero a Bologna. Ore 21, Cassero.

Ora siamo anche su twitter: link!

Spendere cinque minuti per una buona causa, ma solo se siete di Milano e dintorni: compilate questo questionario. La buona causa è il documentario the dam curse di cui potete leggere tutti i dettagli e i retroscena qui.

Radio Popolare tvb: intervista al Maria Silvia Fiengo della casa editrice lo Stampatello (dello Stampatello ne avevamo già parlato qui) e alla regista di Tomboy (attenzione, l'intervista contiene qualche piccolo spoiler. Niente che non possiate anche immaginarvi da sole, comunque). Tomboy è nelle sale dal sette ottobre, se siete di Milano solo all'Apollo.

E' uscito un nuovo volume della collana "farsi un'idea" del Mulino, stavolta dedicato a Gay e lesbiche, quando si è attratti da persone dello stesso sesso. Io dopo aver letto "farsi un'idea, la cabala" avevo un'idea precissima e molto ben delineata della cabala, magari questo testo aiuterà un po' le povere menti confuse che ancora ci definiscono malati.

Il nove ottobre è iniziato il quindicesimo censimento della popolazione italiana, e per la prima volta saranno registrate anche le convivenze fra persone dello stesso sesso.
Qui ci sono tutte le informazioni per compilare correttamente il questionario e fare numero.

Pare sia vero: Madonna in concerto a Milano giugno 2012. Ah! Le gioie della piccionaia!

Nel dubbio, sempre e comunque: fuck the pain away.

martedì 4 ottobre 2011

Did i fucking ask you?



Kim Funk, chicks don't dig street harassment

Vi avevamo già parlato della slutwalk, un'iniziativa meravigliosa, necessaria, che sta prendendo piede in tutto il mondo, giusto sabato c'è stata quella di Parigi (quando una in Italia? ), perchè sembra sciocco dover ribadire sempre l'ovvio, ma evidentemente non è così, siamo piene di esempi che dimostrano il contrario, siamo piene di imbecilli che pensano ancora "se l'è cercata" e non sanno proprio stare zitti quando sali sull'autobus.
E che non sia così se ne accorgono tutte, ovunque, a tutte le età, tanto che nel bellissimo magazine online Rookie (opera di quel genietto di Tavi, già autrice di Style Rookie) una rivista scritta da adolescenti per adolescenti c'è un post intitolato first ecounters with male gaze, giusto per ribadire che il problema inizia presto.
Ecco, dello sguardo degli uomini, sui fastidiosissimi, non richiesti, commenti degli uomini ci sarebbe tanto da dire, da raccontare, perchè credo che nessuna sia mai stata risparmiata da un banalissimo e viscido "hey, bel culo!", e non so come siate messe voi, ma più di una volta "la minaccia" io l'ho avvertita doppia, come donna prima e come lesbica poi, ed è qualcosa che mi fa incazzare oltre misura, qualcosa che ogni tanto mi manda disciplinatamente in palestra a farmi un bicipite degno di questo nome, qualcosa per cui potrei, e vorrei, scendere in piazza.
Lunghissima e prolissa introduzione perché stamattina sono incappata in questa foto


e non c'è molto da dire, se non inghiottire il groppo in gola e forse iniziare a rimboccarsi le maniche.

lunedì 3 ottobre 2011

Be cautious how you act


Credo che ormai lo si sia letto davvero ovunque, ma per chi fosse abbastanza impegnato o naive da esserselo perso, riassumo la questione in poche righe:
Leisha Haley, aka Alice Pieszecki, si trovava su un aereo della Southwest Airlines con la sua compagna, quando, per un (dice lei) modesto bacio o per un (dicono loro) comportamento esagerato, le è stato chiesto di smettere in quanto si trattava di una "compagnia per famiglie". Essendosi risentite e avendo alzato la voce, a lei e alla compagna è stato quindi chiesto di lasciare l'aereo.
E' sempre difficile trovare la ragione in dispute del genere, dando per assodato questo io ho scelto del tutto arbitrariamente di credere a Leisha Haley. Perché mi sta simpatica a pelle, perché mi piace la sua musica, perché è un militante per i diritti degli omosessuali da tanti anni, e di solito comportamenti del genere non sono propri di queste persone.
Ma ammettendo anche che non si trattasse di un piccolo, casto bacio sulle labbra come hanno dichiarato lei e Camila Grey, ma di qualcosa di un po' più appassionato (senza arrivare necessariamente ad un film porno), mi chiedo: sarebbe stato giustificato?
Non voglio prendere la direzione di molti blog gay che ho letto, ovvero se una richiesta del genere sarebbe stata fatta ad una coppia etero (sappiamo per certo di no), e chiedo allora: qualche effusione è causa di grande fastidio su un aereo?
Fatto 1: le poltrone in un aereo non sono disposte in modo circolare, in modo che tutti si possano vedere in faccia, ma giustamente in fila, motivo per cui il bacio sarà stato visibile si e no soltanto a chi sedeva loro accanto.
Fatto 2: Un bacio è silenzioso, non attira su di se l'attenzione e non è avvertibile a distanza come, esempio del tutto casuale, il pianto di un bambino.
Fatto 3: Ammettendo che non sia stato soltanto un bacio, e ammettendo per assurdo che questo abbia valenza diversa rispetto ad un bacio fra marito e moglie (o anche fra una coppia eterossessuale), se si volesse davvero proteggere i passeggeri dai messaggi "non familiari" importanza ben maggiore avrebbe zittire gli adolescenti che raccontano ad alta voce (e quindi sono udibili a distanza) delle loro conquiste, di come hanno ingannato i genitori riuscendo a star fuori tutta la notte, di tutti i dettagli piccanti.
Esempi casuali, ma non troppo.
Personalmente ho viaggiato davvero tanto in aereo. Nascere su un'isola vuol dire superare la paura di volare ad un'età precoce e trovarsi ad affermare, teenager, di aver preso più aerei che pullman. Ho visto tante scene che hanno disturbato il mio gusto estetico e il mio gusto morale, e ancora più alto è il numero di quelle che hanno disturbato il mio sonno (valore che sarebbe si da difendere su un aereo), e fatico a comprendere come un bacio (o qualche effusione) possano aver causato tanto disagio da richiedere l'intervento del personale di bordo.
Tutto questo per dire che il ragionamento è fallace anche accettando per assurdo che un bacio tra due donne abbia diverso valore di uno fra un uomo e una donna, e non è ovviamente così.

E ora che abbiamo discusso delle questioni serie, possiamo essere superficiali e chiedere, come rimbalzato ovunque da tumblr:

Wait, what? They're dating now?