domenica 29 marzo 2009

L’imene delle etero e l’imene delle lesbiche


Questo post suonerà molto strano a chi mi conosce nella vita reale. Io sono una puritana. Mia madre mi chiama Catone il Censore da quand’ero un’adolescente, perché imbarazzata dalle sue battute a sfondo sessuale, la riprendevo sempre con un lunghissimo e sdegnato mammaaaaaaaa. Una volta chiacchierando con degli amici, costretta dall’argomento a pronunciare la parola sesso, mi venne fuori una esse alla Francesco Guccini tant’era la ritrosia nel nominarlo. Un scescio che ancora li fa sbellicare quando rivangano i ricordi. Sia chiaro, lo faccio eh! Non spesso, per problemi logistici dovuti a una fidanzata momentaneamente fuori sede, ma volentieri si. Sono i discorsi sul tema, il mio tallone d’Achille. Provo un leggero disagio quando iniziano ad approfondirsi e quando devo scegliere, tra una rosa di nomi ridicoli, quello da assegnare all’organo sessuale femminile. E per questo non sarò mai grata abbastanza alla Littizzetto per avermi cambiato la vita col suo Jolanda.
Ciononostante ho messo quel titolo al post e adesso affronterò l’argomento. Perchè il sito che mi ha fatto sorridere oggi, meritava una citazione.
Vi è mai capitato da piccole di leggere sul Cioè o, se siete della mia generazione, sul Top Girl, le lettere delle ragazzine alla sessuologa? Non negate, perché a tutte deve essere capitato tra le mani un giornaletto per adolescenti almeno una volta nella vita. Nel mio caso era stata mia madre a comprarmi il primo numero di Top Girl nella speranza, diceva lei, che io prendessi spunto dalle pagine di moda per imparare a vestirmi da femmina. Nella speranza, dico io, di delegare ai dossier del periodico la mia educazione sessuale. Grande decisione peraltro. Credo che sarei morta se si fosse assunta l’onere. Beh, io ricordo un gran parlare di perdita della verginità. Fiumi di lettere di preoccupate85 che temevano di aver infranto il segno tangibile della propria virtù con un assorbente interno o in un incidente in bici. Innamorate69 che avevano fatto di tutto con ragazzi di passaggio, salvo concedere loro l’accesso al muro della purezza per continuare a sentirsi vergini. Ad accomunarle, l’ossessione di farsi trovare intatte dal nobile cavaliere che, per primo, avrebbe avuto accesso alla roccaforte. Tutto questo attaccamento all’imene io, davvero, non l’ho mai capito. A quel tempo avevo anche valutato l’ipotesi di chiedere ad un ginecologo di rimuoverlo. Non lo volevo lì a rovinarmi, col millantato dolore, quel momento di atteso e meritato piacere.
Ma non crediate che gli adolescenti di oggi siano immuni dal mito della verginità. Provate a chiedere a Google delucidazioni a riguardo. Incapperete in qualche forum femminile o nelle incredibili domande di Yahoo Answers e vi accorgerete di quanto sia ancora un problema centrale, quello dell’imene perduto, nel mondo dei giovani eterosessuali. Le più fortunate troveranno ammonimenti saggi come questo: “Consiglio di cercare di non romperselo da sole perché nel momento in cui si avrà un vero rapporto sessuale si perderà il PIACERE della prima volta con la persona che si ama”.
E nel mondo delle giovani omosessuali? Nel nostro mondo ci si può imbattere in un sito come questo: http://www.kamasutralesbico.net/ e leggere consigli di una naturalezza disarmante, come questo:
"Las chicas que tienen el himen intacto pueden sentir algo de dolor o sangrar la primera vez que tienen sexo vaginal, quando se estira el himen.
solucion indolora: si una chica piensa que va a tener relaciones sexuales y està preocupada por el himen, puede prepararse con unas semanas de anticipacion insertando un dedo limpio o un tampon en la vagina y empujando soavemente de lado a lado."
A volte è così tanto più semplice, il nostro mondo.

8 commenti:

Silvia ha detto...

Oddio, l'angolo della posta di Top Girl... L'avevo rimosso!

Anonimo ha detto...

e non si rimane incinta!

Giorgia ha detto...

vero! ma poi se lo vogliamo e siamo pronte, il modo si trova! altri punti per noi!

Barbara Antracite ha detto...

In Somalia lo fanno. Prima del matrimonio, si preparano all'accoglienza del marito con l'aiuto dell'equivalente del greco "olisbo di cuoio". Lì non vanno di moda le lenzuola lavate e stese alla finestra il giorno dopo le nozze, come nei paesini siciliani fino a un po' di tempo fa.

Barbara Antracite (in debito di una gif)

Silvia ha detto...

Che pratica grottesca, quella delle lenzuola, almeno in Sicilia le lavavano, però. Da qualche parte (non ricordo dove) si stendono ancora sporche, e il marito ha il diritto di ripudiare la moglie, nel caso in cui le lenzuola siano immacolate.

The Ant ha detto...

In Somalia però è ancora molto diffusa l'infibulazione (e più in generale la pratica delle mutilazioni genitali femminili). Ragione per cui in realtà stanno facendo un favore al futuro marito... Non mi pare ci sia nulla di 'liberatorio' in QUEL TIPO di perdita della verginità. Davvero non credo ci sia nulla da prendere ad esempio in questo senso... andate a cercare 'infibulazione' su Wikipedia e vi renderete conto di quante donne subiscono violenza ANCHE in questo senso...

Io penso che se si arriva al sesso vaginale per gradi l'integrità dell'imene non è assolutamente una questione rilevante per le lesbiche. Tranne i casi (ma vale anche per le ragazze etero) in cui questa parte del corpo è particolarmente stretta o spessa... voglio dire: casi in cui c'è un problema fisiologico... che rende doloroso e sgradito quello che dovrebbe essere un piacere.

Quello che invece potrebbe costituire un problema è il sesso vaginale 'in sé' (e quindi non l'imene, ma l'idea stessa della penetrazione). Non mi sono mai documentata in proposito. Non so quanto questa cosa sia diffusa tra le lesbiche. Lo dico solo in base alla mia (limitata) esperienza.


Saluti e un 'brava' all'autrice del post: di queste cose tra noi non si parla mai!

Giorgia ha detto...

uh..grazie The Ant! e non sono nemmeno arrossita mentre scrivevo!

Silvia ha detto...

Non so, per quanto riguarda la mia esperienza la penetrazione è abbastanza diffusa nel sesso tra lesbiche da non farmi sorgere nemmeno il dubbio che possa essere un problema (è infatti la prima volta che mi ci fanno riflettere su).