Nella foto, la campagna gay friendly Ikea che ha fatto infuriare le associazioni di genitori americane.
Martina va ancora all'asilo, ma ha già insegnato alle sue maestre cosa sia la normalità. Nel suo caso, due mamme e un gatto nei suoi disegni e uno sguardo sereno, che rende superflui i dibattiti sul pieno sviluppo umano.
Arianna ha 6 anni e un papà, ma è una bimba fortunata e infatti ha anche due mamme. La seconda è arrivata da poco, ma le sta già preparando un regalo stupendo: un fratellino in arrivo da un semino di Copenaghen.
E poi c'è Giuseppina, che trasferitasi dalla Francia in un piccolo borgo del sud Italia, col pancione e la compagna Raphaella, ha preparato da subito i compaesani ad accogliere la figlia in arrivo. Ora la piccola ha 5 anni e una comunità che la adora.
Tommaso e Gianfranco invece sono una coppia di papà. I due figli, 3 anni la prima e 6 mesi il nuovo arrivato, sono andati a farli in California, grazie alla maternità surrogata. Termine poco elegante, ma pratica fondamentale per il diritto alla paternità di tutti gli uomini. La loro piccola, al nido, ascolta dalle maestre le favole di cuccioli con due babbi o due mamme. Nella savana il re leone le considera famiglie come le altre. Il nostro re, invece, non la pensa così.
E così, più di centomila famiglie omogenitoriali della nostra giungla italiana, sono rimaste tra le ultime, in Europa, senza un riconoscimento legale. L'associazione Famiglie Arcobaleno prova da anni a farle emergere dal mondo sommerso in cui la Legge le tiene confinate, grazie all'impegno e all'esempio positivo di 500 persone associate, tra genitori e figli.
Psicologi, insegnanti e medici monitorano costantemente lo sviluppo di questi bambini, che in alcuni casi sono già adolescenti. Sereni, per quanto possa esserlo un adolescente. Uguali ai loro coetanei, appunto.
La società, messa di fronte al fatto concreto, si dimostra in grado di accogliere queste realtà, accantonando il pregiudizio o la sorpresa iniziale.
Chi legifera per la società, invece, come al solito, è rimasto indietro.
5 commenti:
Ho tre nipoti, una di 14 (alle media) e due di 10 e 8 anni (alle elementari). Ed ovvio che già iniziano a scherzare e offedere chiamando frocio o lesbica i propri amici, argomento taboo a scuola.
La parola gay è off-limits, pronunciata a dei minorenni poi. Io ci provo a reindirizzarli, ma quando il danno è fatto.. è fatto. Impareranno quando cresceranno in po' di più, quando alcuni dei loro amici faranno coming out, quando viaggeranno all'estero.
In Spagna nei libri di testo per le scuole elementari, come in Olanda, in Svezia e in Danimarca a quanto so, ci sono esercizi in cui devi colorare i tuoi componenti familiari: mammababbo, mamma da sola, babbo da solo, mamma e nonnni, babbo e cagnolino, babbo e babbo, mamma e mamma etc.
A Barcellona l'anno scorso la sorella quindicenne della mia ex ha preso una nota da far firmare a casa, con possibile sospensione di un giorno, per aver detto "sei gay" in modo dispregiativo ad un suo compagno di classe.
Ho pianto di felicità quando me l'ha raccontato al telefono.
www.lesbianfordummies.splinder.com
in una scuola italiana invece il preside sta cercando di appurare se una professoressa abbia fatto commenti omofobi davanti alla classe..
io una volta ho letteralmente tirato una porta in faccia a mio fratello perchè mi ha chiamato lesbica in tono chiaramente dispregiativo. ripeterei il trattatamento con tutti i minorenni cretini, ma mi sa che è un po a rischio. poi è vero, come andranno all'estero, cresceranno, si spera saranno un po meno cretini. ma la questione della nota è davvero meravigliosa!
ah, dimenticavo, mi piace un sacco il tuo blog!
Quando uno ha paraocchi allora tutto ciò che c'è attorno smette di esistere: è così che allora l'AIDS non esiste, l'omosessualità non esiste, i diritti non esistono. Esiste solo la paura di guardarsi attorno.
(anch'io usavo la parola frocio e "caghinu" in senso dispregiativo alle scuole medie... ora posso essere perdonato?)
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