martedì 5 maggio 2009

Parrucche, tacchi a spillo e vestiti sgargianti. C'è chi può e chi no.


La notizia del rifiuto della Questura di Roma di concedere Piazza San Giovanni al corteo del Gay Pride è su tutti i giornali e non starò a riportarvela anch'io. Giusto una riga per sottolineare che è da due anni che viene negata la piazza e guarda caso da due anni Roma ha un sindaco di destra. Non amo il Walter e lui non ama me, ma almeno quando amministrava Roma non c'era nessun Santo Protettore dei Piccioni di Piazza San Giovanni ad ostacolare il Pride.
Ciò che mi spinge a tornare sul blog dopo una lunga latitanza (ah l'amore, ah il diritto amministrativo, ah le europee) è un commento alla notizia di cui sopra, trovato sul sito dell'Unità. Il lettore in realtà si limita, per esprimere il proprio pensiero, a riportare lo stralcio di un'intervista del 2006 (http://www.cinemagay.it/dosart.asp?ID=5374) all'attore e autore di teatro Paolo Poli. Pietra miliare del teatro comico italiano. Gay dichiarato, a gran voce, da sempre. Anticlericale feroce, nonostante qualche settimana fa il Corriere titolasse con “ Poli e l'elogio della Chiesa «È l'unica cosa seria che abbiamo in Italia»” un'intervista palesemente provocatoria. Elettore comunista e drag queen ante litteram. Temi centrali dell'intervista, il riconoscimento delle unioni omosessuali, il desiderio di un figlio e i Gay Pride.
Poli è una vecchia checca ottantenne molto colta, molto diva e decisamente divertente, che a teatro da il meglio di sé, ma che fuori dal palcoscenico spesso stona, non riuscendo ad armonizzare la sua indole a metà tra il libertario e il libertino, un'omosessualità affrontata in ben altro contesto storico rispetto a noi e la responsabilità che ogni gay famoso porta sulle spalle. L'essere portavoce involontario di una categoria di cittadini che ha meno diritti degli altri e che non può permettersi l'individualismo. E' in questa prospettiva che dichiarazioni come “Il bello degli amori omosessuali è la loro libertà e la loro riprovazione. Il matrimonio tra gay non mi interessa.(..)Chi vuole l'unione civile e l'iscrizione al registro comunale non se ne intende. Io sì”, stridono. E cozzano col racconto del tentato affido, tentata adozione e infine tentato rapimento di 2 bambine orfane, per placare il naturale desiderio di paternità che l'attore ammette di aver provato, ma che evidentemente non riconosce agli altri omosessuali. Come è strano sentir affermare che chi vuole il matrimonio gay è un conservatore e che il Gay Pride mette tristezza come il Carnevale di Viareggio, da un uomo che per una vita intera si è travestito da donna tra le mura di un teatro. Come se questo perdesse il valore di provocazione, in una piazza all'aria aperta.
Attacchi di questo tipo alle nostre battaglie da parte di un omosessuale, specie se in vista, sono grasso che cola per chi ci sminuisce. È sempre il solito discorso della zappa sui piedi, in una delle sue tante rappresentazioni. Ma si sa che le dive pensano solo a se stesse.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non potrei essere più d'accordo!

Anonimo ha detto...

"Non amo il Walter e lui non ama me"
Semplicemente GENIALE!
Adoro chi riesce a scrivere/parlare su più livelli...!

Poi: d''accordo (anzi: d'accordissimo) sul contenuto di questo bel post. Brava!

The Ant

Silvia ha detto...

Ciao Ant, sei tornata! Mi stavo preccupando ;)

Giorgia ha detto...

Grazie a chi ha scritto il primo commento e grazissime a The Ant per i complimenti! lieta di rileggerti qui!

LaVero ha detto...

il matrimonio civile serve a rendere l'omossesualita' "normale" agli occhi delle nuova generazioni.Non capisco come alcuni omosesuali/lesbiche siano i primi a screditare il diritto al matrimonio, ad avere una famiglia ed a smetterla di sentirsi cittadini di serie B.

Bel post...

Vero

The Ant ha detto...

Grazie per il bentornata!
Ma guardate che io vi seguo SEMPRE!
Se vi scrivo meno è perché: a) non ho niente (o niente che mi sembri sensato) da dire; b) temo di infestare con i miei sproloqui anche il vostro bel blog.
Nel merito della questione... Sono strafelice che le nuove generazioni affrontino l'altrui omofobia in maniera differente (siete più forti, più coraggiose, direi più GIOIOSE).
Il vero cambiamento in questa società del cavolo arriverà quando VOI avrete la mia età e avrete avuto modo di vivere senza ipocrisie (ma anche senza eccessi vivaddio) la vostra vita di lesbiche.
Per me che sono probabilmente quasi coetanea delle vostre madri (43 y.o.a.) la faccenda dell'accettazione è stata un po' più lunga e tormentata. Non oso immaginare per Poli (che adoro come professionista). Lui pur essendo colto e famoso ha vissuto un'altra epoca ancora...! Un'epoca per certi versi pesantissima per gli omosessuali. Riuscite per un attimo a immaginare la vita di un'adolescente PRIMA di Stonewall?
:o)
Questo vale per le attenuanti generiche. Ecco.
Altre non ne vedo. Eh no. Forse non ce ne sono?!
Bene avete fatto a bacchettarlo, quindi. E amen.

Infine: quello che dice LaVero sembra una sfumatura... ma è fondamentale!
"il matrimonio civile serve a rendere l'omossesualità 'normale' agli occhi delle nuove generazioni" - cioè la paura di tanti omosessuali che il matrimonio (o le unioni civili o altro ancora) sia un modo per farci tutti/e OMOLOGARE è una perfetta idiozia.
LaVero scrive bene: non serve a far apparire l'omosessualità "normale" agli occhi di chi già si sente "normale" - perbacco!
E' invece per tutti/e gli/le altri/e. Come fanno a non vederlo?

Penso non a voi (che un elevatissimo grado di coscienza di ciò che siete e ciò che volete ce l'avete già - eccome!). Penso a tante piccole 'me' a quindici anni... smarrite tra la voglia di non perdere l'affetto e la stima di quelli che ha intorno e il prepotente desiderio di vivere sé stessa senza finzioni... E' per loro. Per tutte loro!
Per quelli/e che Poli non vede o non vuole vedere più.

Scusate la lunghezza.

Una buona giornata a tutte voi!

The Ant ha detto...

Ora capite perché è bene che io EVITI di scrivere?

Giorgia ha detto...

Ant, non sono per niente d'accordo! il bello di avere un blog come questo è proprio leggere gli interventi che un proprio post stimola! altrimenti ci mettiamo a parlare da sole in camera e ci compiacciamo che i nostri rispettivi gatti\criceti\cavie peruviane siano d'accordo con noi secondo la regola del silenzio assenso!