giovedì 30 luglio 2009

Was it the cure? Hell not!

E' difficile trovare una foto di suore senza inciampare nel fetish.

Non credevo esistesse davvero Lesbian nuns: breaking the silence, pensavo fosse l'ennesima iperbole di L word, che tanto a all'assurdo ci aveva già ben abituate. Ah! Ingenua! Esiste un libro per qualsiasi argomento, dai vegan cupcake alle suore lesbiche. Che sembra un bell'ossimoro, suora- lesbica, ma esistono. Nel libro ce ne sono ben 50, ognuna di loro racconta la sua esperienza di monaca, o molto più spesso di ex monaca, monaca irriducibilmente lesbica. Pubblicato nel 1985, le suore hanno tutte prestato servizio nei decenni '50 '60 '70. Alcune di oro sono nate nel 1920, altre sono entrate in convento giovanissime, attorno ai 16- 17 anni. La premessa è necessaria perchè (suonerà stranissimo, lo so) sono entrate in convento in quanto lesbiche. Non obbligate, badate bene, ma volontariamente. Per evitare un percorso già tracciato con matrimonio e figli, o semplicemente per evitare gli uomini, per vivere circondate da donne tutto il giorno, tutti i giorni. Affascinate dall'idea, poca concretetezza. Più o meno conscie della loro omosessualità, assolutamente fervide credenti, hanno tutte trovato l'amore in convento, molte hanno fatto coming out e respinte dalla comunità, ne sono uscite. Va bene, chiarito l'ossimoro. Detto questo, il libro è un po', sgradevole? Si, sgradevole è l'aggettivo giusto. Per quanto io non abbia un briciolo di fede ,nemmeno un pochino, ho trovato fastidiosi i passaggi in cui, con una certa sfrontatezza, si raccontava di come, ripetutamente, le monache avessero rapporti fra loro. Una sorta di covento/ film porno/ clichè, insomma. Peccato abbiano fatto un voto di castità. C'è poco da raccontarsi che il sesso fra donne non è sesso, che se si limitano a toccarsi le tette il celibato è ancora in piedi. Non credo in dio, ma penso che un impegno vada rispettato. Ma tutto torna alla premessa, per cui è stato tanto, tanto tempo fa. Tempi diversi,società diversa, realtà diversa. Di fatto questo libro non ha colmato le mie lacune sulle suore, uffa.

19 commenti:

ju ha detto...

la questione penso sia molto simile a quella dei preti-frati-monaci... e stesso è il problema del voto di casitià...
la fuga dal mondo è diversa dal ricevere "la chiamata", la quale comporta doveri ben precisi, tra cui la castità...
anche io come ben sai son dotata di un livello fede pari allo zero, ma ultimamente mi sto dando alle letture di chiesa, molto interessanti da un punto di vista laico...
e ho appena letto (per la terza volta) un libro fantastico sulla castità, bellissimo
da leggere assolutamente!!
tornando alle suore, appena trovo un buon libro te lo dico assolutamente

Marta ha detto...

appunto!
che libro è quello sulla castità?

ju ha detto...

mi pare si chiami "storia della castità", autrice:abbott

se vuoi te lo presto io
ma forse c'è in biblioteca da noi, prova a vedere

The Ant ha detto...

E' da quando ho letto questo tuo interessantissimo post (e anche qualcosa d'altro sullo stesso libro, mi pare) che non faccio altro che pensare ad un film, visto secoli addietro (A.D.1989, mi pare)...
Poi mi sono finalmente ricordata: era un film di Margarethe Von Trotta, il titolo 'Paura e Amore' (una - poco riuscita - versione moderna delle tre sorelle di Cecov). In effetti all'epoca ci andai perché mi piaceva da morire Greta Scacchi... All'uscita dal cinema con le mie amiche di allora discutemmo a lungo della scena in cui loro vanno in convento a visitare non mi ricordo chi.
La mia amica L. sosteneva che una delle sue insegnanti del Liceo (una preparatissima suora paolina) era innamorata di lei (ricambiata, in un certo senso)... c'era grandissimo affetto e stima reciproca. Nulla più, come era sacrosanto che fosse... ma...

Premesso che sono stra-d'accordo con le tue considerazioni sul voto di castità, credo che in qualche modo l'istituzione monastica abbia DA SEMPRE accolto e difeso gli omosessuali e le lesbiche. Mai a parole, moltissimo nei fatti.

Nessuna sorpresa, dunque.

Tuttavia mi sentirei di consigliarti DI EVITARE letture così... così... SVILENTI. Voglio dire: l'amore omosessuale e lesbico ha moltissime forme. Concentrarsi solo su quelle più carnali è come appassionarsi all'anatomia, volendo invece studiare il genere umano (che ne so: antropologia, etnologia, sociologia).

Oppure ho detto solo caxxate anche stavolta?
:D

Marta ha detto...

ma io non volevo leggere di lesbiche, volevo leggere di suore! pensavo fosse un libro generico sulle suore e la loro sessualità, non un libro di lesbiche. è saltato all'occhio dopo averlo preso, e tanto valeva finirlo, visto che contribuiva alla causa blog.in principio il mio obbiettivo era quello di capire come funziona il sistema monastico, visto che sui preti so molto e di suore nulla. incappare nelle lesbiche era davvero, davvero l'ultima cosa che desideravo

Marta ha detto...

poi per carità, al di là dell'essere un po "pruriginoso", è uno studio fatto molto seriamente, da due ex suore ora attiviste e tutto quanto.non certo un harmony. resta il fatto che io volevo leggere di tutt'altro

The Ant ha detto...

Ok. Prendo atto: "ma io non volevo leggere di lesbiche, volevo leggere di suore!"

Però, benedetta ragazza, se vuoi leggere di suore perché prendere su un libro che titola "Lesbian nuns"?
Che altro ti dovevano fare?
Un disegnino?
:D :D :D

Putroppo non ne ho da consigliarti.
Ma ho adocchiato online un libro che parla di Edith Stein e vorrei comprarlo. Di lei non sapevo nulla, ma poi ho ascoltato una canzone di Battiato e mi ha incuriosito.

Ebrea. Studiosa di teologia. Si fa cattolica e si chiude in convento. Purtroppo i nazisti vanno a stanarla fin là. Addio silenzi. Addio studi. Morirà ad Auschwitz. E poi un papa recente (credo Woytila) la farà santa. Anche a testimoniare un legame tra ebraismo e cattolicesimo...

Magari potresti iniziare da qui?

Ultimissima cosa (poi - giuro) ti lascio in pace: ma perché ti interessano le suore? Le uniche che ho conosciute da vicino erano quelle dell'asilo. E non mi piacevano granché... :(

ju ha detto...

"Nuns: A History of Convent Life 1450-1700" - evangelisti


"New Habits: Today's Women Who Choose to Become Nuns" - Losada

"Unveiled: The Hidden Lives of Nuns" - reed

questi dovrebbero essere titoli validi

io mi dedico alla lettura di una biografia di santa teresa d'avila ora
:)
smack

p.s. non sto avendo una crisi mistica, traaaaaaaanquilla

Marta ha detto...

ju: santa teresa d'avila, lei era simpatica! mi segno i titoli e li cercherò quanto prima

the ant: perchè in italiano il titolo è stato tradotto con "dentro il convento 50: monache confessano la loro sessualità", nessun accenno al lesbismo, pensavo fosse sessualità in generale. mi interessano le suore perchè non ne so nulla. di preti, cabala, buddismo, varie religioni animiste,opus dei, cl, si. suore, nulla. mi piace sapere come sono organizzate le strutture religiose, non posso farci nulla :)

Caillean ha detto...

Ti quoto Etwas:

"Non credo in dio, ma penso che un impegno vada rispettato."

Non so. Io alla castità come scelta non riesco proprio a crederci.
Penso che gli esseri umani non siano fatti per fare tali promesse e soprattutto non credo esista un qualche dio che lo pretenda.
Perché un essere spirituale - che si presume abbia un rapporto con la tua anima e non certo con il tuo corpo - dovrebbe chiederti di rinunciare alla tua sessualità?
Per me non ha senso.
Come sempre, queste sono faccende ed imposizioni prettamente umane e di spirituale ci vedo ben poco. E non mi stupisce affatto sapere che esistono religiosi che non riescono a tener fede a questo cosiddetto voto.
E non so se esista la chiamata o meno, ma non mi stupisce neanche che tanti omosessuali in passato abbiano optato per questa scelta, pur di non ripiegare verso una forzata eterosessualità.
Posso capire i loro motivi, anche se non condivido perché io e la religione, quale che sia, proprio non andiamo d'accordo.
Ma erano altri tempi, come hai detto anche tu, e chissà cosa avrei fatto io al loro posto, di certo non potrò mai sapere cosa significava essere lesbica che so, negli anni venti. E già non è facile oggi, posso solo immaginare com'era allora.
Insomma, a me non dispiace sapere che queste suore hanno trovato l'amore in convento, anzi, buon per loro.
Una vita senza passioni non l'augurerei al mio peggior nemico.

The Ant ha detto...

Ammazza che forte 'sto blog!

:D

ju ha detto...

la castità non è una vita senza passioni, a mio avviso perlomeno.
è una vita senza sesso, e ci sono persone che non hanno alcun interesse verso di esso.
le passioni nella vita sono infinite, e nel caso di una vera vocazione immagino che la chiamata e la voglia di dedicare la propria vita alla fede sia una passione immensa.
la castità è un decifit solo se vissuta come un obbligo o imposizione.

Marta ha detto...

"la castità non è una vita senza passioni, a mio avviso perlomeno.
è una vita senza sesso, e ci sono persone che non hanno alcun interesse verso di esso.
le passioni nella vita sono infinite, e nel caso di una vera vocazione immagino che la chiamata e la voglia di dedicare la propria vita alla fede sia una passione immensa.
la castità è un decifit solo se vissuta come un obbligo o imposizione"

quoto. entrando in convento si ha ben chiaro quelli che saranno gli "obblighi", non mi sembra carino poi raccontare come si riusciva ad eludere la sorveglianza per infilarsi nelle celle altrui. come se io, da vegetariana, raccontassi come sono stata brava a mettere nel mio panino prosciutto anzichè seitan. è stata una mia scelta quella di non mangiare animali, nessuna imposizione. perchè dunque non rispettare l'impegno?
poi, sull'obbligo del celibato ci sarebbe da fare tutt'un altra discussione, che la chiesa sia sessuofoba non è un mistero

ju ha detto...

si si, riguardo alla questione chiesa eccetera è tutt'un altro discorso...
attenendosi alla castità, anche extra monachesimo,è una scelta, come essere vegan,straight edge,vegetariani,astemi... e giocare alle scappatoie è un bel controsenso... è una scelta che hai fatto e che scegli di rispettare per la lealtà del patto che hai fatto con te stessa.
aaaah se non c fossi tu che mi capisci ;)

approposito, quando parti?

Marta ha detto...

si, niente iù prosciutto!
ho il volo domenica alle 20
mi sto imbottendo di fiori di bach

ju ha detto...

uuh buon viaggetto allora

ho finito soldi nel tel, oooovviamente...

c sentiamo quando torni

Marta ha detto...

ibidem! tanti baci :**

Caillean ha detto...

@ Ju e Etwas

Può darsi che la fede sia una passione così grande per qualcuno da sperimentare l'amore attraverso di essa, senza innamorarsi mai di un'altra persona, senza aver voglia di farci sesso, senza aver voglia di addormentarsi fra le sue braccia e svegliarsi al suo fianco il mattino dopo.
Può darsi, non dico di no.
Però, e probabilmente questo è un mio limite, non riesco proprio a credere che esista al mondo qualcuno che non ha pulsioni sessuali o mai ne ha avute.
Semplicemente perché sono naturali.

"la castità è un decifit solo se vissuta come un obbligo o imposizione."

Beh, a me pare un'imposizione bella e buona.
La fede in un dio non dovrebbe richiedere una rinuncia simile, a meno che non sia tu a volerci rinunciare, allora in quel caso non dovrebbe neanche essere considerata una rinuncia.
Però qui stiamo parlando di persone omosessuali che, anche se l'avessero voluto, non avrebbero certo potuto vivere out and proud nella società dell'epoca.
Queste donne non sono entrate in convento perché avevano ricevuto la chiamata e la fede era la loro grande passione.
Sono entrate in convento perché la società omofoba le avrebbe condannate ad una vita che evidentemente per loro era più difficile di quella del convento.
Come scelta a me pare un po' obbligata.
Ed essere vegetariani non è esattamente la stessa cosa che rinunciare ai propri sentimenti, all'amore per un'altra donna, al vivere secondo la propria natura.
E' evidente che se scegli di non mangiare carne è perché la ritieni la scelta più giusta per te.
Se queste donne, una volta in convento, non sceglievano la castità, si vede che per loro non era la scelta più giusta.
Tu non mangi carne e sei coerente con te stessa, a loro la castità veniva imposta (l'altra alternativa era l'eterosessualità imposta)... non mi sembra equivalga ad un patto che hai fatto con te stessa. E' un compromesso, un ripiego, è il male minore.
Ed io non mi sento di condannarle per aver provato dei sentimenti ed averli agiti.

Marta ha detto...

"La fede in un dio non dovrebbe richiedere una rinuncia simile, a meno che non sia tu a volerci rinunciare, allora in quel caso non dovrebbe neanche essere considerata una rinuncia"

appunto. non dovrebbe essere una rinuncia, proprio come (in misura assolutamente minore) non lo è per me non mangiare carne.
poi, probabilmente mi sono spiegata male io: loro erano convinte di voler essere suore. non era solo un fuggire dalla realtà, era una commistione di fattori. si sono fatte suore perchè lo volevano, credevano davvero nella vita monastica, non solo per sfuggire.
nemmeno io condanno i sentimenti, difatti i racconti delle ex monache non mi hanno dato fastidio, hanno capito che quella non era la loro strada, ed hanno abbracciato la vita "da civili".ma quelle ancora in convento, ancora suore,a raccontare delle loro storie sessuali, si. mi spiace, sarà il retaggio dell' ex educazione cattolica, ma secondo me non è un comportamento corretto. senza condanna alcuna, beninteso.