martedì 14 aprile 2009

Le dimensioni contano


Io non sono nata milanese e, per quanto mi sia profondamente innamorata della mia città di adozione (così come di una sua particolare abitante), sono contenta di questo. Punto primo, perchè amo altrettanto profondamente l'isoletta che mi ha dato i natali e che ha risposto, nei secoli, ai nomi di Ichnusa, Sardegna, Atlantide (per chi ci crede, almeno). Punto secondo, perchè le esperienze che ho fatto nella mia (pur giovane) vita mi hanno permesso di fare paragoni e saper gioire delle cose con semplicità.
Quando ho iniziato a vivere la mia omosessualità, su per giù verso i quindici anni, non c'era un Rha Bar verso cui dirigersi piena di belle speranze. C'era un piccolo, piccolissimo pub con le luci azzurre chiamato Nautilus e un'unica discoteca, il Go Fish, dal nome ingannatore, essendo in realtà pieno di magrissimi ragazzini con corte magliette a mostrare gli ombelichi. Dentro, in ragazze si era in tre: la proprietaria, io e la variante di turno. Comunque si voglia girare la cosa, non ci andava benissimo, eppure già stare lì dentro era una gioia, una conquista. Si bevevano Vodka Lemon, o Cuba libre, o, in seguito, anche rum_gin_vodka_quantreau, si cantava It's raining men partecipando della gioia diffusa, ed andava bene così. Non ci si sognava nemmeno di essere in un posto effettivamente frequentato da ragazze, come il Rha Bar (che avrà tutti i difetti del mondo, ma almeno non è "infestato" da ragazzi) o come il Planet (l'orginale televisivo o la copia spagnola).
Fortunatamente, le cose cambiano, e tornando alla suddetta discoteca, a casa per le vacanze, mi soprendo a trovarla sempre più frequentata da ragazze. Con semplicità, ne gioisco, così come ho gioito nel trasferirmi a Milano e a trovare tanti locali, tante iniziative, tanta naturalezza. Sorrido quando qualcuno si lamenta perchè "siamo sempre le stesse" o "mettono brutta musica" o "non ce n'è nemmeno una decente". Sorrido perchè partono da una base diversa dalla mia, perchè danno per scontato cose che solo qualche anno fa ci si auspicava, e questo mostra che siamo andate avanti.
Anche in una piccola città come Cagliari (se non piccola, per lo meno media).

[Nella foto, Skins terza serie. Per quanto banali, le storie di adolescenti lesbiche esercitano comunque un certo fascino su di me.]

Infine: la risposta alla domanda del weekend!
Il gioco da lesbiche pare essere il biliardo, lo sport il softball (ma il biliardo vince comunque di un voto, ad eliminare le categorie).

8 commenti:

The Ant ha detto...

Complimenti per il titolo di questo post.
Lo trovo geniale nel suo ironico rimandare a uno degli scenari tipici dell'immaginario maschile (o - più in generale - etero). Ovvero qualcosa di molto lontano dall'universo lesbico.
Brava!

E scusa se non entro nel merito del pezzo... solo che lo condivido assai. Vivendo anch'io in provincia. E trovando la tua analisi e le conclusioni certamente fondate.
Ari-brava!

Silvia ha detto...

Grazie... (arrosisce)

Michele ha detto...

e poi skins è fighissimo. ma io al go fish non ci andrò mai ora che mi hai detto che tutti hanno le magliette alla carrà. ci vediamo domenica la borgo :)

Anonimo ha detto...

mi è piaciuto da morire questo tuo post
ho un bel sorriso stampato faccia

non è il sole che rallegra le giornate, sono le persone

ju

Silvia ha detto...

Michele, ma no, c'erano. I tempi cambiano, parlavo di quando inziai ad andarci, quindi (oddio) quasi una decina d'anni fa.
Rimane il fatto che il borgo sia meglio, non foss'altro per l'aperitivo!

@ ju
Grazie! E dire che io ero anche indecisa se pubblicarlo o meno..

Anonimo ha detto...

ma daaaaai

è davvero carino
e poi come s suol dire,meglio pentirsi di aver fatto una cosa, che ripangere di non averla fatta

:) ju

Elena Tartaglione ha detto...

Ti lamenti perché avevi solo un locale e una discoteca?
Grr! Mannaggia!
Ahimé, dove vivo io (Valle d'Aosta) non esistono né locali né discoteche. Bisogna andare a Torino (11 euro e un'orta e mezza di autostrada o due ore di treno) per trovare tutto questo. Un adolescente, gay o lesbica che sia, non può farlo facilmente. Aggiungi il fatto che ho passato la mia adolescenza senza internet...
Ehhh c'è sempre qualcuno che sta peggio!
Complimenti, ottimo blog! Comunque presto mi trasferirò a Torino, e prima o poi passerò a vedere questo famoso Rha bar!
Ciao
:)

Silvia ha detto...

No, non mi lamentavo, era solo una riflessione su come cambiano le cose e soprattutto sul diverso modo di vivere l'adolescenza a seconda di dove si è cresciuti. La tua realtà è stata decisamente più estrema della mia, motivo per cui ho apprezzato particolarmente il commento :)
Grazie dei complimenti e, detto sinceramente, il Rha bar non si merita il Torino-Milano. Sono sicura che Torino non abbia niente da invidiare riguardo ai locali!