domenica 14 marzo 2010

Ha detto di chiamarsi Chloe




Questo weekend è stato, per me, la dimostrazione che a stare tutto il giorno in giro i soldi ti cascano fuori dal portafogli. Non che me lo possa permettere granché, visti gli affitti di Milano e l'allegro lavoro non retribuito che faccio, ma che devo dire? C'era il sole, la voglia di sushi, un po' di shopping da fare (necessario e fallimentare) e, infine, il cinema.
Io ed Etwas non abbiamo saputo dire di no, neanche ai popcorn in sala che sono finiti ben prima dei titoli di testa.
Così abbiamo visto Chloe, primo film della nostra personalissima rassegna primaverile.
Ammetto di aver temuto un po' l'americanata, ma questo film ambientato a Toronto e di produzione USA/Canada/Francia mi ha stupito, reggendosi bene per tutta la sua durata (ad eccezione di un piccolo escamotage, che gli si lascia passare).
Non un capolavoro, si capisce, ma un film piacevole che vorrei rivedere in lingua perché, si sa, a quel modo hanno sempre un non so che in più.

1 commento:

la cessa della classe ha detto...

io l'ho visto in originale, e parte gustare meglio le interpretazioni (il cast è di tutto rispetto) non è che sia poi fondamentale in questo caso. mi è piaciuto a metà, forse qualcosa in più. atmosfere come al solito molto accentuate, ma dal punto di vista psicologico-narrativo continuo a preferire Exotica. Le scene finali sono molto significative, vedi l'attenzione che ha Egoyan per i particolari apaprentemente inanimati. mi è venuto da fare un riferimento "alto" (Teorema di Pasolini) e uno "basso" (la mia peggior amica, film del '92 con D.Barrymore)