martedì 30 giugno 2009

Il mio primo Gay Pride



Io la macchina fotografica non ce l'ho. Due natali fa comprai a mio padre (per conto di mamma, con lo stipendio di mamma) la reflex sulla cui vetrina aveva incollato il naso, in mia presenza, qualche giorno prima. In cambio lui mi cedette la sua compatta. Non mi disse che la poveretta era ormai giunta alla fine dei suoi giorni, ma di fatto dopo poche settimane nessuna batteria fu più in grado di ridarle la vita.
I miei ricordi del Pride di Genova sono stati pertanto affidati a Lucrezia, instancabile cattura immagini di the frog, e alla mia memoria. Ma non tutto può essere fissato in una fotografia e la mia memoria fa davvero, davvero schifo. Così i momenti migliori di quella giornata ho deciso di appuntarli qui finché sono ancora freschi e di tornare a rileggerli di tanto in tanto:
Il disappunto sul mio volto per la scelta dell'autobusradio di passare la Pausini, scomparso non appena il gruppo di orsi intorno a me ha intonato il brano
La telefonata inaspettata di un'amica che mi annuncia che lei e il fidanzato prenderanno un treno da Torino per manifestare con noi
Arrivare a Genova e trovarci il sole
Il Vero Chinotto di Savona, presidio Slow Food con ingredienti naturali, in un bar del porto antico
Il banchetto che regala le bandiere col logo del Genova Pride 2009. Proprio quelle che speravo di trovare in vendita
I ringraziamenti mentali alla mia parsimonia barra tirchieria che mi ha impedito di comprare, 100 metri prima, una fascia del Genova Pride 2009 per uno sproposito (che resta un regalo bellissimo eh, Michele!)
Trovare un'asta per terra e poter finalmente sventolare la mia meravigliosa bandiera
Il cartello No Diritti No Tasse di una manifestante
La nanerottola afro, 3 anni al massimo, che balla a bordo strada la musica sparata da un carro
L'America di Gianna che riempie una galleria già gremita di gente e il conseguente delirio da Gianna somministrata a delle lesbiche
Le due bimbe in parrucca fucsia che cantano L'America sulle spalle dei babbi
Il momento scriviamoci l'indirizzo del blog sul braccio
Scoprire che sul braccio di un uomo non c'è bisogno di andare a capo
Le coreografie trash del carro con i ragazzi in bianco
La voce di Lella Costa all'arrivo in piazza.
Fatto.
Per il prossimo Pride dovrei riuscire a comprarmi una fotocamera mia

4 commenti:

The Ant ha detto...

Lascia pure stare la fotocamera. I 'flash' che ci hai offerto attraverso questo post vanno ben oltre le immagini degli occhi.
Molto bello.
Io non c'ero.
Ma è come se.

Mi chiedo: ma perché ancora e ancora e ancora ci si continua a chiedere 'pride si o pride no'?
Ma davvero può sfuggire in maniera così grossolana il senso ultimo di tutto questo? Di una festa che è al tempo stesso un grido di rabbia, di una carnevalata dentro cui ci sono (ancora troppe) maschere di dolore? E della NECESSITA' di tutto questo?

Vabbè. Concludo sdrammatizzando va'...:
"Scoprire che sul braccio di un uomo non c'è bisogno di andare a capo"
Questa mi ha fatto proprio morire dal ridere!!!
Però... volendo... Il braccio di una ragazza può bastare... basta scegliere un nome più breve per il blog!!!

Brave ragazze: questo vostro scrivere così leggero e così PIENO mi piace sempre più.

Giorgia ha detto...

ecco diglielo anche tu a etwas che ci piace lo stile, anche se parla di jodhpur (qualunque cosa sia..anzi, ma che è?) altrimenti ce la giochiamo!
ps: grazie, come sempre! :)

Marta ha detto...

i pantaloni che ho comprato in spagna, quelli che non ho provato perchè c'era troppa coda ai camerini! ecco, non avrei mai dovuto!

Parole_alate ha detto...

Riesco solo a pensare: "...e io non c'ero!"
Mannaggia.
Amici pigri.

Grazie per i vostri ricordi, comunque, ragazze. Ognuno è un incoraggiamento per il prossimo anno! ;)