martedì 14 giugno 2011

Dissapoint the youth


Ringraziamo per la bella foto Sara Mils (la qualità delle immagini di blogger non le rende affatto giustizia).
Il titolo del post viene da questa canzone degli Adult.

Metterò subito le mani avanti senza fare troppi giri di parole: a me questo pride non è piaciuto. Per niente. Facendo due conti con l'età che avanza, l'anno prossimo saranno 10 anni di pride per me. Ho iniziato a sfilare a 17 anni, e dal 2002 ne ho visti di riusciti o meno, partecipati o non tanto partecipati, caotici o organizzatissimi, ho fatto due nazionali (Milano 2005, Genova 2009), bene o male me ne sono sempre tornata a casa ustionata e soddisfatta. (eccezion fatta per l'anno 2007, in cui non sono tornata a casa perchè sono svenuta prima)
Quest'anno, nonostante io mi sia abbondantemente scottata, non ero tanto soddisfatta.
Potrei dare la colpa della mia insofferenza al mio abbigliamento inappropriato, frutto del subdolo sito meteo che ha detto "pioggia" ed alla zona "subagusta" ove effettivamente, meterologicamente parlando, non tirava una bella aria (inaproppriato perchè i cheap monday con 30 gradi non si augurano a nessuno), ma non è solo questo. Potrei dire che la musica era pessima, che di carro in carro (ed erano quaranta) si ribalzavano Madonna prima Lady Gaga poi e una Bertè qua e là non la si nega a nessuno, ma non è solo questo.
Potrei dirvi che nonostante fosse "Europride" tutti i carri parlavano italiano.
Il carro dell'Agedo come al solito è stato il più bello e il più commovente, il più applaudito dalla folla (e non può essere diversamnte, quelle persone sono adorabili).
Potrei dirvi, invece, che durante il percorso non è stato detto un granchè di politico, tutti gli interventi sono stati relegati alla fine, dopo Lady Gaga. Grosso errore.
Sarebbe troppo facile e ingeneroso fare il paragone con il pride milanese dell'anno scorso (troppo facile, la musica era per-fet-ta), ma un paragone col pride genovese di due anni fa, invece ci sta tutto. Il pride nazionale a Genova (di cui abbiamo parlato qui qui qui e qui) è stato un pride participatissimo, dai manifestanti e dalla città. La zona del porto era piena di bandiere della manifestazione, i commercianti avevano tutti o quasi almeno un volantino, in strada c'era chiunque, e il bel momento passato in galleria dove tutti, e dico tutti, anche i bambini, hanno cantato America di Gianna Nannini. Ecco, io queste cose all'Europride non l'ho viste, non le ho proprio sentite.
Mi è sembrato d'aver camminato per una distanza brevissima andando molto molto piano, di sentire musica brutta sparata a volumi impressionanti (mentre alcuni carri avevano volumi da bisbiglio), d'aver visto pochi, pochini stranieri, molti carri (molti quelli dei locali) ma insomma poca sostanza.
Sostanza che, a quanto mi è stato detto, è stata tutta condensata nell'ormai celeberrimo discorso di Lady Gaga (approvato) e nei discorsi a seguire, e devo crederci sulla fiducia perché quando è stata (bruscamente) levata la musica ai carri io ormai vedevo sfilare non persone, ma le patate ripiene del greco del pigneto. Insomma, ero molto stanca ed avevo molta fame, quindi me ne sono andata a saziare la mia voglia di patate altrove.
Per cui, probabilmente,si, la mia è una percezione parziale dell'evento Europride, ma con grande, grandissimo rammarico devo dire che si, ecco, è stata una grande parata, ma secondo me è stata, anche, un'occasione un po' sprecata.

Cambiando discorso:

Sull'Unità di giovedì 9 giugno c'era un bell'articolo firmato da Nicla Vassallo e Vittorio Lingiardi, e lo potete leggere qui

Guardatevi questa bellissima iniziativa del Best

E' riniziato The Real L Word e, udite udite, questa stagione sembra meno sciocchina della precedente. Come esauriamo l'argomento Europride ne parliamo

3 commenti:

Dark Side of Pop ha detto...

Grazie per la recensione!

Barbara ha detto...

grazie per avermi fatto sentire un po' meglio per non aver partecipato.

Le patate del greco!!! Ci porto sempre tutti quelli che ancora non lo conoscono. Il Pigneto è l'unico posto di Roma in cui si può vivere...

Marta ha detto...

dyo quelle patate! ci penso tutti i giorni. nel week end provo a replicarle