venerdì 23 ottobre 2009

Poiana! Poiana! Poiana!



Tanti anni fa, quando ne avevo 19, per circa sei mesi ho fatto il dams, indirizzo cinematografia. A me piace, il cinema. Probabilmente non abbastanza da farne una scelta di vita e da affermare si, wow, obbiettivo Burma è davvero un bel film! Ma sicuramente abbastanza da vedere Viola di Mare sbuffando, invocando il sonno, mettendomi a ridere quando non dovrei, scranocchiando rumorosamente i miei jumbo pop corn (veri protagonisti della serata, seguirà foto.)
Grazie alla fedeltà dimostrata al supermercato sotto casa la visione ci è costata due euro, perchè altrimenti mi serebbe venuta una bella crisi pensando ai 6 euro (sei euro, sei euro, capite??) spesi per vedere quello che è, alla fine fine, sindrome della poiana all'ennesima potenza.
Facciamola breve: perchè si, e perchè no.

Perchè si

Le scene di sesso fra donne, per una volta tanto, non sono ridicole.
I paesaggi sono splendidi
Le attrici, nonostante la regia, sono molto brave
E' brutto, ma almeno dura poco.
Valeria Solarino con i capelli corti è davvero bellissima
Se siete single e volete rimorchiare, questa può essere una bella occasione
Per una volta tanto si parla di omosessualità femminile. Ma siamo sicuri che questi, siano i termini in cui se ne deve parlare?


Perchè no

La regia! La regia! Mio dio, la regia! La regia non è brutta: di più.
L'alto tasso di tragedia: ha ragione the frog, un po me lo devevo aspettare. Questo venticello di neo realismo che da un po' spira sul cinema non porta mai commedie. Ma tutta, tutta questa tragedia! Medea in confronto è allegra.
L'enfasi: l'Enfasi. L'eeeeeeeenfasiiiiiiiiiii.
Le musiche messe a caso: va bene, abbiamo capito che Gianna Nannini vi ha dato le sue canzoni. Gianna Nannini, film sulle lesbiche, film per lesbiche, si si, è tutto chiaro. Ma era necesessario metterle a caso, come se per sbaglio vi si fosse acceso l'ipod in fase di montaggio?
La storia: mi spiace, ma per me il tasso di inverosimiglianza è davvero troppo alto.

Il tutto ha un'attenuante, però: è tratto da un libro. Generalmente i film tratti dai libri non sono mai un granchè (c'è da temere,difatti, per where the wild things are). Se la bibilioteca se ne compra una copia, lo leggerò per fare un raffronto.
Insomma: sarò cinica, saccente, poco inclina al romanticismo svenevole, ma per me è un NO.
Raus poiana, raus!

Pop corn Jumbo, i veri protagonisti della serata:

21 commenti:

Giorgia ha detto...

commento ad alto contenuto di spoiler:
secondo me non è un film ad effetto poiana! la morte è una morte strumentale, non gratuita tanto per rattristarci e non volta a ricordarci che le lesbiche sono pazze e non possono vivere serene a lungo. E' una morte ottocentesca, la morte di parto. E' una "morte eterosessuale", poteva capitare a qualunque donna, non si è suicidata e non l'hanno uccisa per omofobia.
E' strumentale perchè per toglierci il dubbio che Angela in fondo si sentisse un po' uomo davvero, che si fosse ambientata bene nei panni di Angelo, lei, l'unica ragione per cui farsi quella violenza, doveva morire. Morta lei Angelo non serve più e Angela può rivendicare la propria femminilità. Io odio i film che finiscono male, esco dal cinema molto contrariata, ma stavolta ho capito il senso e li perdono!

Marta ha detto...

ok, però secondo me la sindorme della poiana trascende dal finale. queste due nemmeno quando sono felici vengono ritratta felici. lo vedi, che finirà in tragedia. traaagediaaaaaaaaaa

Giorgia ha detto...

erano carinissime in casa loro!

The Ant ha detto...

Etwas, non ti offendere...
Paradossalmente il TUO giudizio sul film mi ha convinto ancora di più ad andarlo a vedere!
E ho scoperto con gioia che ESISTE in programmazione a Latina.
Vi saprò dire...

Marta ha detto...

no no, non mi offendo. anche se il mio intento era quello di scoraggiare chiunque ad andare al cinema

Michele ha detto...

poiane poiane!
thò faccio il brodo.

Marta ha detto...

puoi anche berlo nella comoda tazza che ti abbiamo regalato!

Michele ha detto...

mentre controllavo che il brodo concentrasse il grasso per poi filtrarlo ho pensato:
nel film avrebbero potuto mettere Carmen Consoli al posto della Nannini, almeno quella è sicula ed ha un album in uscita.

ju ha detto...

io, fiduciosa nei tuoi consigli, sto giro salto... Me lo vedrò al massimo al piccì, aggratis, che cmq la curiosità di vederlo ce l'ho da quando avevo visto una anticipazione su una rivista tempo fa. Ma 6 o 8 euro per il cinema non so se li metto, visti pareri cosi discordanti.
La mia passione per il cinema, passione che spero diventerà il mio lavoro, ha subito grandi ferite al cinema ultimamente, non me la arrischio.



Cmq where the wild things are é bellissimo, ho pianto, ebbene si :(

Barbara ha detto...

A questo punto voglio il resoconto di Silvia! Non c'è due senza tre... a Roma c'è in diverse sale, sono troppo curiosa, mi tocca preparare gli euri... penso che a occhio e croce riuscirò ad apprezzarlo, mi piacciono i film storici... non quelli tragici tanto per, quindi vedremo, in attesa che qualcuno racconti qualche storia simpatica sulle lesbiche del Pigneto (quartiere romano che mi ospita).

(PS: discorso Stoccolma: il mio consiglio spassionato è SF Fridhemsplan, sconto se hai la tessera AIG. Non sapete in questa settimana quante volte ho dovuto rispondere alla domanda "com'è possibile che in Italia Berlusconi sia così apprezzato?" Ahimé... oggi a pranzo un tizio mi diceva che quello che distingue gli svedesi rispetto a tanti altri popoli è la volontà e la determinazione di fare quello che è giusto, non solo di pensarlo... domani si torna ma per fortuna fra un paio di mesi si riparte...)

Anonimo ha detto...

salve! ho scoperto da poco questo blog e nonostante non mi sia raccapezzata granchè tra tutti gli animali della palude, devo dire che chiunque voi siate, è piacevole leggervi! -fine preludio-

riguardo al film,la penso in maniera medesima,spiccicata, uguale a the frog(mi pare) due tre post fa: per me è un bel film perchè a una settimana dalla visione ci penso ancora. punto.basta.fine dellle noie.

ma poi,benedetti numi del paradiso, in questo film recita solarino valeria. cioe, valeria solarino è... è figheria gratuita in pezzi da cento:sensuale,ambigua,dolente,intensa,amabilmente ammantata di ritrosia.
fa più bene valeria solarino allo sviluppo della società che la critica della ragion pura di kant.

miri

Giorgia ha detto...

ciao miri, benvenuta nella squadra dei pro!
Il post a cui ti riferisci è mio, Geco, non la rana ma l'amica!
Lunga vita alla Solarino e ai suoi capelli corti, ma anche il sorriso di Isabella Ragonese non scherza!

Marta ha detto...

no è vero! la critica della ragion pura (così come tutte la critiche scritte da kant ) hanno fatto tantissimo per lo sviluppo della società!
(pur tenendo ferma la bellezza della solarino, eh)

Doc ha detto...

E' difficile che io sia esattamente d'accordo con una critica, soprattutto quando si tratta di film a tema, eppure nello scritto di Geco (e soprattutto nel suo primo commento a questo post) ho ritrovato esattamente ciò che anche per me significa "Viola di mare".
Il film merita non solo la visione, ma anche la riflessione... Le ragioni le ha già dette Geco!

Anonimo ha detto...

chiedo venia geco! che poi, a dirla tutta ci troviamo d'accordo sull'ottanta percento di ciò che dici,sorella yo!
madò, che straffottente sentimentalismo. la devo smettere di mangiare pancioc.

(ah kant, quel gattopancione!9.

miri

Giorgia ha detto...

@ miri: ahahah i pancioc!
@ doc: sei la doc del forum The L Word Italia? in ogni caso, benvenuta anche tu!
Al capo: la mia squadra è in testaaa! (non licenziarmi però, bwana)

Doc ha detto...

@ Geco: dipende ;P
grazie del benvenuto!

porsch ha detto...

ho appena scoperto il vostro blog e già vi amo! :)

concordo con i sì e con i no.

la regia in certi frangenti è penosa, tipo le prolessi - orride -.

la nannini per favore mandiamola in pensione, non se ne può più, è da vent'anni, dopo i primi album un po' più creativi, che ci ammorba con le sua musica inutile e il suo manierismo lesbico in the closet.

la sceneggiatura in certi punti (quando angela diventa masculo), è approssimativa e fa un po' ridere.

le attrici sono favolose. la ragonese cresce via via, ma la solarino ci piace.

in più direi:
- non credo che sia un film interpretabile attraverso il 'tragico' (anche i paragoni con gli altri film nell'altro post non mi sembrano pertinentissimi). direi piuttosto che la chiave di interpretazione è il romance, il che spiega anche i caratteri poco approfonditi, la passione fatale, alcuni topoi (come la fanciulla perseguitata rinchiusa nel pozzo) e anche la morte per parto.
- il film comunque trasmette sensazioni positive e credo che sia importante che un film mainstream così circoli in questo periodo.
- non lo definirei brutto. lo metterei nella categoria dei film al di là del bene e del male. un film che già nasce come un piccolo culto.

LaCessa ha detto...

ho fatto il dams pure io...l'ho anche finito, pur sapendo che dopo lo avrei rinnegato- non del tutto però. quindi credo che con tutti i miei pregiudizi (la cucinotta, il cinema italiano tutto, i film italiani che passano al festival di roma) questo film lo vedrò anch'io davanti al pc, quando i tempi saranno matuti per una versione decente nell'audio-video

Silvia ha detto...

@ porsch: con "tragico" non si alludeva al genere letterario, ma al significato esteso e più diffuso di "luttuoso, triste, doloroso".
Per quanto riguarda il romance, non sono del tutto d'accordo. L'appiglio alla realtà (della trama, del contesto, dell'espressione) è palesemente ricercato (ed affermato), anche se non sempre riuscito, per cui mi pare quantomeno forzato volerlo ascrivere al romance. Anche se alcuni elementi sono indubbiamente leggibili in quella chiave. O per lo meno, se di romance si trattava, allora era fuori luogo l'appiglio alla veridicità della storia e altri mosse simili dello staff. Per quanto mi riguarda, mi sembra più che altro una fusione fra le due, non so se dovuta a scelta (interpretazione ottimista) o ad incompetenza (interpretazione pessimista.

Per curiosità, hai letto anche tu Bertoni?

Silvia ha detto...

Dimenticavo, i paragoni con gli altri film del mio post si riferivano: per Brokeback mountain, all'ambientazione in un passato riconoscibile e quasi stereoptipato, alle difficoltà sociali e ad una presa di coscienza personale della sessualità in maniera ingenua. Per Boys don't cry, al travestitismo e al suo significato, personale e sociale. Per Sonetàula, ad un certo neo-neorealismo italiano (anche se personalamente reputo Sonetàula anni luce avanti).