Fonte, Il Giornale, 12 ottobre 2009.
Nella foto, Renato Farina, autore dell'articolo “Tutela i gay ma è bella quindi si può fischiare: ecco la «Carfagnofobia»”, che nella versione online era a firma Mara Carfagna. Giusto per capire con chi abbiamo a che fare.
Nella foto, Renato Farina, autore dell'articolo “Tutela i gay ma è bella quindi si può fischiare: ecco la «Carfagnofobia»”, che nella versione online era a firma Mara Carfagna. Giusto per capire con chi abbiamo a che fare.
Breve premessa: questo post è stato scritto ieri, ma abbiamo preferito rinviare la sua pubblicazione per dare spazio alle reazioni a caldo dopo le belle notizie di ieri.
Incuriosita dal link lasciato tra i commenti da Barbara, questa mattina ho preso coraggio e ho letto l'articolo de Il Giornale sulla manifestazione Uguali di Roma. Mi aspettavo di provare un senso di rabbia e indignazione. Invece è da ore che ogni volta che apro la pagina e leggo Carfagnofobia, lobby omosex che vuole cancellare i generi e messaggi cordiali al movimento transgender, devo soffocare una sonora risata. Non so come evitare questa imbarazzante reazione, ma devo perché l'articolo, superato il senso del ridicolo, è di una gravità e di un'indecenza inaudita. Perchè Renato Farina, scribacchino da salotto televisivo, in questo pezzo ha superato se stesso. Con locuzioni gergali ad effetto (effetto che varia a seconda del lettore, ovviamente) come arcifischi, urla e urletti, dire fare e baciare, ha cercato di sopperire alla pochezza dei contenuti e ad un generale tenore da tema scolastico della forma. Ma più di ogni altra cosa, questo signore ci offende. Un articolo come il suo, letto nel giorno in cui il Parlamento stronca sul nascere, dopo mesi di chiacchiere a favore, la legge per l'aggravamento della pena ad aggressori mossi da omofobia, non è solo carta straccia, è l'ulteriore beffa dopo il danno.
La tesi centrale, come suggerisce il titolo, non è originale, ma ha francamente un po' rotto le palle: gli omosessuali, e nello specifico le donne omosessuali, trattandosi di un ministro donna, non riconoscono la Carfagna come interlocutrice rispettabile perché bella e in quanto bella troppo diversa dalle lesbiche. Per questo motivo al momento della lettura del messaggio con il quale la ministra cordialmente si sollevava dalla partecipazione al corteo, le invidiose camioniste sotto il palco hanno fischiato una donna alla quale piace essere tale e ne rivendica la bellezza esistenziale.
Farina sviluppa poi il suo freschissimo pensiero citando la solita potente lobby gay che ha adepti anche fuori da chi ha tendenze di questo genere che quest'anno ha in scaletta una nuova missione: abolire i generi maschile e femminile nei quali non si riconosce, mettendo fuori legge chiunque si esprime secondo le idee della tradizione con la legge voluta dalla Concia, che renderebbe i gay non uguali ma più uguali. L'analisi approfondita di cotanto opinionista si chiude con la trascrizione di un pezzo della legge, seguita da una preoccupante preoccupazione: vale anche l’aggravante per chi ha orientamento di tipo pedofilo?. Di che vi stupite, poteva mancare la comparazione tra omosessualità e pedofilia alla fiera delle banalità? Chiaramente no e pertanto che si insinui pure nella gente l'idea che se il Parlamento non fosse intervenuto giusto in tempo, un pedofilo aggredito avrebbe beneficiato della legge in virtù del suo diverso orientamento sessuale.
Queste argomentazioni sono state riprese ieri sera dal leghista Castelli ospite a Exit per la puntata sulla bocciatura della legge. La controparte rappresentata da uno Scalfarotto poco lucido per la rabbia e un Franceschini finalmente preoccupato dal problema Binetti, non è purtroppo riuscita a ribattere adeguatamente.
La sensazione che tutto sommato non fosse giusto creare delle riserve indiane, per dirla alla maniera del ministro verdano, per una categoria che chiede l'uguaglianza, è andata ancora più a fondo sotto la pelle degli italiani.
3 commenti:
Da '1984' di G.Orwell:
"Raccontare deliberatamente menzogne e nello stesso tempo crederci davvero, dimenticare ogni atto che nel frattempo sia divenuto sconveniente e poi, una volta che ciò si renda di nuovo necessario, richiamarlo in vita dall'oblio per tutto il tempo che serva, negare l'esistenza di una realtà oggettiva e al tempo stesso prendere atto di quella stessa realtà che si nega, tutto ciò è assolutamente indispensabile. (da Teoria e prassi del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein, Capitolo I: L'ignoranza è forza; 2000)"
Le menzogne sulle persone glbt non sono dettate da ignoranza, ma da strategia criminale.
Criminali certi giornalisti, certi politici, tutti tutti tutti questi hanno sulla coscienza (quella a cui si appella quell'errore umano della Binetti per giustificare le proprie posizioni omofobiche) ogni singolo gesto, parola, atto CONTRO le persone glbt!
Grande post, Geco (tanto per cambiare). Grazie.
Gran bella citazione, Ant, davvero a pennello
... letto l'altro giorno l'orrido articolo...
senza parole...
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