martedì 25 agosto 2009

Della svalutazione del principio d'amore


Mi chiedo come sia sposarsi senza amore. Mi circondano coppie che non si amano, che l'hanno fatto, magari, in passato, e non lo fanno più, o che, pare, non si sono amati mai. Che dicono di non essersi mai innamorati, di non essersi mai scelti. Mi chiedo come sia, io che non ho mai fantasticato sul quando sarei stata sposata e che, anche a volerlo, non potrei ugualmente, come debbano pesare i compromessi, i desideri da far tacere, come debbano essere elaborate le bugie. Come, che so, l'università. Che si fa per avere la laurea ma le si impreca contro ad ogni esame, ogni volta che la sveglia suona troppo presto la mattina. Mi chiedo se non sia un abuso, questo matrimonio mutilato, ma magari le storie che ci raccontavano da bambini erano davvero solo storie e, in fondo, il matrimonio non ha nulla a che fare con l'amore. Dopotutto questo non è indispensabile, spesso non è nemmeno utile. Non è necessiario per sposarsi, a quanto pare, e non lo è certo per vivere assieme, così, nemmeno lo è per avere dei figli (lo avete ripetuto così a lungo che infine lo abbiamo imparato: per fare un bambino serve un seme ed un ovulo, niente di diverso e niente di più). E allora, in questo caso, avrebbero quasi diritto a rifiutare un matrimonio chiesto in base dell'amore. Ma è davvero così dispensabile ed inutile da poterlo eliminare? Quando le basi per sposarsi sono di convenzione ed utilità, di convenienza ed abitudine, quei legami mi sembrano tutt'altro che invidiabili. E allora quasi mi viene da pensare che privati delle loro aspettative abbiamo finito per formare davvero qualcosa di diverso, sapendo che diverso non vuol dire peggiore.

1 commento:

The Ant ha detto...

Cara Frog, questo tuo post bello bello bello mi mette in moto l'unico neurone sopravvissuto a tre settimane di ozio e ai primi due giorni (quasi) di rientro lavorativo.
Volevo solo dirti che hai ragione nel dire che abbiamo finito (finito?) per creare qualcosa di diverso. Noi tutte/i che comunque pensiamo la coppia come una base importante... che non è che sia una cosa scontata, beninteso. Qualcuno anzi si scandalizza. Mi sono beccata della 'bigotta'. Qualche decennio fa mi avrebbero dato della 'borghese'. Ma tant'è. Uno vive in base a quella che crede sia la strada giusta per la felicità. Io questo ho cercato (faticosamente, a volte) di fare.

Ieri io e S. abbiamo (sobriamente, con una semplice cena per due) festeggiato l'anniversario numero undici. Il nostro anniverdario. Undici anni trascorsi da quel primo bacio.

E oggi mi sento di dire che il matrimonio (inteso come celebrazione) non ci interessa più. Ci farebbe piacere avere alcuni dei diritti legati a quel negozio giuridico, certo. Ma non ci contiamo mica più. E questo non ci impedisce di vivere benone.

Ultime due annotazioni:
- chi questi diritti ce li ha non ne trae sempre 'sto gran beneficio in termini di ricchezza interiore (tu lo spieghi molto bene nel tuo post)
- chi questi diritti non ce li ha e riesce a non deprimersi per questo HA SPALANCATE DAVANTI tutte le possibilità del mondo senza troppe tappe 'obbligate' che invece gli etero hanno e che sono in sé stesse trappole sociali vere e proprie...

Non si è capito granché di quello che intendevo, eh?
Va bè...
Un salutone e a presto... oggi meglio non mi riesce! :(