In foto: l'arcobaleno apparso ieri sera davanti allo Strehler. Molto appropriato.
Per cause di forza maggiore (leggi: sveglia alle 4 e 30 del mattino) la nostra partecipazione al mix si è "limitata" ai soli documentari (non vedevo così tanti film di seguito dagli esami del dams)
Andiamo con ordine:
Socieres Me Soeurs, Camille Ducellier.
Il documentario si compone di cinque interviste a (cito testuale) cinque donne "permale", "streghe moderne" , persone che non vanno tanto per il sottile. Dalla marchiatura a fuoco (branding, a fare i precisini) alle iniziative di collettivi queer intorno alla statua di Giovanna D'Arco, come e perché non farsi assoggettare dal paradigma eteronormativo imperante.
"Io non voglio le briciole, voglio tutta la torta. Anzi, voglio cambiare la ricetta"
Mi sexualidad es una creacìon artistica, Lucìa Egana Rojas
A me questo è piaciuto moltissimo, nonostante le immagini talvolta abbiano cozzato col mio delicato stomachino. Come, e molto di più del documentario precedente, non si va a tanto per il sottile.
Tutto incentrato sul movimento del post-porno spagnolo, attraverso sette interviste spiega cosa sia il fenomeno del post porno, da dove sia nato e quali siano i suoi obbiettivi.
"se non ti piace il porno mainstream, crea tu il tuo porno". Approvato! (sottolineiamo anche l'ottima colonna sonora, il documentario si apre difatti con Taboo, di Gater.)
Girls gone wild in Tokyo, Giulia Carri e Laura Laakso
Purtroppo non ci sono giuovani adolescenti giapponesi lesbiche in uniforme (ci avevo sperato parecchio, ma ne viene inquadrata di sfuggita solo una, splendida ). Ma questo non lo rende meno interessante. Otto interviste a otto donne lesbiche giapponesi, tutte sulla quarantina, tutte impegnate attivamente nella "scena lesbica giapponese", uno strano paese ove, se possibile, se lesbiche sono più invisibili che in Italia.
Locali, fanzine,siti internet (come questo) e una strana nazione ove l'omofobia non è collegata alla morale cattolica, ma all'essere una "voce fuori dal coro".
Diversamente Etero, Marica Lizzadro
Non posso scriverne. Devo, stoicamente parlando, sospendere il giudizio, perché per poterne scrivere a dovere devo pensarci su un bel po', e probabilmente anche riverdermelo, per il momento "ho tutto in testa ma non riesco a dirlo", quindi non dico nulla, ci rifletto su e poi ne parliamo.
vi basti sapere che: è molto bello, è tremendemente interessante, è girato benissimo, e la sala era strapiena.
Considerazioni finali:
Gente, al cinema non si parla. Un conto è un commento sussurrato a mezza voce, un'altra cosa è fare la telecronca live and direct di ciò che avviene sullo schermo. A nessuno interessa sapere che il bdsm non vi interessa e a nessuno interessa sapere che vi fa schifo. Abbassate un po' la voce, per cortesia.
Allo Strehler l'aria condizionata è sparata al massimo. Portatevi un golfino.
Stasera Gigola!
6 commenti:
Girls Gone Wild in Tokyo lo avevo visto a Roma. Mi aveva tirato su di morale! In Giappone non capisco la differenza tra civili e militari.
Carissima, mi aspetto un commento approfondito su Gigolà.
Soprattutto sulla famigerata scena col bastone di cui tutti sanno e nessuno dice..
(immagino già i commenti in sala :D)
Io mi sn ripromessa di leggere prima il romanzo originale scritto nel 1972 da una Charpentier appena 20enne... mah.
Ho paura che la ragazzina si sia fatta un gran filmone (mentale)...
Il libro esce ripubblicato il 1° giugno per chi fosse interessata.
Poi (forse) mi dedicherò anche al film.
Grande peso avrà in qst senso la tua opinione.
Ossequi
Ath.Hellè ^^
sui commenti in sala soprassiederei, e non solo per la scena del bastone. era pieno di imbecilli che non facevano altro che chiaccherare, ad alta voce, dall'inizio alla fine. ritieni proprio indispensabile dare aria alla bocca? fallo almeno sussurrando, cazzo.
comunque a me è piaciuto, molto.
farò mente lecale (e ovviamente recupererò il libro)
Non ho potuto vederlo, uffaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
@etwas: ci hai pensato su?? Dai, scrivine, così ne discutiamo (l'ho visto stasera. Diversamente Etero).
come finisco di scrivere questa maledetta tesi lo faccio. mi manca poco, eh
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