sabato 17 luglio 2010

Povia, il messianismo gay, i pellegrinaggi e Katy Perry


Sarà il caldo, ma questi ultimi giorni il mio livello di sopportazione è davvero pari a zero. A questa settimana pubblica La vera storia di Luca era gay, intervista a tale Luca di Tolve, neoetero brianzolo, destroide, fervente cattolico. Badate bene, gli aggettivi non stanno lì a delineare semplicemente il soggetto, ma segnano la nuova personalità che il signore si è costruito.
Il nostro Luca, infatti, negli anni '90 era gay, milanese di Milano, di sinistra e ateo. Poi lo spauracchio dell'Aids l'ha portato a ritrovare rosario e fede (con tanto di visioni e cori d'angeli), e con questa la volontà di "guarire", visto che l'omosessualità "non è naturale" (citazione letterale), attraverso pellegrinaggi e testi di Joseph Nicolosi, un'altra personalità che vi raccomando.
Qualche stralcio di dichiarazione:

Mia madre mi ha educato quasi come una bambina.

Non ho avuto alcun modello maschile, così l'ho sublimato, erotizzato.

I veri maschi entrano in una comunione profonda tra di loro, senza per questo avere rapporti sessuali. E' l'amicizia virile che unisce.

Purtroppo per lui, evidentemente la fede non riesce a rendere innaturale quello che è naturale, e il nostro Luca deve ancora combattere con le tentazioni.

All'inizio sbranavo i ragazzi con gli occhi. Ora ho potate le mie fantasie. Le ho quasi domate. La mia libido è molto scesa.

Quel che mi innervosisce di più, qui, è la pretesa di universalità. Ammesso e non concesso che la sua fosse una situazione sui generis e che effettivamente gli abbia fatto bene cambiar vita, perché volere per forza estendere la sua esperienza a tutti i gay, affermando arrogantemente che "non credo che ci siano gay felici"?
A mio nonno una volta è stato diagnosticato il cancro ai polmoni, i medici volevano operarlo per fare "una finestrella". Visto che mio nonno era testardo come me, ha firmato la liberatoria e se n'è tornato a casa sua. E' risultato poi che non c'era nessun cancro e che l'operazione l'avrebbe ucciso con 25 anni di anticipo.
Nessuno sano di mente, però, affermerebbe che il cancro non esiste. Eppure, quando si tratta di omosessualità si fa in fretta a riempirsi la bocca, e sono tutti abbastanza esperti da pontificare.
A questo punto molto, molto meglio Katy Perry che, dalle pagine di Vanity Fair, la settimana scorsa, affermava con tutta la semplicità del mondo che "è difficile generalizzare quando si tratta di persone, ogni caso è a se".
E guarda caso parlava anche lei di gay.

2 commenti:

PosterGirl ha detto...

Non solo etero ma pure brianzolo.
...non c'è speranza di salvarsi!!!

dark side of pop ha detto...

Che soggetti...