giovedì 30 settembre 2010

Non lo sapevate? Sapevatelo




Sull'Unità di ieri c'è una bella lettera aperta da Cristiana Alicata per Emma Marcegaglia. Siccome è lunghetta e a farne un riassunto sicuramente la rovinerei, la potete leggere qui ( si trova a pagina 34).
Sapevatelo

mercoledì 29 settembre 2010

Tell me what to swallow


Diciamo la verità, fare coming out è, come si dice in inglese, a big deal. Che sia un aneddoto comico da raccontare o qualcosa a cui non si pensa volentieri, si tratta comunque un'esperienza che segna. Non avremmo, altrimenti, un'abbondanza di film a tema che si concentrano sul momento in cui si ammette, con se stessi prima ancora che con gli altri, di essere gay. Se poi ci si trova in quel limbo che è l'adolescenza, il processo di accettazione può essere davvero problematico, ostacolato da dubbi e preoccupazioni tipiche di un'età in cui, per svariati motivi, non ci si sente stabili.
Così è stato per Ayelén Angélico, una ragazza argentina che a quattordici anni ha capito di essere lesbica e avrebbe voluto un libro che la orientasse. Così, oggi che di anni ne ha diciannove, il libro l'ha scritto lei, si intitola XX/XX, Diario di una lesbiana precoz e racconta la sua esperienza, dalle "prime avvisaglie" all'innamoramento per la migliore amica alla passione per the L word. Come, soprattutto, uscire allo scoperto fosse molto più brutto nella sua testa che nella realtà.
E anche se, personalmente, non ho "sentito il bisogno" di una lettura (o quant'altro) nel momento in cui ho fatto coming out, devo ammettere che quando ho letto Scusate se ho quindi anni, di Zoe Trope (titolo originale, decisamente più bello: Please don't kill the freshman) ho pensato che mi sarebbe piaciuto averlo letto a quindici anni appunto. Per cui ben venga questo libro, e tutti quelli dopo di questo.

martedì 28 settembre 2010

Old news


Insomma, il mondo va avanti, a modo suo. Mentre negli Usa Obama non riesce ad abolire il Don't ask don't tell, e l'opinione pubblica impazza, in Italia Lele Mora dichiara una relazione di due anni con Fabrizio Corona, e l'opinione pubblica impazza. A Milano, una settimana fa, sono stati arrestati i due nazi che a giugno avevano aggredito una coppia di gay, e proprio negli stessi giorni a Ragusa un gruppo di ragazzi ha rovesciato un secchio di urina contro la macchina di un giovane omosessuale. Inoltre, fra qualche settimana avremo di nuovo un telefilm tutto a tematica lesbica (dyo non voglia privarcene), con l'adorabile accento di Skin e l'immancabile taglio di capelli di Shane.
Niente di nuovo sotto il sole, no?

lunedì 27 settembre 2010

Room in Rome



Esiste (ringraziamo tumblr per la segnalazione), è facilmente reperibile, e voi volete vedere questo film. Si, i dialoghi sono in spagnolo, ma tanto sappiamo tutte che sono assolutamente irrilevanti.
Buona
visione!

giovedì 23 settembre 2010

Era meglio tacere


Fonte: queerblog

Nichi vendola sulle adozioni gay

Cos’è la famiglia? Una comunità avvolgente e necessaria

Sei favorevole ai matrimoni gay? Son favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto

Se in Italia si potesse tu ti sposeresti? Non mi sono mai posto il problema

Sei favorevole alle adozioni per i gay? Sono favorevole alle adozioni per i single

Mi dispiace Nichi, ma certe cose sono veramente inammissibili.

martedì 21 settembre 2010

Era meglio tacere




Dal city di lunedì 20 settembre, sulle polemiche in seguito all'inizio dell'anno della caccia

Non sono un cacciatore ma sto con i cacciatori, che nella stragrande maggioranza si prendono cura del territorio come ambientalisti veri e non a chiacchere da salotto.Rispetto gli animali - ma in un mondo dove milioni di bambini muoiono di fame e una società che troppo spesso è indifferente agli uomini e alle donne in difficoltà, agli emarginati e a chi viene da lontano vorrei piu impegno su questi problemi e non vedere le bestie parificate agli essere umani.Dico ai cacciatori che faccio parte di un governo dove per fortuna non tutti sono ultrà animalisti.

Dal city di martedì 21 settembre, sulle adozioni gay

«Là dove le adozioni da parte di coppie gay sono consentite, come negli Usa, ma anche in Brasile, è esplosa la compravendita di bambini e bambine. È una cosa che almeno con questo Governo non consentiremo mai e che voglio qui denunciare. È quello che sta avvenendo negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove si possono comperare i fattori della produzione. Il fenomeno si può far rientrare all'interno del meccanismo del mercato, ma come a volte accade, in questo caso, non mi sembra ci siano grandi prospettive per la nostra società

E chissà cosa ci aspetta domani!

Sapevatelo



Segnaliamo: Milano, stasera ore 20.30, con partenza da Porta venezia ed arrivo a San Babila e io non ho paura fiaccolata contro l'omofobia e la transfobia. Dettagli qui.
Il cane a tre teste che conduce questo blog non ci sarà perchè proprio non ce la puo fare.

venerdì 17 settembre 2010

Gap nazionale


Guardando Il lupo in calzoncini corti, qualche tempo fa, mi ha colpito la difficoltà di comunicazione in cui si imbattevano due aspiranti padri italiani con le madri surrogate canadesi cui si rivolgevano. Una difficoltà di comunicazione che era una sorta di gap culturale, ma forse più un suo sottoinsieme, quale potrebbe essere anche il gap generazionale. In fondo, grosso modo, si può dire che Canada e Italia condividano lo stesso sistema culturale, come tutti i paesi occidentali, e se dovessi definire quella difficoltà di dialogo dovrei appellarmi alle differenze fra le parti, e la chiamerei Gap nazionale.
E' un qualcosa che, devo ammettere, non mi è totalmente nuovo. Avevo avuto la stessa sensazione in Erasmus, con un'amica francese. Certe cose che per gli italiani erano se non nuove, per le meno particolari, per lei erano tanto ovvie da non essere interessanti, e il suo "So what?" finiva sempre per spiazzarci.
Ricordo che una volta abbiamo visto assieme un video musicale (dovrebbe essere dei Prodigy, ma potrei sbagliare miseramente) girato in modo tale che la telecamera sostituiva gli occhi del protagonista, mostrando quello che faceva e che vedeva ma senza far vedere lui, se non nell'ultima inquadratura in cui, a sorpresa, si scopriva che non si trattava di un ragazzo ma di una ragazza. Il video cercava evidentemente un effetto sorpresa, altrimenti la costruzione personale rovesciata all'ultima scena non avrebbe avuto senso, ma se noi italiani avevamo abboccato alla caratterizzazione maschile del personaggio (una sorta di indovinello del chirurgo in formato video), così non era stato per Améliè, che genuinamente non riusciva a capire di che ci stupissimo.
Stessa cosa ne Il lupo in calzoncini corti, in cui la madre surrogato, una ragazza di appena vent'anni, chiedeva innocentemente come il bambino sarebbe stato tutelato una volta in Italia.
Quindi voi siete sposati?
Unione civile?
E tu adotterai il bambino una volta tornati in Italia?
Non c'era malizia nelle sue domande, nei suoi occhi. Semplicemente non pensava che in Italia potessero non esserci certi diritti che lei dava per scontati. Come se noi dovessimo scoprire che in Portogallo una donna non può portare i pantaloni. Stesso stupore.
Eppure eccoci qua, unico paese in Europa, assieme alla Grecia, a non avere riconoscimenti per le coppie di fatto. A guardare la cartina c'è da deprimersi, davvero.
Certo c'è chi potrebbe dire (e c'è chi lo fa, ovviamente) che l'Italia ha ben altri problemi di cui occuparsi prima di pensare ai gay (dando per scontato che una legislazione sulle coppie di fatto sarebbe utile solo ai gay). Lungi da me dar loro torto. Se aspettare qualche anno per le unioni civili dovesse significare occuparsi della disoccupazione giovanile, dello stato disastroso della ricerca, degli stipendi che non bastano nemmeno per metà mese, della sanità, della violenza sulle donne, o di quant'altro, aspetterei volentieri. Ma sappiamo tutti che non è così, per un semplice motivo che viene ben prima dell'indifferenza e dell'incapacità della nostra classe politica: si tratta di cose diverse. Intervenire su uno o su tutti i "problemi nazionali" richiede sforzo istituzionale ed economico, concedere la possibilità di sposarsi, o tutelarsi, a cittadini adulti no. Ci vorrebbe anche ben poco tempo, in realtà.
In compenso, ci toglierebbe da questa fastidiosa situazione di gap nazionale, perché le altre nazioni hanno dimostrato che le leggi e i diritti influenzano il modo di porsi davanti ad una realtà. E chissà, magari prima che ce ne rendiamo conto, risponderemo come mi aveva risposto Améliè quando le avevo chiesto da quanto ci fossero le unioni civili in Francia: "Non so, credo ci siano sempre state" (in realtà sono state introdotte nel 1999).

Parlando di lotte per i diritti, ecco l'ultima campagna per il matrimonio gay a New York: New Yorker for marriage equality. La prima testimonal è Julianne Mooore.




(Io ho davvero un debole per le donne coi capelli rossi. E per Julianne Moore, soprattutto quando non le lavano via le lentiggini dal viso.)

mercoledì 15 settembre 2010

Say yes to love,say no to the pope



vanity fair di questa settimana ci offre un interessante articoletto trappola a Ratzinger sull'imminente visita del papa in Inghilterra.(l'ultima risale al 1982) A differenza del suolo italico che brulica di entusiasti fan, la perfida Albione si mostra piuttosto freddina nei confronti del nostro Ratzinger,brutta cattiva isola di miscredenti.
L'articolo contiene un intervista a Paolo Rodari, vaticanista del foglio ed autore insieme ad Andrea Tornielli (vaticanista del giornale) del libro attacco a Ratzinger. Dopo aver letto il sudetto articoletto mi son ritrovata un po' perplessa, in particolare a causa di questa dichiarazione:

I mezzi d'informazione sono contro il Papa?

L'attacco parte da lì. Durante i giorni della visita la Bbc ha in programma diversi documentari, tra cui uno proprio sugli scandali sessuali. Ma quello più discusso sarà trasmesso da Channel 4, perchè lo presenterà Peter Tatchell, tra i più celebri attivisti gay.

vediamo se ho capito: il presentatore di un documentario sugli abusi sessuali è un attivista gay, quindi non è obbiettivo? Non ci sono stati abusi? Ci sono stati ma il gay li ingigantisce per portare acqua al suo mulino? Un presentatore gay di channel 4 non può essere credibile, in quanto gay, nel parlare del papa? Siccome lui non perde occasione, un giorno si e l'altro pure, di darci dei "disordinati", il suddetto presentatore sta solo rendendo pan per focaccia?
Ditemi un po' voi...

sabato 4 settembre 2010

Rassegna stampa


Foto presa da qui

E così un mese è passato. Purtroppo il vaticano non è imploso, il governo nemmeno, nessun coming out all'orizzonte, solo un paio di casi mediatici per troppa foga in spiaggia e nessun pacs (Mara ci tiene a sottolineare giammai!) Durante questo mese oltre ad aver fatto tutto il possibile affinchè i miei capelli ricrescessero in fretta ho comprato anche un sacco di giornali frivoli, onde poter essere in grado di costruire la rassegna stampa gay dell'estate (casi di cronaca da spiaggia esclusi, è ormai stato detto tutto lo scibile umano, e nonostante questo io non ho un'opinione)

Gioia numero 32

Allora, purtruppo uno dei numeri di goia che avevo messo da parte non so come s'è volatilizzato. C'era sopra una divertente dichiarazione di Marracash (questo qui) il quale dichiara che è di moda essere gay/ far finta di essere gay anche solo per sentire l'appartenenza ad un gruppo bla bla. Già già , siamo i più fighi, venite con noi! Purtroppo non ho la citazione esatta, ma il succo era questo.

Poi, sempre da gioia, (numero 33) un'altra dichiarazione intelligente. Francesco Venditti (figlio di celebre padre, per chi se lo chiedesse)
[...] sono cresciuto con mia mamma, in mezzo alle donne: lei e le sue sorelle. Tornavo a casa e le trovavo lì, a scambiarsi costumi e confidenze. Passavo dei pomeriggi interi così. Ogni tanto mi chiedo come ho fatto a non diventare gay.
Se fosse gay lo ammetterebbe?
Certo. E' una cosa così talmente normale che non vedo perchè la si debba rendere speciale. Non capisco i gay pride. E' un modo per ghettizzarsi da soli, come dire "siamo una categoria a parte" quando invece siamo tutti uguali (seh, vallo a dire a Mara... )

Vanity fair numero 32

La decisione di un giudice federale della California di dichiarare incostituzionale l'esito del referendum che due anni fa ha bocciato i matrimoni omosessuali è destinata ad aprire la strada ai same sax marriage in tutti gli Stati Uniti. E' dunque una decisione storica, salutata con entusiasmo non solo dalla comunità gay e dalle 18 mila coppie che si erano unite in matrinomio nei pochi mesi in cui era stato loro concesso. Vaughn R. Walker, l'autore della sentenza, è un gudice repubblicano non particolarmente interessato ai diritti civili.Oltre ad un certo numero di esperti, ha interrogato come testimoni diverse coppie omosessuali (anche con figli), per stabilire se e come queste coppie fossero diverse da quelle eterosessuali."Le prove raccolte " ha scritto nella sentenza "monstrano in modo persuasivo che la convinzione che esista una differenza fra coppie omosessuali ed eterosessuali si basa esclusiamente su opinioni di carattere morale e religioso". Da ogni altro punto di vista- legale, psicologico, educativo- questa differenza non esiste. La proibizione dei matrimoni omosessuali, conclude il giudice "è frutto di un'epoca in cui si riteneva che la differenza di sesso portasse con sé anche una differenza di ruolo nella società e nella famiglia. Quell'epoca è passata".In altre parole, se oggi una donna può guidare un camion e un uomo può cambiare i pannolini, non c'è motivo di credere che una coppia debba per forza essere composta da persone di sesso differente.Ciascuno è libero di conservare le proprie opinioni morali e religiose: ma si tratta di opnioni personali.E la legge non si occupa di opinioni, ma di fatti.



Ed infine: Gianna Nannini è incinta. Io non ci credo. Sono sicura che a breve rilascerà una lapidaria dichiarazione di smentita: bazinga