mercoledì 15 settembre 2010

Say yes to love,say no to the pope



vanity fair di questa settimana ci offre un interessante articoletto trappola a Ratzinger sull'imminente visita del papa in Inghilterra.(l'ultima risale al 1982) A differenza del suolo italico che brulica di entusiasti fan, la perfida Albione si mostra piuttosto freddina nei confronti del nostro Ratzinger,brutta cattiva isola di miscredenti.
L'articolo contiene un intervista a Paolo Rodari, vaticanista del foglio ed autore insieme ad Andrea Tornielli (vaticanista del giornale) del libro attacco a Ratzinger. Dopo aver letto il sudetto articoletto mi son ritrovata un po' perplessa, in particolare a causa di questa dichiarazione:

I mezzi d'informazione sono contro il Papa?

L'attacco parte da lì. Durante i giorni della visita la Bbc ha in programma diversi documentari, tra cui uno proprio sugli scandali sessuali. Ma quello più discusso sarà trasmesso da Channel 4, perchè lo presenterà Peter Tatchell, tra i più celebri attivisti gay.

vediamo se ho capito: il presentatore di un documentario sugli abusi sessuali è un attivista gay, quindi non è obbiettivo? Non ci sono stati abusi? Ci sono stati ma il gay li ingigantisce per portare acqua al suo mulino? Un presentatore gay di channel 4 non può essere credibile, in quanto gay, nel parlare del papa? Siccome lui non perde occasione, un giorno si e l'altro pure, di darci dei "disordinati", il suddetto presentatore sta solo rendendo pan per focaccia?
Ditemi un po' voi...

1 commento:

Barbara ha detto...

non perdiamoci in dettagli: il punto sostanziale è che la libertà di parola è giusta e sacrosanta solo quando a parlare sono quelli che sono più uguali degli altri (ad esempio loro). Questo è il postulato / assioma alla base dei favori e della protezione accordata alla CCAR; che non deriva certo da argomenti logici o razionali.

E adesso (di fresco ritorno dalla Svezia) mi stampo un ritratto del mio nuovo idolo (Gustav Vasa).