venerdì 29 ottobre 2010

Make it better, make it worse



Dai, facciamo questo odiosissimo paragone.
Lo so che non si dovrebbe fare, che nella mente degli autori Lip service è quanto di più lontano possibile da the L word, che non vuole esserne la continuazione, l'avversario, la controparte d'oltreoceano. Lo so.
Ma non prendiamoci in giro.
Non so quante di voi stiano guardando il telefilm inglese, né quale sia il vostro parere a riguardo, ma il mio è piuttosto contraddittorio. Per quanto mi faccia piacere che ci sia in onda un telefilm a tematica lesbica, non riesco ad esserne del tutto soddisfatta. Né del tutto insoddisfatta, c'è da dire. I pro e i contro sono diversi, e benché non si pareggino, si battono ...
Andiamo per gradi.
La trama è banale. Le cose vanno esattamente come ci si aspetta, dalla caratterizzazione dei personaggi agli sviluppi della narrazione.
Il mondo è gay, come giustamente faceva notare Etwas nel suo post di qualche giorno fa. La ragazza dell'agenzia funebre, la presentatrice televisiva, la ragazza che ruba in libreria: gay. Questi telefilm fanno sembrare inutili i locali gay. Perché pagare ingresso e consumazione quando si può facilmente pescare dal mucchio?
Da notare: inserire due maschi etero tra i personaggi secondari non è rappresentare il mondo etero, se questi personaggi si comportano come lesbiche col pene. Non c'è contrasto, non c'è confronto. Non c'è, nemmeno, utilità.
D'altro canto, però, Lip service ha più i piedi per terra. Le ragazze sono meno belle (non me ne vogliano), meno ricche, meno cool nel lavoro e nella vita sociale, con case che tutto sommato si potrebbero permettere (eccenzion fatta per il loft di Frankie a New York).
A fare il paragone, direi che Lip service è meglio delle ultime stagioni di the L word, ma decisamente peggio della prima (che, per me, è un'entità separata dal resto).
Lip service ha la naturalità tipica dei prodotti inglesi (vedi Queer as folk uk, Skins, ma anche Sugar rush), ma non ha la forza che era stata di Queer as folk, e non solo perché è venuto dopo. The L word (e qui parlo della prima stagione, che ha fatto la differenza) era un prodotto qualitativamente superiore, come trama, regia, colonna sonora.
Io, quella colonna sonora, l'ascolto ancora oggi, mentre scrivo questo post.
E devo ammettere che un po' the L word mi manca.
Ecco, l'ho detto.

4 commenti:

Barbara ha detto...

Questo post somiglia molto a una mail che ho scritto appena ieri. Anche a me manca TLW, e anche io ieri mi ascoltavo la colonna sonora, piena di nostalgia. Ben vengano 8 stagioni di LS, ben vengano lesbiche coi piedi per terra, anche meno belle. Ben venga l'umorismo d'oltremanica. Ma la regia è un pianto. Vogliamo parlare delle scene di sesso? Non si possono far dirigere scene di sesso lesbico a un uomo etero. Sono staccate dal resto dei comportamenti, non c'è coerenza, non c'è fluidità. Insomma sono impersonali, standard. Non dico che mi ricordano i porno maschilisti ma quasi.

Sulla trama non decanterei troppo TLW, con quei voli pindarici e trasformazioni repentine dei personaggi in qualcosa di opposto. Anche la colonna sonora di LS non la disdegno, così come i maschi "lesbici", coi quali mi ritrovo abbastanza (ne conosco diversi). E poi sul fatto che il mondo sia "gay"... sarà un po' esagerato, ma non dimentichiamo che il mondo "normale" britannico è molto più gay di tanti altri.

Silvia ha detto...

Infatti parlavo della prima serie, prima che i personaggi iniziassero a comportarsi come trottole impazzite.
Se non proprio originale, la trama era sviluppata meglio.
Ma regista di LS è un uomo??
Il mondo britannico sarà anche più gay del normale, ma non capisco perché molte pellicole (e i telefilm in particolar modo) taglino via quella parte etero che, comunque, c'è. Capisco i problemi di tempo e la necessità di scegliere, ma secondo me è interessante l'interazione tra i due mondi, soprattutto quando è naturale e spensierata (sto pensando a Imagine me and you).

Barbara ha detto...

I primi due episodi sono stati diretti da John MacKay e il terzo da Harry Bradbeer. Sono entrambi britannici e entrambi hanno lavorato molto per la BBC e la tv britannica. http://en.wikipedia.org/wiki/Lip_Service_(TV_series)

Non so, magari in UK non ci sono registe donne... essendo un produzione BBC, che è un'azienda pubblica, magari potevano scegliere solo registi inglesi, non so... so solo che mi mancano le varie Angela Robinson e Jamie Babbit.

Anonimo ha detto...

ho visto i primi 5 minuti della prima puntata di Ls e mi sono domandata in serie:
-come mai shane è bionda?
-ma che ho sbagliato link?
-no no quella è shane: fa le stesse cose di shane, guarda come shane, emana sesso dall'aurea come shane.

E invece non è shane, ma solo il suo stereotipo arrivato di là dal mare.

Per i primi 5 minuti sono già perplessa: domani me la guardo tutta cercando di superare la diffidenza

ila-m