Il Pride a Milano è sempre nazionale.
Davvero, se conoscete un minimo questa città e siete stati ad un Pride, non potete che esserne soddisfatti. Il clima che si respira, le facce di chi partecipa e di chi, a lato, osserva passare il corteo tenendo il ritmo con le mani, dei fortunati che si affacciano direttamente dal balcone di casa e cantano, i mille volantini che ti ritrovi in mano che sono tutti diversi eppure tutti simili, le danze, i colori. Si può dire lo stesso di tutti i Pride? In potenza forse si, ma a conti fatti no. Ci sono Pride in cui si avverte la divisione delle associazioni, l'antagonismo, le opinioni che dividono più di quelle che uniscono. Ce ne sono altri che sono troppo superficiali, patinati, plastici, e non riescono a coinvolgere. E ci sono anche, purtroppo, quelli non partecipati, sgonfi, che non riescono ad essere gioiosi.
Non so in quanti fossimo ieri, i numeri non mi interessano. A camminarci dentro si aveva la sensazione di essere in mezzo ad una folla, e tanto mi basta. Una folla eterogenea ed entusiasta, perché a Milano alle volte si ha davvero la sensazione, come ho trovato scritto in un volantino, che o sei friendly o sei out.
Qui potete trovare le mie foto di ieri.
1 commento:
Bravi, è vero, complimenti. Leggevo giusto dei litigi tra le associazioni per organizzare il Pride campano, poco partecipato perchè - appunto - boicottato da alcune associazioni (anche se c'era il sindaco in prima fila).
Unico neo di quello di Milano, se posso permettermi, secondo me, il patrocinio di Pisapia che ha parlato di "vostra" manifestazione. "Nostra"? E io che pensavo si sfilasse per i diritti di tutti, compresi gli etero, compresi i sindaci.
#microaggression
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