mercoledì 26 gennaio 2011

The kids are (definitely) all right


Foto presa qui.

Non c'è mai abbastanza Julianne Moore, c'è da dirlo. Dopo la sua intervista su Gioia, ho rivisto The kids are all right. Dopo The kids are all right, ho rivisto la puntata di 30 rock in cui appare (e ha un meraviglioso e marcatissimo accento di Boston). E ora rifletto se vedere di nuovo Chloe, forte del fatto che la mia cara Geco ancora non l'ha fatto, e glielo devo far conoscere (grazie Geco per tutte le scuse che mi offri).
Il fatto è che non c'è mai abbastanza Julianne Moore, ecco, e non è solo questione di bellezza (e che sia bella, ragazze, non c'è da discuterne), ma di come riempie lo schermo, di personalità, della scelta dei copioni. Non per niente è stata candidata quattro volte agli Oscar (anche se non ne ha mai vinto uno), ricevendo tra l'altro, unica assieme a Sigourney Weaver e Cake Blanchett, una candidatura doppia nel 2003.
Quest'anno, però, a gareggiare per gli Oscar non è sarà lei ma la sua co-protagonista, Annette Bening, che per la sua interpretazione in The kids are all right ha già vinto un Golden Globe. Lo stesso film è stato candidato come miglior film, accanto a titoli come The social network e Inception.
Non so se si meriti o meno la statuetta. Il film non è perfetto, è indubbio. Sono sicura che sia pieno di lesbiche in giro per il mondo che si lamentano della "deviazione eterosessuale" di Jules, o della diversa resa delle scene di sesso, o della polarizzazione delle protagoniste, o dei porno, o che.
Io mi sono soffermata un attimo e ho cercato di non guardarlo con gli occhi da gay, di non guardarlo come un film gay. Mi sono chiesta: avrebbe fatto differenza con dei protagonisti etero? In quelle scelte, in quei dialoghi, in quello sviluppo delle relazioni? La risposta è no. Quanti film ho visto che raccontano allo stesso modo il sesso matrimoniale (un certo sesso matrimoniale, che arriva quando si "cresce distanti", come dicono gli inglesi), i tradimenti, le incomprensioni e il (lieto) fine? Penso anche solo a Chloe e allora, davanti ad una Julianne Moore che tradisce un uomo con una donna, perde importanza che Julianne Moore qui tradisca una donna con un uomo. E' solo un espediente narrativo, funzionale al racconto.
Per cui mi sento di promuovere questo film che è, finalmente, una commedia (americana) a pieno titolo. Non so voi, ma io avevo davvero fatto il pieno di film a tema drammatici, focalizzati sul coming out, devianti sulla droga e quant'altro.
Se (anche) questo è il cinema a tema con cui le nuove generazioni potranno confrontarsi, beh, allora the kids are defenitely all right.

1 commento:

LaVero ha detto...

d'accordissimo!