
Io la macchina fotografica non ce l'ho. Due natali fa comprai a mio padre (per conto di mamma, con lo stipendio di mamma) la reflex sulla cui vetrina aveva incollato il naso, in mia presenza, qualche giorno prima. In cambio lui mi cedette la sua compatta. Non mi disse che la poveretta era ormai giunta alla fine dei suoi giorni, ma di fatto dopo poche settimane nessuna batteria fu più in grado di ridarle la vita.
I miei ricordi del Pride di Genova sono stati pertanto affidati a Lucrezia, instancabile cattura immagini di the frog, e alla mia memoria. Ma non tutto può essere fissato in una fotografia e la mia memoria fa davvero, davvero schifo. Così i momenti migliori di quella giornata ho deciso di appuntarli qui finché sono ancora freschi e di tornare a rileggerli di tanto in tanto:
Il disappunto sul mio volto per la scelta dell'autobusradio di passare la Pausini, scomparso non appena il gruppo di orsi intorno a me ha intonato il brano
La telefonata inaspettata di un'amica che mi annuncia che lei e il fidanzato prenderanno un treno da Torino per manifestare con noi
Arrivare a Genova e trovarci il sole
Il Vero Chinotto di Savona, presidio Slow Food con ingredienti naturali, in un bar del porto antico
Il banchetto che regala le bandiere col logo del Genova Pride 2009. Proprio quelle che speravo di trovare in vendita
I ringraziamenti mentali alla mia parsimonia barra tirchieria che mi ha impedito di comprare, 100 metri prima, una fascia del Genova Pride 2009 per uno sproposito (che resta un regalo bellissimo eh, Michele!)
Trovare un'asta per terra e poter finalmente sventolare la mia meravigliosa bandiera
Il cartello No Diritti No Tasse di una manifestante
La nanerottola afro, 3 anni al massimo, che balla a bordo strada la musica sparata da un carro
L'America di Gianna che riempie una galleria già gremita di gente e il conseguente delirio da Gianna somministrata a delle lesbiche
Le due bimbe in parrucca fucsia che cantano L'America sulle spalle dei babbi
Il momento scriviamoci l'indirizzo del blog sul braccio
Scoprire che sul braccio di un uomo non c'è bisogno di andare a capo
Le coreografie trash del carro con i ragazzi in bianco
La voce di Lella Costa all'arrivo in piazza.
Fatto.
Per il prossimo Pride dovrei riuscire a comprarmi una fotocamera mia